happy go lucky

rimuginato da franz , sabato 20 dicembre 2008 12:10

Io ve lo dico: è piuttosto inutile che vi avviciniate a me più speranzosi del solito, confidando nel fatto che a Natale sono tutti più buoni.
Perché io a Natale sono più cattiva.
Questa mia predispozione del tutto intollerante verso il prossimo, è probabilmente causata dal mio perenne nervosismo, dalla mia solida irritazione, di default. Dal traffico paralizzante, aumentato dal fatto che proprio a tre giorni dalla vigilia all'improvviso abbiano deciso di riasfaltare tutta Roma (e ok l'allarme calamità naturale causa diluvio universale dei giorni passati, ma 1) aspettare altri sette giorni cambierà la situazione in modo così determinante? 2) se solo avessero asfaltato meglio in passato magari non si sarebbero creati tutti questi crateri in grado di attentare con tanta scioltezza alla vita di noi poveri motorini quindi grrrrr). Dal marasma della corsa ai regali, con queste folle impazzite che tacchettano di qua e di là coi loro mille pacchetti. Poi lo so che dire Oh, fa freddo, lamentandosi, suona molto idiota dato che è inverno, e per definizione in inverno fa freddo, ma perdiuuu, sono talmente piena di dolori che la tentazione di rinchiudermi in uno sgabuzzino insieme ad una stufa e null'altro ed entrare in letargo finché questo dannatissimo gelo non sarà passato è quasi irresistibile. Magari in un'altra vita ero un orso. Bah.
e ora basta che l'invettiva ha stufato:
Cooomunque, parlando di malumore. Ieri io e Valentina siamo andate a vedere Happy go lucky di Mike Leigh (il genietto di Segreti e bugie).
Hanno detto che Lei è insopportabile irritante e stupida. Hanno detto che Come si fa a fare un film così. Ebbene franz dice: Se pensate che lei sia stupida, del film non avete capito proprio un cazzo. Poppy sembra superficiale, ma è soltanto felice. E lo dimostra con la serietà, la cura e l'attenzione con cui si occupa di ciò che le sta a cuore. Non ridacchia sempre come una cretina, non fa sempre facce idiote, non parla sempre a sproposito. Semplicemente, e lo spiega lei stessa nel film, ha trovato la felicità nelle due cose che per lei sono le più importanti: il suo lavoro e la libertà. La verità è che tutte le donne hanno un pezzetto di lei dentro. Ma troppo spesso, se anche trovano il modo di lasciarlo uscire, poi subito dopo, di fronte alla reazione degli altri, si avviliscono, non la smettono più di farsi pippe mentali, fanno qualche passo indietro, si deprimono. Lei invece se ne frega completamente. Fanculo gli schemi. Quegli stivali, li avrà consumati a forza di metterli. Ma le piace così, fine del discorso. Sticazzi che sono scomodi e unsafe per le lezioni di guida. E quelle calze rosa sotto al vestito rosso? Si veste in modo assurdo, si concia in modo assurdo, con pendagli e abiti kitsch al limite del burino, ma dannazione non ha importanza, perché a lei piace così. Insomma ecco, magari essere Poppy. Non Povera Poppy, è cretina. Magari riuscire a stare dentro sé stessi così bene, così a proprio agio, così di buonumore. Che se sei felice e sorridi alla vita, la fortuna te la costruisci. Certo che vale per alcuni di più, per altri meno, che fin troppi partono svantaggiati. Però, essendo io così insicura e lunatica, ricordare che è solo questione di punti di vista, mi tira su. Tantissimo. Mi fa sentire carica e piena d'entusiasmo.
E ora spero noterete la contraddizione lampante che spacca in due il post, perché riassume perfettamente me: divisa in due tra quello che sono e quello che vorrei essere.
Spero che il Natale passi presto. Così magari, non dovendo essere buona e allegra per forza, troverò il modo di esserlo davvero.

invisible ink

rimuginato da franz , giovedì 11 dicembre 2008 15:38

Ok, vogliamo parlare di questa pioggia? Di questo tempo costantemente sull'orlo di, non so, la fine del mondo? Il diluvio universale? Ne vogliamo parlare?
Odio quest'aria apiccicaticcia e carica di umidità, odio bagnarmi inevitabilmente uscendo di casa e restare a squashquashare nelle scarpe per tutto il giorno... odio l'orlo dei jeans che si inzuppa d'acqua fino ai polpacci. Odio i miei maledettissimi capelli ricci, che con questo tempo prima mi si spiaccicano bagnaticci sulla testa e poi asciugandosi puff si espandono a fungo atomico in ogni direzione, diventando persino più intrattabili del solito. Mi sento un po' la signora... sì dai, quella coi capelli bianchi raccolti in una crocchia, otto golfini di colori improbabili tipo marroncino cagarella (indossati uno sopra l'altro, anche con 40 gradi all'ombra), e due occhialoni fondo di bottiglia style, che sospirando con voce gracchiante si rivolge all'amica inseparabile, Certo che non esistono più le mezze stagioni... e questa pioggia, tutta questa umidità, le mie povere ossa la sentono tutta... e chi ci riesce a dormire la notte? Ahi, i miei reumatismi... e mai che mio nipote mi chiamasse per sapere come sto... eh, questi giovani d'oggi..." [soffiandosi il naso in un fazzolettone di stoffa color bianco malaticcio]. E adesso ridete, perché veramente questa poltiglia di muscoli, sangue, ossa e ciccia di cui sono fatta, con l'umidità implora pietà... e la schiena, che ormai di default mi fa sempre male, e quindi faccio caso ai dolori solo quando superano una certa soglia, ritenuta limite della normalità, ultimamente si impegna, si adopera, e il risultato, che dire, toglie il respiro. Ah, e c'ho pure una cicatrice sulla pianta del piede destro (là dove prima si ergeva il mio meraviglioso e particolarissimo neo) che stiracchiandosi ogni volta si ostina a lanciare l'allarme pioggia... magari dovrei dedicarle qualche minuto, spiegarle che ogni suo avvertimento è completamente inutile: ormai piove sempre, insomma dov'è la novità?
In questa cornice, impregnata d'acqua che a strizzarla ti ci fai una doccia, mi ritrovo ogni giorno a pregare di non avere niente da sbrigare fuori casa, almeno nel pomeriggio, così da potermi concedere il lusso di realizzare il più allettante programma che, nuotando a pelo d'acqua, riesco a concepire: starmene tappata in casa a spicciare.
Dove "spicciare" sta per: cazzeggiare, chattare, riordinare e occuparmi di lavatrice e lavastoviglie, coccolare Tori, fissare il vuoto, scribacchiare, guardare film o cazzate su youtube, leggiucchiare (by the way, Le 120 giornate di Sodoma O.O), studicchiare... sì, esatto: tutto a spizzichi e bocconi. Sono vittima del multitasking: non sono capace di concentrarmi su una sola cosa per volta. Ci hanno scritto un articolo su La Repubblica qualche tempo fa... su come le nuove tecnologie abbiano influenzato nel tempo il nostro modo di gestire il lavoro. Ci siamo fabbricati una splendida trappola, una gabbia mentale a cui non sappiamo rinunciare. E poi penso a Chuck (Palahniuk, ovviamente XD). Questi silenziofobi, questi baccanodipendenti. (...) Questi concentrazionofobi, questi svagodipendenti.
Mi sento schifosamente limitata, aggiungendo così al ribollente e ben nutrito calderone l'ennesima ingiuria da scagliare contro me stessa. Perché sì, mi sento limitata, ma mi ci crogiolo con un po' di brodino e qualche lamentela, in questa mia limitatezza, impegnandomi e sforzandomi ben poco per riscattare davvero me stessa.
Grazie al cielo, domani parto. Esatto, fuggo da questi problemucci amministrativi, e torno a bere qualche sorso direttamente dalla sorgente... e sì, la sorgente dovrei essere io, ma insomma bla bla bla... sono felice, quindi shhhhhh.
:)

sweep

rimuginato da franz , domenica 30 novembre 2008 12:38

In queste ultime due notti calde sotto al piumone ho sognato che mi si scheggiava lo smalto nero sulle unghie. Poi anche le unghie, dell'indice e dell'anulare della mano destra, iniziavano a spezzarsi. E mi sono svegliata convinta che fosse realmente successo, entrambe le volte.

Ieri momento indimenticabile nel cesso di non ricordo quale bar/ristorante sulla piazzetta davanti al Pantheon... un bicchiere di Sauvignon e una ciotolina di noccioline, l'adorazione nei miei occhi e sì, tutto il resto. Che rido a ripensarci. Ci perdiamo in parole dolcissime, un po' scherzosamente imbronciate, e nei vicoli del centro, lasciandoci trasportare dalla fiumana di gente... via del Corso, e mi accorgo con enorme disappunto che si respira già aria natalizia, di nuovo. Ma ciò che si agita intorno a noi mi scivola addosso, è tutto quasi bello, sempre. Non mi stanco mai di te. Qualsiasi cosa, persino la più semplice, la più banale... è così squisitamente sospesa un palmo sopra l'ordinario, un palmo sopra la normalità... e questa è solo l'anticamera dell'estasi, ne sono convinta. Ci aspettiamo grandi cose da lei.

Ieri sera con Vale pasta al tonno e Salò o le 120 giornate di Sodoma.
Stanotte grandine... ghiaccio per le strade, mi dicono. Roba da The day after tomorrow.

Stamattina, mi compiaccio della mia capacità di non banalizzare i problemi altrui ed elargire ottimi ed appropriati consigli.
E ora, indecisa su come ammazzare quest'ennesima domenica, riapro il fidato Macmillan cercando di pensare ad una short story di 50 parole dal titolo A sweet revenge...

Insomma, eccoci alla fine di un finto post, scritto per non abbandonare del tutto questo blog a sé stesso.

Questa, è intensità.

carve your name into my arm

rimuginato da franz , domenica 16 novembre 2008 10:58

Devo capire dov'è che resto bloccata.
Una distesa d'acqua, piccole pietre davanti a me tracciano il percorso in una linea serpeggiante di cui non si vede la fine. Nell'acqua ci si può specchiare, e a volte, quando non sono troppo concentrata su dove mettere i piedi per andare avanti, lo faccio: mi specchio. Ora, guardo il mio riflesso dritto negli occhi. Devo capire perché davanti a questa pietra, proprio questa fra tante, non riesco a saltare... e mi fermo, o finisco con lo scivolare e ritrovarmi con l'acqua alla gola, in mille schizzi e grida, come ieri sera.
Mi guardo riflessa. Vorrei solo che tutto fosse facile. Vorrei pensare di poter essere felice, di non essere una di quelle persone che devono distruggere quanto di meraviglioso e distruggibile hanno intorno, quanto di meraviglioso seppur imperfetto (come se la perfezione potesse esistere... lo ammazzerei Kevin Williamson, per averci imbottiti in un momento critico della crescita con le sue stronzate adolescenziali) capita loro. La base di tutto è che ti amo (o qualsiasi altra parola vogliamo usare al posto di "amore", al posto del verbo amare... io ti quello, quella cosa là che sai), e senza di te posso vivere, sì, ma niente avrebbe senso, tutto sarebbe grigio smorto inutile senz'anima, e se io ogni volta che inizio a pensare ai nostri problemi riesco a porre questo presupposto come base, ogni nodo si scioglierà, per forza. Ma per forza non suona bene, necessariamente, inevitabilmente, suonano anche meno bene... mi basta pensare a Vicky Cristina Barcelona per capirlo. Però, ecco, voglio che il presupposto base sia la motivazione, il mio motore. E spero che anche il tempo faccia il suo dovere... perché è anche questo, io ho bisogno di tempo per fidarmi di te. Ok, non rivanghiamo il passato, ma non dimentichiamoci che è esistito... quel passato mi ha resa me, se ora siamo qui è anche perché tutto quello che ho vissuto mi ha resa nel tempo più compatibile con te ("senza quegli anni, sarei piaciuto a Mido?").
Tempo. Indipendenza. Sapermi riacchiappare, non crollare in ginocchio di fronte alle aspettative deluse. Meglio, nessuna aspettativa. Fuori da ogni schema. Io e te.
Se è possibile, accadrà. Io... del mio meglio. Se è umanamente possibile con queste premesse, accadrà. Sei la cosa più bella che riesco a concepire. Non voglio lasciarti andare.

rabbrividendo

rimuginato da franz , mercoledì 12 novembre 2008 16:10

La mia rabbia è conficcarmi le unghie nella pelle bianca indifesa delle braccia, lasciare piccoli solchi. Il mio dolore è farmi colare la cera bollente delle candele sulle mani.

stelle buone

rimuginato da franz , martedì 4 novembre 2008 10:09

Questo luogo si è trasformato in una distesa deserta e abbandonata... si estende a vista d'occhio sotto un sole ininterrotto e caldissimo. Ho tante cose da fare, ma non è l'essere impegnata che mi impedisce di scrivere. L'impedimento principale, quello determinante, è che sono felice. Le mie ansie di oggi sono poco spesse, poco consistenti, poco tangibili. Ho alcuni problemi, uno di questi richiede anche molta speranza, quasi fede, e non è risolvibile da mani umane, ma solo dalla sorte (quindi non è neanche propriamente un problema, ma insomma). Però ecco ci sei tu, e sei il mio pensiero felice... quello che uso per volare; il motore invisibile che mi fa aprire gli occhi la mattina e (cercare di) portare a termine ogni giornata di doveri e attività, di piccole attenzioni per me e lo spazio che ho intorno.
E poi basta che BLEAH mi nauseo... potrei attaccare con la melassa quella vera, zuccherosa da diabete, e densa e appiccicosa... sono proprio folle folle folle. Di amore per te. E schifosamente, schifosamente felice XD

rimuginato da franz , giovedì 23 ottobre 2008 16:53

Scompaio.

Nero, zero

rimuginato da franz , martedì 21 ottobre 2008 17:44

Nero, zero
Niente ormai è più al sicuro
Troppo tempo nel mirino
Pupazzi di pezza e santi
Servi ultimi e clienti
Nero, leggero
Lentamente scaldami, lentamente
Spogliami di questa vita misera
Lentamente toccami, lentamente
Non parlare... baciami
E’ la notte più calda che
Io potrò mai desiderare
Se farò un sogno io
Ti rivedrò sorridere
In ginocchio nuda avanti a me
Mi stringevi
"Franti, amore non andare
Voglio stare con te..."
Nero, leggero
Il guanto di pelle che si stringe
Il sesso duro, forte e teso
Restano soltanto i pezzi
Di una vita
Che si è dimenticata di noi
Lentamente scaldati, lentamente
Prenditi i miei desideri, aprili
Toccali e confondimi
Fino in fondo... perdiamoci
E’ la notte più torbida
Che io potrò mai desiderare
Se farò un sogno io
Ti rivedrò sorridere
In ginocchio nuda avanti a me
Mi stringevi
"Franti, amore non andare
dimmi che mi ami..."
In piedi nudo avanti a te
Vibravo
"Franti, amore non andare
Scopami ancora..."
Lentamente circondami, lentamente
Lentamente lasciami, lentamente
Qui, davanti a te, abbasso gli occhi per non piangere,
davanti a te, mi volto in fretta e non t’illudere
davanti a te, so solo dirti "addio, dimenticami"
davanti a te, non sopravvivono i miei alibi
davanti a te, non sopravvivono i miei alibi
davanti a te, non sopravviverò ai miei alibi
davanti a te, mi volto in fretta e non t’illudere.

[ELETTRONOIR]

piove - governo ladro!

rimuginato da franz , venerdì 17 ottobre 2008 13:32

Parte I
Parliamoci chiaro, io sono contro la legge 133... e sono andata a manifestare contro la Gelmini, oggi. Solo che non sono rimasta. Piove - GOVERNO LADRO! e zuppa e raffreddata com'ero non ho resistito che fino a Termini... insomma sono una finta manifestante. Una manifestante raffreddata che dopo non più di un'ora e mezza ha gettato la spugna (non bastava ad assorbire tutta l'acqua che scrosciava giù dal cielo). Oh, ma, un attimo! Tutti fermi! Dalla redazione mi dicono che... incredibile... dev'esserci un errore... e invece no ecco... mi dicono che ora NON PIOVE PIU'... ora c'è il SOLE! -.-
Questa è la prova che controllano il tempo. Dai, dev'essere così. Anche alla manifestazione contro il razzismo ha piovuto tutto il tempo, finché la pioggia non si è dissolta in un bel tramonto rosa, a Piazza Venezia, fine corteo.
In ogni caso, fuga e doccia bollente, da arrossare la pelle, porta chiusa e vapore.

Parte II
Tutte queste ansie in famiglia fanno quasi svanire il piacevole effetto della doccia, quell'alone di calore confortante, ma insomma tutto si è risolto bene. Quando si invecchia si perde la testa, e tutto ricade sul resto della famiglia. Non voglio perdere la testa. Se non sarò più in me, fatemi fuori. Non voglio essere un peso per gli altri, non voglio smettere di essere me. Per favore.

Epilogo
Mi manchi.

gegen die Wand

rimuginato da franz , mercoledì 15 ottobre 2008 19:09

Pensiero, io non ho più parole... cosa sei tu in sostanza? Qualcosa che lacrima a volte, a volte dà luce... era così, credo... non sono sicura, cito a memoria sensazioni scolpite da qualche parte dentro di me in tempi lontani. E se mi viene in mente Alda Merini, proprio ora dopo tanto tempo, la testa vuota e queste parole che sembrano formarsi dal nulla, deve significare qualcosa.
Realtà parallela. Non so cosa potrà accadere ora. So che ti voglio bene, per non dire ti amo. E se questa volta tutto potesse essere diverso? Diverso e migliore? Questa cosa che mi si agita dentro non so descriverla adeguatamente. E' una gioia sciocca. No... no, è una felicità consapevole. Forse l'unica cosa che mi tiene legata a terra, ora, è che il ricordo, rievocato così troppo spesso in così poco tempo, risulta logorato dall'uso, forse persino un po' distorto, inizia a sfumare. Solo questo mi impedisce di impazzire di felicità completa e totale. No, non solo questo. Ho anche paura. Sì. Ho paura, per questo sto qui che quasi non respiro, e aspetto. Oh, ma ti credo! Quello che emani, il tuo odore... i dettagli. Sono cose di cui mi fido, più importanti di mille parole, troppo spesso elargite senza cognizione di causa (per non dire senza sentimento). Ti credo. Voglio crederti. E voglio piangere, di felicità. Una lacrima soltanto... anzi no, un sorriso, largo quanto tutta la faccia. Perché altrimenti esplodo.
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Fire in Cairo

rimuginato da franz , lunedì 13 ottobre 2008 16:18

Ieri ascoltavo Trust a ripetizione. Piagnucolando, con la gola in fiamme e gli occhi gonfi e lucidi per il raffreddore, scrivevo a penna rossa sul diario. Scrivevo, perché non ti basto io sola? Io voglio te, solo e soltanto te, e perché per te io sola non sono abbastanza?
Poi mi chiami, e ogni parola che pronuncio mi raschia la gola, ma sentirti mi mette di buonumore. Nella tua voce c'è una dolcezza sconosciuta, e il mio cuore si riempie. Poi quelle parole, tanto a lungo invocate, arrivano meravigliose e inattese, mi basti tu. Come se mi avessi letto nella mente, il nodo subito arriva al pettine, si scioglie in un sol colpo. Crederti fino in fondo, fidarmi fino in fondo, sentire di potermi abbandondare tra le tue braccia, finalmente, è tutto quello che vorrei ora. Ma non posso. Un angolino razionale e spaventato di me mi mantiene coi piedi per terra, in mille riflessioni senza via d'uscita. Ho sentito qualcosa di diverso in te, io ho sentito l'amore in te come mai prima. Ora vorrei da te quel minuscolo fondamentale gesto di conferma, gli angoli della bocca che si piegano all'insù, le sopracciglia che si sollevano, un sospiro. Solo che, per come la giri, non esistono certezze.
In fondo,

Non esiste un amore infelice: non si possiede se non ciò che non si possiede. Non esiste un amore felice: ciò che si possiede, non lo si possiede più.
(da "Fuochi", Marguerite Yourcenar)
ed io alzo le mani, resto ad ascoltare. Sì, ci sono. Sono qui.

Il concerto dei Cure sabato è stato spettacolare. Io e Carletta siamo quasi morte, stavamo abbastanza sotto, schiacciate dalla massa pulsante e sudaticcia, aria per respirare a malapena. Hanno fatto tutto il nuovo cd inedito, 13 canzoni, più qualche classico (Lullaby, Fascination Street, The Walk, Wrong Number, Let's go to bed, The End of the World, In Between Days, Love Song, Friday I'm in love, Just like Heaven... e spero di non aver scordato nulla), più di un'ora e mezzo di musica. Il mal di gola era niente male, ma su Friday I'm in love è stato impossibile non chiudere gli occhi e cantare forte. Ero felice. Distrutta, annoiata da tutto il pre-Cure (Giuliano Palma & The Blue Beaters, John Legend, Zero Assoluto, Marracash - anche se John Legend e Giuliano Palma erano passabili) e nauseata dall'atmosfera Mtv (ormai posso dirlo con certezza, io odio Alessandro Cattelan - mi sarò legata al dito la sua uscita greve su Tori Amos quando ancora non se lo filava nessuno, ma lo trovo gretto e antipatico - e ODIO Mtv... è andata peggiorando, e passarci la vita davanti andava bene a 12 anni, a 14 ok come sottofondo per tenersi aggiornati sulle novità, ma ormai NO, mai), ma felice di essere lì. Poi con Carla abbiamo riso tanto, facendo commentini sulle persone e scattando foto idiote. E' stato divertente. Robert Smith, mito vivente. Credo sia l'uomo più brutto e fregno del mondo. Un brutto mostruosamente sexy, direbbe Jessica Stein.
Fire in Cairo la metterò nel mio film, quello che non farò mai.

A thousand hours

rimuginato da franz , venerdì 3 ottobre 2008 13:07

Sono un'idiota. E mi ero riproposta di non denigrarmi più a voce alta, sperando un giorno di adattare il contenuto alla forma, crederci davvero che non sono affatto male. Ma, se non lo faccio qui nei momenti di bisogno, che senso avrebbe questo blog?
Ho scoperto da qualche ora che sabato 11 ottobre ci saranno i The Cure a San Giovanni, gratis (http://www.mtv.it/tv/programmi/serie/dettaglio.asp?id_prog=229&id_epis=531). Quindi mi preparo, ascolto Kiss me, kiss me, kiss me, Disintegration, Wish, il Greatest Hits... ripercorro le ultime tappe di me, Friday I'm in love, All I want, Just like heaven, Cut here, A forest, To wish impossible things... fino alla mia completa perfetta idiozia di questo preciso momento. Non mi sentivo in nessun modo... un po' sospesa, forse. Questo, prima. Stamattina al risveglio, per esempio. Ora sono in ginocchio, scalfita, prostrata dall'ennesima minuscola ferita, che è solo l'ennesima conferma. Potrei definirmi cocciuta, testarda. Oppure cieca. Illusa. Ma non sarebbe del tutto vero. E' l'intensità che non mi lascia libera di rinunciare, di ritirarmi una volta per tutte. I motivi per cui non scompaio. Non scompaio per l'affetto che provo, quel dolce voler bene, per cui mai vorrei che tu restassi solo, io sempre così premurosa, così attenta ai tuoi bisogni, ai bisogni degli altri. E per me, solo per me, quella altrimenti inarrivabile intensità. Il dolore di sapere di essere solo una cosa tra tante altre, non avere punti fermi, non avere certezze. Isteria. E allo stesso tempo quei brividi fin nelle viscere, solo col pensiero... One more time... e come una cretina piango... e fanculo, mi disprezzo per questo. Perché me ne sto qui a piangere. Solo che di fronte alla memoria delle musica non so mai resistere, mi squaglio in lacrime, stupore. Ma ecco, questa rabbia, questa disperazione vibrante, questo disprezzo incazzato per me stessa, sono il mio motore ora. Il motore per scrivere questo post, vomitando sulla pagina parole che hanno poco a che fare con la devastazione che ho dentro, ma sono pur sempre meglio di niente. Il motore per alzarmi da questa cazzo di sedia e sistemare la pila di vestiti accatastati sul letto... portare Tori a spasso, pensare a cosa mettermi stasera, magari leggere (Brevi interviste con uomini schifosi di David Foster Wallace è un amarissimo spasso), ritirare i panni, stendere l'ultima lavatrice... preparare il pranzo. Insomma muovermi, tenermi in movimento, in VITA. Con questa rabbia dentro. Sentirmi viva. Incazzata, e reale.
Toh, oggi è venerdì. Sono innamorata, oggi? Non so se questo è amore. Se questo strazio terribile intervallato da momenti paradisiaci è amore. Poi, pensando all'amore penso a Primo Amore di Garrone. Ci penso spesso. Rifletto continuamente sul fatto di non sapere a livello pratico cosa sia questa cosa che la gente chiama "amore", così spesso - forse, o forse no - impropriamente.
Ora mi scuoto via il fango dai vestiti, e sulla pelle un po' ne resta appiccicato, ma meglio di così ora non riesco a fare. Mi farò bastare me stessa. Farò finta di potermi sentire realizzata in altro. E la morale è: Dovevo nascere uomo.

Buonanotte

rimuginato da franz , domenica 28 settembre 2008 23:31

Inizio a scrivere questo post confidando nel fatto che scrivendo mi venga in mente qualcosa di intelligente da dire. Che poi, perché dovrei dire qualcosa di intelligente? Cosa voglio dimostrare? Non potrei, per esempio, limitarmi a tirare fuori dal cilindro un'idiozia dopo l'altra, poi un bel coniglio bianco, qualche colomba, concludendo poi con una sequela finale di futili considerazioni al limite del paradossale, prima di augurare a tutti una buonanotte, e sogni d'oro?
Mi sento pervasa da una disperazione composta, contenuta, stasera. Soprattutto se penso che prima o poi dovrò spegnere tutto, dal pc al cervello, e andare a dormire.
Per questo ora userò le Poesie di Emily Dickinson (tradotte da Margherita Guidacci) a mo' di Oroscopo dell'I-ching, o di Libro delle Risposte, cercando di far confluire tutta me stessa in una tiepida vibrazione formicolante fino ai polpastrelli, e vedrò cosa esce.

As if the Sea should part
And show a further Sea -
And that - a further - and the Three
But a presumption be -

Of periods of Seas -
Unvisited by Shores -
Themselves the Verge of Seas to be -
Eternity - is Those

Come se il mare separandosi
Svelasse un altro mare
Questo un altro, ed i tre
Solo il presagio fossero

D'un infinito di mari
Non visitati da riva -
Il mare stesso al mare fosse riva -
Questo è l'eternità.

Uhm... interessante. Riproviamo.

Suspense - is Hostiler than Death -
Death - tho'soever Broad,
Is just Death, and cannot increase -
Suspense - does not conclude -

But perishes - to live anew -
But just anew to die -
Annihilation - plated fresh
With Immortality -

L'incertezza è più ostile della morte.
La morte, anche se vasta,
E' soltanto la morte e non può crescere.
All'incertezza invece non v'è limite,

Perisce per risorgere
E morire di nuovo,
E' l'unione del Nulla
con l'Immortalità.

Wow. Giuro che ho aperto veramente a caso.

Prenderò le scale

rimuginato da franz , giovedì 25 settembre 2008 10:12

La mezz'ora più lunga della mia vita credo di averla passata in ascensore, ieri sera, tra mezzanotte e l'una. Ero di ritorno da un cinemino al secondo spettacolo sola soletta (Le tre scimmie di Ceylon, premio per la regia a Cannes, lentuccio ma piuttosto interessante).
In realtà non è stata eccessivamente adrenalinica, come esperienza. Potevo restare murata viva tra un piano e l'altro, ma non è successo. Potevo essere del tutto sola in questa disavventura, ma mio padre, rientrato da poco dal lavoro, ha sentito la campanella d'allarme ed è venuto quasi subito a soccorrermi. Ci sarei rimasta secoli, altrimenti, anche perché il cellulare nel nostro ascensore neanche prende. Poteva finire l'aria, ma non è successo (anche se lì dentro cominciava ad esserci un calduccio preoccupante, e l'aria iniziava a farsi viziata). Io, dal canto mio, ho parlato e mi sono mossa il meno possibile, respirando piano, r e l a x , e lo sottolineo perché è stata impresa ardua, con mio padre dall'altra parte a trasmettermi ansia e a rimproverarmi in maniera random, molto poco sensata e attinente al contesto, perché a) ho preso l'ascensore b) sono andata al cinema al secondo spettacolo da sola.
Alla fine è arrivato l'amministratore dall'armatura scintillante sul suo bianco destrier e mi ha salvata.
Morale della favola, non prenderò mai più l'ascensore.
Ah, e alla fine fine mi sono addormentata con qualche filmino mentale di tutt'altro genere. L'adrenalina, per quanto poca fosse, mi ha fatto questo scherzetto.

[ ora e solo ora capisco Valeriò :/ ]

waiting for the worms

rimuginato da franz , sabato 20 settembre 2008 10:23

Sono tornata nel mio limbo, e ascolto i Pink Floyd. Si adattano a questa liquida sospensione dalle tinte mutevoli, a volte inaspettatamente laceranti, altre volte deboli, così rilassanti per gli occhi.
Nella mia stanza si gela, come sempre inizia a succedere in questo periodo dell'anno, in cui il freddo avanza e i termosifoni sono ancora tragicamente ma comprensibilmente spenti. C'è calduccio, però, nel mio limbo. Anche se qui dentro ogni pensiero, ogni ansia viene congelata e riposta con cura in un luogo protetto e lontano da occhi indiscreti (in primo luogo dai miei occhi), perché qui regna la sospensione, che è scopo principale e ragion d'essere di luoghi del genere, e perché qui bisogna studiare, qui non si può pensare. Non ci si può imparanoiare. E mai e poi mai prendere decisioni importanti.
Dentro questa bolla sono sola, ma ogni tanto qualcuno infila la testa, fa capolino per vedere come me la passo. E va bene così, non mi era mai successo di essere così sola e sentirmi così poco sola. Magari è la volta buona che io riesca a smettere di cercare le persone solo per non restare sola con me stessa. Ora che ho avuto così tante ulteriori conferme del fatto che il contatto non mi fa bene, quando si parla di persone a cui non interessa in particolar modo sapere se continuo a dibattermi nella solita quotidianità o magari, che so, mi sono dissolta tra una goccia di pioggia e l'altra, o sotto uno di questi splendidi, freschi raggi di sole che si sono infilati nella mia stanza stamattina. Che, anzi, stare a contatto con queste persone mi fa sentire come se fossi attaccata al tubo di scappamento di una Clio del '93. Scadenza 1 maggio 1994, come quelle 30 scatolette di ananas Del Monte in Hong-Kong Express. Perché, anche se so che, semplicemente, naturalmente, ognuno è preso dai fatti suoi, essendo io stessa il centro del mio piccolo mondo che riguardo l'autostima va a risparmio (eh, ma le cose cambieranno, eccome se cambieranno... eccole che cambiano già, lo sento, di secondo in secondo), a livello profondo ogni idiozia è la prova della mia completa, schiacciante inutilità, e irrilevanza. Quindi, vai dentro me, non fuori. Insomma, franz, lo dici da secoli (perché sono davvero secoli), riuscirai finalmente a farlo una buona volta? Ma le ansie, soprattutto quelle che io stessa mi sono cercata, questo mare di angosce, accidenti, a volte ci annego dentro. Questa bolla deve resistere agli urti, perché voglio restarmene sospesa qualche palmo sopra la tempesta, magari ancora tutta sgocciolante, a guardare dall'alto lo scatenarsi delle forze della natura.
Quando le onde non saranno più così alte.
Dal di fuori. Uno sguardo. Dentro.
Forse manca poco.

[e dannazione l'ennesimo post che non ho la forza di rileggere, perché ha senso solo per me bimbetta egoista]

rimuginato da franz , sabato 13 settembre 2008 15:51

Le parole mi grattano il palato, mi scorticano. Hanno spigoli duri che mi tagliano dentro. Parlare anche solo di cose inutili certe volte è impossibile. Parlare, a volte, è uno sforzo immane.

Il silenzio che viene alla fine, Deborah Gambetta

Eldorado

rimuginato da franz , venerdì 12 settembre 2008 14:03

Tema interessante, l’attesa. Riducendo un po’ ai minimi termini, potrei etichettare ogni momento della mia vita in questo modo, come un’attesa. E anche i momenti non definibili propriamente come attesa di qualcosa di preciso, sarebbero sicuramente attesa di qualcosa di nuovo, di un assaggio del futuro, o al limite attesa della morte.
Anche ora aspetto, facendo finta, come meglio posso, di non aspettare. Un po’ come faccio sempre. Per esempio, aspetto che qualche nodo venga al pettine, questioni che sono solo questione di tempo… un esame da dare, il piano di studio da consegnare in Segreteria. Le scadenze. Aspetto di svegliarmi sapendo cosa voglio.
Dico di non avere interesse nell’amore al momento, di non andare in cerca della giusta unità che in un punto e una linea combaci col mio punto e la mia linea… ma secondo me mi prendo amorevolmente in giro. Non ho interesse a cercare l’amore in questo momento perché, contro ogni razionalità, ogni parte di me grida di averlo trovato. Lo respiro ogni istante di ogni giorno. E sì, l’amore è un terreno compatto, a tratti umido e friabile, ed io ho la testa immersa nella terra scura, non sento nulla, non vedo nulla, non riesco neanche a respirare. Come anche solo concepire di andare in cerca di qualcosa che si sente in cuor proprio di possedere già? Il mio amore è l’unica cosa che posso possedere. Le persone non si possiedono. Non esistono certezze, non esiste controllo. Questo pensiero mi divide nell’eterna insanabile dicotomia terrore/eccitazione. E ora vorrei solo sapere che se mi butto nel vuoto, in fondo troverò una rete. Ma questa rete non sai non vuoi non puoi darmela. Ed io nel vuoto di nuovo così consapevole di un rischio così alto dalle potenzialità talmente distruttive di un semplice salto io questa volta non mi butterò. Mi avvicino pericolosamente al ciglio, che quasi sento il terreno cedere sotto i piedi, e me ne sto qui a guardare sassolini e terriccio precipitare e scomparire nell’oscurità, perché confido nella mia capacità di sottrarmi al momento giusto, di fare quel passo all’indietro prima che sia troppo tardi. Forse la mia è presunzione. O pigrizia. O noncuranza. Però, è così bello sentirsi in movimento, e questo in larga parte lo devo a te. Da quando ti conosco mi muovo sempre. E ci credo davvero che sia il viaggio, non la meta. L’attesa più che l’evento.
Sto qui, e aspetto.
Ascolto musica, guardo film, leggo, studio, scrivo.
Aspetto. Ti aspetto.
Ma magari in fondo aspetto e basta.

if you want me

rimuginato da franz , giovedì 11 settembre 2008 14:22

are you really here or am i dreaming
i can’t tell dreams from truth
for it’s been so long since i have seen you
i can hardly remember your face anymore
when i get really lonely and the distance causes only silence
i think of you smiling with pride in your eyes a lover that sighs

if you want me satisfy me
if you want me satisfy me

are you really sure that you believe me
when others say i lie
i wonder if you could ever despise me
you know i really try
to be a better one to satisfy you for you’re everything to me
and i do what you ask me
if you let me be free

if you want me satisfy me
if you want me satisfy me

if you want me satisfy me
if you want me satisfy me

Ho visto cose...

rimuginato da franz , lunedì 8 settembre 2008 11:22

Lista provvisoria, in ordine cronologico e con giudizi approssimativi (* = cut here e non pensiamoci più, ** = ho resistito all'impulso suicida, *** = ehi baby, quasi quasi mi hai fatto riflettere, **** = davvero davvero niente male... per fortuna che ci sei!, ***** = l'ammore è ammore *_*, N.B. i titoli senza asterischi li ho ritenuti incommentabili) dei film da me visionati nella 65. Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia. Rettificherò con commenti, un giorno.


Do Visìvel ao Invisìvel
di Manoel de Oliveira [corto fuori concorso]
****
Burn after reading
di Joel & Ethan Coen [fuori concorso - film di apertura]
*****

Lønsj (Cold lunch) di Eva Sørhaug [settimana della critica]
**

Girara no gyakushu / Toyako Samitto kiki ippatsu! (Monster X strikes back: attack the G8 summit!) di Minoru Kawasaki [fuori concorso in collaborazione con il far east film festival di udine]
***

Akires to kame (Achilles and the Tortoise)
di Takeshi Kitano [Venezia 65]
****

Ladri di biciclette
di Vittorio De Sica [fuori concorso - eventi]

Inju, la bete dans l'ombre
di Barbet Schroeder [Venezia 65]
*

Jay
di Francis Xavier Pasion [orizzonti]
***

The Burning Plain
di Guillermo Arriaga [Venezia 65]
*****

Romance de Vila do Conde
di Manoel de Oliveira [corto fuori concorso]
*
O Vitral e a Santa Morta
di Manoel de Oliveira [corto fuori concorso]
**
Puccini e la fanciulla
di Paolo Benvenuti/Paola Baroni [fuori concorso]
**

Dangkou (Plastic City)
di Yu Lik-wai [Venezia 65]
*

Z32
di Avi Mograbi [orizzonti]
**

Un giorno perfetto
di Ferzan Ozpetek [Venezia 65]
**

Nowhere man
di Patrice Toye [giornate degli autori]
****

L'autre
di Patrick Mario Bernard/Pierre Trividic [Venezia 65]
*

Gake no ue no Ponyo (Ponyo on the Cliff by the Sea)
di Hayao Miyazaki [Venezia 65] *****

Muukalainen (The Visitor)
di Jukka-Pekka Valkeappää [giornate degli autori]
***

$e11.Ou7! (Sell out!)
di Yeo Joonhan [settimana della critica]
****

Vegas: Based on a true story
di Amir Naderi [Venezia 65]
***

Il papà di Giovanna
di Pupi Avati [Venezia 65]
***

Eve
di Natalie Portman [corto cortissimo]
***
Vi Der Blev Tilbage (We Who Stayed Behind)
di Martin De Thurah [corto cortissimo]
****
Every Breath You Take
di Igor Sterk [corto cortissimo]
**
De onbaatzuchtigen (The Altruists)
di Koen Dejaegher [corto cortissimo]
****
Logner (Lies)
di Jonas Odell [corto cortissimo]
**
The Butcher's Shop
di Philip Haas [corto cortissimo]
***
Wode (Mine)
di Liu Hui [corto cortissimo]
**

Nuit de chien
di Werner Schroeter [Venezia 65]
**

The Sky Crawlers
di Mamoru Oshii [fuori concorso]
****

Teza
di Haile Gerima [Venezia 65]
***

Rachel getting married
di Jonathan Demme [Venezia 65]
****

Pranzo di Ferragosto
di Gianni Di Gregorio [settimana della critica]
****

Un monde nouveau
di Vittorio De Sica [questi fantasmi]

Lunga vita alla Signora!
di Ermanno Olmi [Leone d'oro alla carriera]

Hurt Locker
di Kathryn Bigelow [Venezia 65]
****

Il seme della discordia
di Pappi Corsicato [Venezia 65]
*

The Wrestler
di Darren Aronofsky [Venezia 65]
*****

Ketto Takadanobaba
di Masahiro Makino [fuori concorso - eventi]

Tornata (per finta)

rimuginato da franz 10:32

Col corpo sono tornata. Sono qui, seduta davanti al pc, racimolando il coraggio per aprire questo modesto ma incomprensibile libro di Sintassi delle lingue del mondo. Ma la mia mente vaga, a chilometri e chilometri da qui, correndo in bicicletta su un lembo di terra umida circondata da acqua e infestata dalle zanzare più tenaci mai viste prima. E' rimasta lì, nel buio della sala. Sono più di 48 ore che non vado al cinema, crisi d'astinenza in corso. Devo disintossicarmi. Tornare nel mondo vero. E accidenti, non voglio. Avrei voluto quel limbo, che continuasse ad esistere così, con semplicità e naturalezza, al di fuori di ogni tempo. Eppure non è stato solo paradiso. Questo viaggio è stato intensità. Momenti di inaudita e inafferabile magia, e momenti di completa totalizzante disperazione. Faccio ritorno al mondo vero devastata, persino più in pezzi di prima. Con un irrefrenabile impulso a scrivere, a creare, il bisogno quasi fisico di correre in libreria a comprare un manuale di regia solo per sentire che un passettino in qualche direzione lo sto facendo. E sentimentalmente, una tra le situazioni più tragiche e strazianti che ora potessi immaginare. Ripiombare nel solito gorgo ancora e ancora e ancora, sapendo che non esiste soluzione, ritrovandomi ad amare e odiare la stessa persona così tanto, di nuovo, daccapo, mi lascia prima di tutto sconcertata. Non pensavo di essere così. Devo essere masochista e autolesionista, e non poco, ma tanto. Insomma, cos'ho che non va per esserci ricascata un'altra volta, pur conoscendo fin troppo bene premesse e inevitabili conclusioni? Quali sono i meccanismi malati che scattano nel mio cervellino bacato? Non esiste soluzione, lo so, l'ho sempre saputo, e allora perché non sono riuscita a tirarmi indietro prima del disastro, perché non so tirarmi indietro ora, nonostante tutte le continue conferme?
Non riesco a parlare della Mostra ora. Quasi non riesco a pensarci. La nostalgia mi riempie il respiro, e non so mettere un punto fermo. Ho imparato grandi cose su me stessa, alcune delle quali mi spaventano e riempiono d'entusiasmo, altre mi spaventano e riempiono di sconforto. Per questo parlo di intensità. Volevo vivere, così è stato. Devastante, atroce, terribile, meraviglioso.
Tornerò a parlarne quando sarò veramente tornata
in me.

Venezia *_*

rimuginato da franz , lunedì 25 agosto 2008 14:55

Preparo la valigia con i Coldplay a palla nelle orecchie, e penso.
Ripenso a questi giorni... così sospesi, così fuori dal mondo. Cose che non ricordavo di poter provare... quei brividi, quelle fantasie ossessive, le farfalle nello stomaco, la notte con gli occhi spalancati puntati sul soffitto, la pancia che gorgoglia eppure la fame non c'è, potresti vivere di aria, e di pensieri... tutto si è sciolto, è colato via con un po' di spremuta d'occhi e un po' di imbarazzo... mi sono sentita così stupida! Così puerile e sciocca, e così meravigliosamente felice... ho pensato che l'amore fosse possibile, ora, per me. E invece ogni cosa si è dissolta ancora prima di iniziare, in una cappa di fumo, Marlboro rosse fumate istericamente, ciccando ogni mezzo secondo nel posacenere. La delusione, cocente, profonda, così dura da ingoiare. Ridicola. Mi sono vergognata. Incazzata. Mi sono chiesta se per caso non resto sempre troppo attaccata al passato. E poi sono fuggita, ho pensato si volta pagina, fanculo gli uomini, ho pensato martedì parto, ho pensato voglio essere felice. Voglio vivere della mia passione, voglio guardare film tutto il giorno, e amare tutto il giorno, amare il fatto di esistere e poter guardare film. La bellezza, e la fuga, e l'immaginazione. Sentirmi bella con le scarpe nuove e i vestiti nuovi, e una biancheria intima degna di tale nome che probabilmente nessuno vedrà.
No anzi, rettifico: non sentirmi bella, ma sentirmi me stessa. E anzi no, non voglio essere felice, ma sono felice.
Sì. Domani parto, vado in campeggio a Venezia per la 65esima edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, e sì. Sono felice.
Le solite banalità, eppure non ho altro da dire, poco altro su cui riflettere. E' ora di far su la valigia, oltrepassare la soglia di questa porta e vivere.

2+2=5

rimuginato da franz , mercoledì 20 agosto 2008 20:41

Ero qui davanti allo schermo del pc, a pensare. Quando sono tornata in me era buio, il buio è sceso senza che me ne accorgessi, e continuo ad ascoltare i Radiohead. C'è osmosi perfetta, in questo momento. E non sono felice, e non sono triste.
Dopo quattro lunghi giorni ai confini della realtà, scambiando il giorno con la notte, respirando Roma d'agosto così deserta, silenziosa... non sono rimasta sola. Di compagnia ne ho avuta anche troppa, tenendo conto di quelle che erano le previsioni. Ho abusato di me stessa, mi sono fatta a pezzi per puro diletto, e sono fusa e sfatta, ma era quello che ci voleva. E' andata bene così.
Noi insieme a sguazzare nella stessa pozzanghera, nell'allegria da stato alterato, Shrek 2 e Animal House, Aladdin e Alice nel Paese delle Meraviglie, nei momenti di silenzio sospeso, nella mia camera buia alle 5 del mattino sospirando tra un pensiero e l'altro.
Nessuno è riuscito a risollevare l'altro dal pavimento freddo, e, anche se ci abbiamo provato, nessuno ha dimenticato mai realmente se stesso. Però, per motivi diversi, eravamo insieme nel gorgo. Insieme e soli, soli e insieme.
E' stato bello.
Domenica notte a piedi fino alla stazione Cipro, ostinandoci a parlare in inglese, seduti in mezzo alla strada deserta alle 2,30 del mattino a discutere del senso di un'esistenza, di verità superiori, di mondi racchiusi in granelli di sabbia, di domande senza risposta. A sconvolgerci il cervello a vicenda, a prenderci cura gli uni degli altri (alcuni più di altri ma fa niente XD).
E sì, sono veramente convinta che la chiave siano le persone. Ma ora non c'è niente da fare, cioè, sto ancora costruendo le fondamenta.
Abbiate pazienza, work in progress.

Alba scura

rimuginato da franz , sabato 16 agosto 2008 12:10

In pezzi. Sono una bimbetta in pezzi. E vorrei ricompormi, incollare insieme tutto di nuovo, pezzetto dopo pezzetto... ma ora proprio non è il momento. E' il momento di tirare su i cocci e andare avanti, a pezzi così come sono ora.
Chi si ferma è morto. Chi si ferma a pensare, è morto.
In questi giorni prima sono stata rapita per una notte da mio cugino, una ventata di novità... L'incredibile Hulk al cinema e poi birretta, e tante tante chiacchiere alcoliche molto piacevoli.
E poi Chicco si è piazzato qui per due giorni, perché non aveva le chiavi per tornare a casa sua. Quell'uomo ha un grande incommensurabile pregio... possiede la rara capacità di metterti a tuo agio in ogni situazione, e la sua semplice presenza ha per me un forte effetto rilassante. Posso dire che mi ha salvata. Solo ascoltandomi, raccontando, guardando film, leggendo e ascoltando musica insieme. Accompagnandomi a portare Tori a spasso, fumandosi una quantità esagerata di sigarette sul mio balcone, mangiando tutti insieme stretti al tavolo di cucina. Per due giorni un amico, un discreto garbato dolcissimo amico, e niente altro, senza pretendere da me altro che ospitalità. Una piccola oasi spazio-temporale, due giorni piacevolmente sospesi.
Ora sono qui, di nuovo sola. Domani mattina prestissimo mamma e Luca partiranno, e allora la solitudine potrò respirarla tutta fino in fondo, riuscirò quasi a toccarla, a sentirmela addosso. Saranno giornate lunghe, lentissime, assopite eppure vive, avrò stampata sulla pelle l'idiozia della quotidianità, e mi ci aggrapperò con tutta me stessa, ne farò una ragione di vita. Perché non ho altro. Non esiste altro. I miei pensieri saranno lame dolorose piantate nel cervello. Sarò sola, ma libera. La verità è che mi sento positiva nella tristezza... anche con queste lacrime in agguato dietro le palpebre, con la promessa di momenti di disperazione e ansia a lungo rimandati... come uno scotto inevitabile da pagare, la conseguenza naturale delle mie scelte. Forse, più che positività, è rassegnazione, finalmente, di fronte al dolore, e alla spesso troppo pressante mancanza di senso... la solitudine, i limiti, la frustrazione, le disillusioni... sono rassegnata.
Devo vivere, tutto il bene fino in fondo, tutto il male fino in fondo. Deve essere così.
Ho scelto.

rimuginato da franz , martedì 12 agosto 2008 17:48

L'ho fatto, e sono di nuovo sola.
Perché ho così tanta paura di stare da sola?

If it was someone you truly loved?

rimuginato da franz 09:24

Ieri sono impazzita... io e Michael siamo andati prima a vedere Ombre dal passato all'Adriano (che, con tutti i ricordi meravigliosi che gli sono legati, ora che incarna il concetto stesso di lenta e inesorabile decadenza, è in grado di suscitare in me un radicato e diffuso senso di profonda malinconia... ripenso alle tonnellate di film con Simone... un'epoca che finisce) e poi viaggio fino alla Feltrinelli della Galleria Colonna... in testa una meta ben precisa: la pila di copie di Breaking Dawn, ultimo capitolo della Twilight Saga di Stephenie Meyer, nella sezione internazionale. Uscirà in italiano a novembre, ma la succosa occasione di leggerlo prima e allo stesso tempo esercitare (anche troppo, è un tomazzo da 750 pagine!) il mio inglese brillava ai miei occhi con la forza di un richiamo dal fascino irresistibile.
E poi devo dire che a leggerla in lingua originale, la sto rivalutando un po', la famigerata Stephenie... al di là della storia che ha saputo concepire, pucciosa e piena di suspance (oltretutto parla di vampiri, e a quel punto chiudo il discorso alzando le mani), anche stilisticamente non è proprio da buttare al cesso. Probabilmente in italiano molto si perde nel processo di traduzione.
Aspetto con impazienza l'uscita del film sul primo capitolo... che bello, mi sento bimbetta felice!
:D

Sogni assurdi. Di me che sclero e mi iscrivo ad una scuola d'arte. Una scuola di Cinema.
No comment.
-.-

clouds in my eyes

rimuginato da franz , lunedì 11 agosto 2008 10:13

Assurdo. Non riesco a scrivere.

Malinconia, e riempire le giornate di parole e musica e immagini. Idee. A volte non riesco neanche a respirare. Vorrei parlare di tantissime cose, ma non ne ho la forza. Sto guardando tonnellate di film negli ultimi giorni... una media di due al giorno.
Vivo un po' in funzione di Venezia, un po' col terrore di Venezia. Ho comprato una tenda, andrò in campeggio da sola sul Lido. Ho l'accredito. Ho i biglietti del treno. Sono eccitata, è qualcosa di completamente nuovo... e dovrò cavarmela da sola. Ma non sarò sola. Questo un po' mi preoccupa. Le persone mi spaventano. Tu mi spaventi. Potrebbe succedere quasi qualsiasi cosa. E ovvio, sono felice di vederti, ma ho anche una paura fottuta. Voglio restare dentro me stessa. Se solo riuscissi a cambiare punto di vista, anche solo di poco angolazione... a vedermi in quel modo... sì insomma, bella.
Mi basta un segno. Solo per capire la direzione del mio futuro. Solo la direzione, non voglio la strada precisa. La direzione. Sento che così sospesa ancora a lungo potrei esplodere.
Il mio mood ora si plasma alla perfezione su questa piccola meravigliosa canzone di Joshua Radin... Closer.
Vorrei intimità e sicurezze. Ma anche no.
Forse invece vorrei gettarmi nella mischia, da sola, allo sbaraglio. E lo farò. Sì, come un coniglio in mezzo alla superstrada, gli occhi rossi spalancati, atterriti. Se un camion mi spiaccica non ha importanza. Ho 20 anni, non morirò mai.

Quelle sicurezze voglio trovarle in me, non in altri. E mi risulta davvero troppo ironico e divertente pensare che alla fine, posso parlare di mille argomenti, e girarci intorno, e vivere cose che momentaneamente mi distraggono, ma alla fine il tema ricorrente di questo blog, il filo conduttore tra un post e l'altro, è la somma più o meno equilibrata di paure, insicurezze, incapacità di volermi bene e spasmodica ricerca di questa sacra e irraggiungibile fiamma d'amore per sé stessi... potrò dire, un giorno, di aver raggiunto la meta? Sarò migliorata, nel corso di questi anni? O continuo a dibattermi nello stesso preciso punto, come un pesce preso all'amo, con pochi istanti ancora da vivere in un mondo senza componenti respirabili?
Sono convinta che sapere cosa voglio diventare sia un nodo cruciale. O forse solo una conseguenza di tutto il resto. E se solo, se solo sapessi che la via è il Cinema, getterei tutto all'aria per questo. Consacrerei la mia vita.
Ma la verità è che non lo so.

nach Hause

rimuginato da franz , lunedì 28 luglio 2008 18:23

Oggi, 5 anni fa, muore Simone. Oggi, lunedì come allora. Oggi per caso avevo appuntamento dal dentista, proprio come quel lunedì.
Denti, che cadono. Parenti morti.

Week-end surreale.

Inizio in grande stile con due ore di viaggio in regionale Roma-Albinia, in piedi.

Pizza alle cipolle, pasta alla ricotta, pane sciapo e caciocavallo, pasta al pesto, liquore al cioccolato, gelato al pistacchio.

Lonely Day, alle 2 di notte in macchina nel tragitto fino a Orbetello, tutti e cinque cantando a squarciagola.

Cruciverba sulla spiaggia, tra cervelli cotti dal sole e seccati dal vento:
franz: "Uomo tarchiato e fortissimo... 1-2-3-4-5-6 lettere..."
Vavu: "Buddha!"

Un pensiero a chi sa solo prendere senza mai dare, a chi ama sbattere in faccia agli altri tutto ciò che è, e ama parlare, parlare, parlare, ma quando poi viene il suo turno di ascoltare, puoi scommetterci che ti girerai con aria speranzosa e puff, il deserto del Gobi.

Il grosso ragno grigio peloso, molto tarantola delle foresta Amazzonica, l'abbiamo chiamato Gertrude. Resterà sempre nei nostri cuori colmi d'adrenalina. Riposa in pace, amen.

franz, l'ipocondriaca che si lava i denti compulsivamente e dorme con le falene. Vavu, la palletta dalle manine d'oro.

Ci sono amicizie che non sono definibili. Perché se dovessi definirle, ti accorgeresti che sconfinano in qualcos'altro che non si riesce a capire fino in fondo.

E ora vado alla messa in memoria di Simone. Come se facesse differenza, come se avesse un reale significato. Mi piacerebbe poter dire che sì, in Dio non ci credo, ma almeno credo negli uomini.

Vorrei non aver bisogno delle persone. Fanculo.

watch the world burn

rimuginato da franz , venerdì 25 luglio 2008 14:23

Con lunedì scorso anche per me si è chiusa la sessione estiva. Ora posso dire di essere in vacanza. Giornate di ozio corroborante, libri musica film... sole. Finalmente sono andata al lago, comincio a costruirmi mattoncino dopo mattoncino un colorito umano. Riscopro il piacere di perdere tempo.
Ho visto l'ultimo Batman due volte in due giorni, per cause di forza maggiore, e non riesco a smettere di pensare a Heat Ledger... quello che non mi uccide mi rende più... strana! e poi che colonna sonora! E quant'è frrregno Christian Bale! Ma vabe'. Insomma, mi è piaciuto. Non condivido la necessità avvertita da altri di schierarsi per forza nello scontro Tim Burton vs Chris Nolan... per come la vedo io, offrono due punti di vista sufficientemente diversi per essere apprezzati entrambi, ed io personalmente sono entusiasta. Ho amato il Batman di Burton, ma anche quello di Nolan... è riuscito a strapparmi il cuore.
Che altro?
Sto andando dalla psicologa una volta a settimana.
Mi sono chiusa su Death Note.
Ho deciso che l'anno prossimo studierò Arabo, a caccia di qualcosa di profondamente diverso, alla ricerca di nuovi stimoli, di sfide.
I capelli crescono. Lentissimamente, ma crescono.
E poi ho trovato qualcuno. O qualcosa in qualcuno? Non so. Ma qualcuno c'è. Alla fine l'ha spuntata, lui direbbe così, asd. E il sole splende sulle nostre braccia bianchicce cadaveriche.
:)
Questo week-end, fuga a Talamone dalla mia amica-mammina. Sole, mare, film, coccole. Magari baldoria. Ma magari no.
Voglio pace, calma, respiri profondi. Voglio scrivere. Voglio dedicarmi a qualcosa con amore, voglio dentro di me quella sacra fiamma. Quella che arde quando metti te stessa in qualcosa, quando lasci in qualcosa un pezzetto di te, infondendo la vita.

Vorrei non aver bisogno di altro che di me stessa. Impossibile.

Hoppípolla

rimuginato da franz , domenica 13 luglio 2008 09:47

Ieri sera concerto dei Sigur Rós. Non avevo mai provato niente del genere. E' stato meraviglioso... qualunque cosa riesca ad annullarmi così, ad assorbirmi, svuotarmi la testa e riempirmi di... non so, amore? Non so dire cosa fosse... era felicità di essere lì, di non avere pensieri tangibili, sentirmi bene, sentirmi VIVA. Quella felicità consapevole, perché ha in sé il dolore e la malinconia della vita, al livello più profondo possibile. Qualcosa che ti fa sorridere nonostante il dolore (di vivere) e la tristezza (di vivere), pensare Voglio essere qui, voglio esistere anche solo per momenti come questo. Lacrime, e pelle d'oca. E sì, Valeriò, troppo vero: se il Paradiso esiste, la colonna sonora è dei Sigur Rós... ieri dopo Sæglópur, dopo Hoppípolla... ne ho avuto la certezza. Eh eh. Mio fratello dice che se il Paradiso esiste, le musiche sono affidate ai Kiss... bah, ha travisato senz'altro... oppure è solo così invasato, e lo posso capire. Quando si tratta di cinema, musica, al limite arte in genere... beh lo capirò sempre. Ci capiremo sempre. Non saremo mai soli.
E ora, dopo una settimana io e Tori sole solette, io a studiare (e prendere miracolosamente 30 all'esame di lingua e traduzione inglese, la bellezza di 12 crediti), ingozzarmi di schifezze, guardare film, leggere, farmi di Sigur Rós e Coldplay (l'ultimo cd è SPE TTA CO LA RE), Tori irritabilissima a sonnecchiare sulle mie gambe, il resto dell'allegra combriccola a fare il bagno a Tropea... boh dopo questa alienante ed a suo modo meravigliosa settimana, oggi l'incantesimo si spezza: tornano tutti. Quindi con Takk... a palla nelle orecchie, la testa ancora alla Cavea dell'Auditorium, mi accingo a rendere questa casa presentabile... e a cercare di studiare per l'ultimo mortalmente noioso esame di linguistica tedesca.

P.S. chiunque mi incontri per le strade di Roma, occhiali rosa e rossi, cespuglio/fungo atomico in testa (momentaccio, la mezza lunghezza), e maglietta viola dei Sigur Rós, è pregato di attaccare bottone... dirmi Ciao, anche a me fanno impazzire i Sigur Rós!, entrare nella mia vita e rivelarsi una persona meravigliosamente compatibile. Insomma... sennò che l'ho comprata a fare?! XD

Ed ecco la setlist della data di Roma... mitica ivana85 dal sito lastfm.it ;)

A chi succhia

rimuginato da franz , domenica 6 luglio 2008 11:49

Lascia stare
non mi chiedere più niente,
fallo per favore.
Hai succhiato
sufficientemente energia:
ora vattene via.
E portami con te, se vuoi,
nelle ciance vergognose che farai.

Ti odio: tutto qua.
Come i soldi, come la slealtà,
come chi volta le spalle e se ne va.

Ma lascia stare
e non mi coinvolgere mai più,
se ti riesce.
Ti ho spiegato,
sempre nulla hai capito; e ormai
non c'è altra opportunità.
E sappi bene che
non avrò blandizie da vendere, non a te.

Ti odio: tutto qua
Come i soldi, la disonestà
e chi giudica con ottusa vanità.

Non c'è volontà di comprendere
e questo corrompe la società,
cui riesce più semplice credere
che i buoni son qua e i cattivi là.

[Marlene Kuntz]

Labbra blu - Diaframma feat. Cristina Donà

rimuginato da franz , mercoledì 2 luglio 2008 12:54

Bliss

rimuginato da franz , lunedì 30 giugno 2008 09:26

Mi perseguiti, sei nei miei pensieri, nei miei sogni, nello spazio tra una parola e l'altra. Sei ovunque. Ti amo e ti odio. Ma ieri. Ieri ho provato qualcosa, qualcosa che con te non ha niente a che fare. Ed è stato un istante, un porto sicuro, un rifugio efficace per un attimo, le ansie non sono riuscite a seguirmi lì dove mi trovavo, le porte erano chiuse, il mio scatto fuorviante. I pensieri placati sono rimasti silenti, senza parole per articolarsi. E' stato un attimo, ma in quello sguardo avrei voluto perdermi e non ritrovarmi mai più, perché la pace, quella pace...
Il sole al mare cuoce la pelle. Qui a casa, in mutande e pancia all'aria dal caldo, oggi voglio studiare. Con l'aiuto di Così parlò Zarathustra, i Muse e Cristina Donà, anche lingua e traduzione inglese per la temutissima arpia urlatrice verrà debellato. Preparato a dovere, in modo quasi inattaccabile. Aspettando, forse questa volta qualcosa di diverso.

it ripples our reflections

rimuginato da franz , mercoledì 25 giugno 2008 12:47

Amo le note basse. Quelle che ti vibrano dentro, che ronzano, gorgogliano. Nascono dalle viscere, una voragine. Sono come completamente assorbita da qualcos'altro, sono quella vibrazione che si propaga, con le movenze di un'onda, un respiro profondo. Penso ad un suono gutturale, alla magia dell'origine del linguaggio... penso a Dominic Matei in Youth without youth... cogliere il preciso momento in cui quel verso così potente e primitivo viene articolato per la prima volta, all'alba dei tempi, l'aria immobile, il significato che lacera il silenzio, e la realtà viene plasmata.
Ascolto, mi lascio pervadere, ed è un momento tormentato, ma meraviglioso.
E sì, amo infinitamente essere qui, e avere orecchie per ascoltare. Fino alla nausea, fino all'alienazione. Fino alla morte.
Ognuno si fa di quello che trova. Ora mi faccio di Massive Attack, di Radiohead. Susanne Bier e David Sedaris. Di tutto quello che mi passa tra le mani.

P.s. e sì, vorrei anch'io poterlo dire, di essere venuta sulle note di Idioteque live... :)

Angel

rimuginato da franz , venerdì 20 giugno 2008 10:28

Non ho più le parole. Sono bloccata, congelata in un istante, con la netta impressione che se ci provassi non riuscirei neanche a sbattere le palpebre, e se anche ci riuscissi non farebbe differenza. Così mi dibatto in scosse e convulsioni immaginarie, resto con lo sguardo fisso nel vuoto, l'unico movimento quello di una lacrima ogni tanto, quando mi distraggo, e la sento scivolare giù prima che io riesca ad acchiapparla e ricacciarla indietro.
In trappola. Tra quattro pareti coperte di poster e troppi, troppissimi ricordi. Tutto perché ora lui sembra se non propriamente normale, meno malato di prima. Tutto perché mi sono probabilmente raccontata un mucchio di balle, ho enfatizzato il lato negativo della situazione per staccarmi da lui, rimuovendo il lato positivo anziché elaborandone il lutto a poco a poco come sarebbe stato più giusto, e sano. Perché facevo finta di no, ma aspettavo. In fondo me ne rimanevo lì ad aspettare, con la testa da un'altra parte, mille distrazioni, convincendomi che la tempesta fosse passata. Sono un'idiota. E devo avere qualcosa di serio che non va, se rimango così appesa e tesa verso qualcosa che non fa altro che procurarmi sofferenza e frustrazione, coltivando quella rabbia senza nome che ho dentro da troppo, troppissimo tempo. Da quando Simone è morto, forse. Illudendomi, ma no, non illudendomi. Consapevole che ciò che vorrei non è possibile, ciò che vorrei non esiste, la persona che vorrei non esiste. Continuando a stare male. Tutto anche perché quell'intima convinzione che alla fine un posto per me non ci sia (e quindi neanche la persona giusta per me), quella lontana convinzione nascosta sotto strati e strati di altra roba, a fare da solida base per tutto il resto, è rimasta appunto lì sotto, sepolta, ma immutata. Nel suo piccolo rivoluzionante, distruttiva. Non riesco a convincermi a studiare con impegno cose che non mi interessano. Non so più scendere a compromessi, tapparmi il naso mettendo da parte sogni e desideri. Non ho più sogni, non più desideri, e non riesco neanche ad aggrapparmi al mio odioso dovere. Sola coi miei pensieri. Questo mi rende da un certo punto di vista felice, dall'altro disperata.
Disperata. Non incontrerò mai qualcuno che si incastri con me alla perfezione, i miei difetti e i miei pregi modellati sui suoi e viceversa, in una lunga linea curva, spiraleggiante, morbida. La mia unica forza ora sta nel mio sentirmi sola e disperata. Sola in questo sentimento, sola in questa precisa condizione esistenziale, nel preciso fotogramma della mia disperazione pacata e morente.
Riesco solo a pensare che voglio andare al concerto dei Massive Attack, follemente questione di vita o di morte. Che forse i biglietti saranno finiti. Che non so con chi andarci, e te l'ho chiesto di accompagnarmi, è vero, ma in realtà non voglio andarci con te.

to wish impossible things

rimuginato da franz , mercoledì 18 giugno 2008 12:18


remember how it used to be
when the sun would fill up the sky
remember how we used to feel
those days would never end
those days would never end

remember how it used to be
when the stars would fill the sky
remember how we used to dream
those nights would never end
those nights would never end

it was the sweetness of your skin
it was the hope of all we might have been
that fills me with the hope to wish
impossible things

but now the sun shines cold
and all the sky is grey
the stars are dimmed by clouds and tears
and all i wish
is gone away
all i wish
is gone away

all i wish
is gone away


"...but never stop wishing" -.-'

The Cure

Le conseguenze dell'amore

rimuginato da franz , venerdì 13 giugno 2008 13:11

Questo è il tipico post che infine scrivo solo perché sono successe troppe cose, e se non scrivessi, neanche qualcosina di ambiguo ermetico incomprensibile come mio solito, mi sentirei soffocare. Perché pensieri in testa, troppi, che ci nuoto dentro a pelo d'acqua e per poco non affogo.
La cosa meravigliosa è che mi sento viva. La cosa meno meravigliosa è che probabilmente ho fatto e farò una marea di stronzate. Di quelle che sì, ti fanno crescere e ti fanno scoprire cose su te stessa, ti fanno entrare in contatto con te stessa, con ciò che sei e ciò che vuoi, e bla bla bla. Però, insomma. L'intensità non è sempre positiva. Ma sempre splendida. Quindi sì, ecco, in definitiva mi sento viva.
Vado alla conquista di me stessa. Ho smesso di buttarmi a capofitto nelle cose senza farmi domande. Agisco, spesso d'istinto, sì, ma poi rifletto. E sono razionale ed impietosa nel momento della riflessione, non ho paura di scoprire cose scomode su me stessa, voglio solo la verità. Perché solo conoscendo la verità sono in grado di scegliere, decidere di volta in volta senza andare contro me stessa. Lo scopo è tradirmi il meno possibile. Tutto va bene. Lo squallore, la disperazione, l'apatia. Tutto. Per raggiungere la cima è necessario toccare il fondo, a volte. Tutto. Purché io mi ritrovi soltanto dove voglio essere.
Ora ho terribilmente paura delle mie emozioni. Di non essere in grado di decifrarle correttamente, di sbagliare nell'analisi. Paura dell'ansia, degli attacchi di panico e solitudine che mi stringono lo stomaco. Ho sempre paura del dolore. Dei pensieri scomodi. Ma mi sento forte. Mi sento integra, mi sento pura. Io che sono sempre insicura, sui miei pensieri, sul mio aspetto fisico, sulle mie capacità in senso generale... tiro tutto su e vado avanti a testa alta. Come se non avessi niente da perdere. Come se alla fine ci fossi riuscita a convincermi che se mi comporto altrimenti ho già perso in partenza.
Ascolto la colonna sonora de Le conseguenze dell'amore di Sorrentino. E mi chiedo perché ciò che riesce ad entrarmi dentro e riempire il vuoto debba anche essere inevitabilmente così complicato. Emozioni, e nostaglia. Delle possibilità impossibili.

Settembre

rimuginato da franz , mercoledì 4 giugno 2008 13:01

il sole a settembre mi lascia vestire ancora leggera
il fiume riposa negli argini aperti di questa distesa
tu mi dicevi che la verità e la bellezza non fanno rumore
basta solo lasciarle salire, basta solo lasciarle entrare
è tempo di imparare a guardare
è tempo di ripulire il pensiero
è tempo di dominare il fuoco
è tempo di ascoltare davvero
l'amore a settembre mi ha fatto sentire ancora leggera
il giorno sprofonda nei solchi bruciati di questa distesa
tu lo sapevi che nessuna gioia nasce senza un dolore
basta solo farlo guarire, basta solo lasciarlo entrare
è tempo di imparare a guardare
è tempo di ripulire il pensiero
è tempo di dominare il fuoco
è tempo di ascoltare davvero
è tempo di imparare a cadere
è tempo di rinunciare al veleno
è tempo di dominare il fuoco
è tempo di ascoltare davvero
l'amore a settembre mi ha fatto sentire ancora leggera

[Cristina Donà]

Ok Computer

rimuginato da franz , domenica 1 giugno 2008 10:38

I sogni, non aiutano. Nei sogni accade tutto ciò che più vorrei accadesse, tutto ciò che più temo accada. E il risveglio dal sogno forse uccide, mai tradisce (Afterhours).
Mi sono informata. Proprio come pensavo, coi soggetti ossessivi la miglior strategia è rimanere immobili, come col Tyrannosaurus Rex. Bisogna restare fermi, decisi, inamovibili. Sempre con lo stesso identico atteggiamento, le stesse parole. Non farsi prendere dal panico. Non sciogliersi di fronte a niente. Una gran bella prova per me, che odio negarmi, prendere risoluzioni così nette e decisive quando si tratta di altri esseri umani. Ogni volta che il cellulare squilla, un sussulto. Ogni occasione buona per tornare a rimuginare, e l’ansia. Un momento di prove, questo. Fantastico.
Ad ogni secondo che passa mi accorgo sempre più inequivocabilmente che gli altri devono starmi lontani. Animale sociale un cazzo. Nessuno può aiutarmi davvero, al massimo può fare da contorno, amabile distrazione, buonumore effimero momentaneo indotto. Che se non ci fosse sarei a pezzi. Ma non posso contare su nessuno. Non per colpa degli altri, per colpa mia. I film che mi sparo sulle persone finiscono per uccidere tutto. Partendo da me, attraverso le situazioni, fino a far fuori chiunque mi stia intorno. Non è il momento di amare, provare emozioni forti. Non è il momento di fare affidamento sugli altri, su ciò che penso, mi illudo, gli altri siano. E’ il momento di trattenere il respiro. Sospendere ogni giudizio. Proiettarsi nello spazio vuoto.
Penso troppo, vero. Sempre, troppo. Ma ne uscirò. Prima o poi ne uscirò.
Ascolto Ok Computer dei Radiohead. Si finisce sempre col tornare alle proprie origini. Mi sento strappare il cuore.

Cincischiante

rimuginato da franz , venerdì 30 maggio 2008 19:05

Mi sono vista La Casa di Sam Raimi e Saw III che, confesso, ancora mi mancava. In questo momento ho bisogno di vedere sangue che sgorga a fiotti, arti mozzati, budella che fuoriescono. E apprezzo molto le trovate particolari... per esempio, ne La Casa che è una gran grezzata, e proprio bello, alcuni momenti, come Cheryl in balia dei rami degli alberi che la bloccano attorcigliandosi intorno a polsi e caviglie, e poi si insinuano sotto la gonna... oppure Ash che lotta col corpo posseduto (dal cui collo sgorga una cascata di sangue) e zombificato di quella che era la sua ragazza, e la testa mozzata di lei osserva ridendo la scena...
Sto anche scrivendo. Frammenti, niente di più. Ma erano mesi e mesi che non scrivevo qualcosa, così di getto e con tanto piacere.
L'unico problema è che dovrei studiare, invece cincischio... sono proprio una studentessa degenere.
In realtà mi sento proprio cazzuta at the moment. Sono sola, e libera. Estate :)

The Million Dollar Hotel

rimuginato da franz , giovedì 29 maggio 2008 14:47

Un post per il contraccolpo.
Perché dannazione sto facendo tante nuove esperienze ma ultimamente tutto si condensa in un sospiro sull'orlo di qualcosa, di un abisso, non so. Il vuoto d'aria prima della discesa a picco del Niagara a Mirabilandia.
Tutto va a puttane. Per modo di dire eh, che insomma alla lunga vivere nel mondo dei sogni non giova affatto all'autostima, né ad un eventuale equilibrio mentale. Non si può dare la colpa agli altri per l'assenza di qualcosa... che ne so, l'incapacità di voler bene, di sapersi distaccare per un secondo da sé stessi e dal proprio egocentrico microcosmo e fare un passo indietro per non ferire qualcuno, oppure semplicemente l'assenza di quel brivido che c'è o non c'è, e non ci sono compromessi o vie di mezzo, insomma, 'n ce so' santi. Nel primo caso posso solo che incazzarmi, inorridire una volta in più, con le mani tra i capelli, spiazzata, senza sapere cosa rispondere, senza sapere se rispondere. Sentirmi una voragine di vuoto dentro, per aver amato. Per essermi concessa quasi senza riserve. Nel secondo caso invece me ne resto a braccia conserte. Chiudo gli occhi e annuisco. Deglutisco, con le lacrime in gola. Tanto non c'è nulla che io possa fare, tranne cercare di dimenticare di aver provato qualcosa.
Io non ho bisogno di stare con qualcuno. In passato probabilmente ho preso decisioni opinabili, commesso errori. Senza i quali però ora non sarei in grado di dire che stare con qualcuno non mi interessa. Stare con qualcuno tanto per starci, intendo. Se non ci sono le farfalle nello stomaco, se non c'è quella morsa, quel brivido di terrore totalizzante. Sono piena di distrazioni, persone che adoro, altre con cui trascorro del tempo senza pensieri. Non ho bisogno d'altro, se altro non c'è.
So che una punta d'orgoglio la sento, anche quando deglutisco amaro. Perché ho smesso di essere scelta. Ho iniziato a scegliere. E ho scoperto a mie spese gli inconvenienti dello scegliere qualcuno... perché se non si è scelti in risposta, se non si è ricambiati, la sensazione non è propriamente delle più piacevoli. Anzi, fa abbastanza schifo. E' un misto di crollo dell'autostima, frustrazione, imbarazzo, disperazione. Non mi ero mai esposta così, e consapevolmente. Quella parole che mi sono ascoltata pronunciare, facendo finta di non essere io a parlare, quel momento in cui ho preso la situazione tra le mani, è stato un salto nel vuoto. Un salto consapevole nel vuoto. Non l'avevo mai fatto prima. Insieme a tutto il resto del mio bagaglio esperienziale, anche questo fa volume. E non mi sento la stessa persona che ero ieri, ogni istante che passa mi sento diversa, e sempre più lontana da quello che credevo di essere. Immagino sia questo il bello. Comunque, dato che negli ultimi mesi ho assaggiato solo l'amaro, e assaporandolo con gusto fino in fondo... adesso mi chiedo, quand'è che arriva il dolce?
Anche se a volte mi sento dannatamente sbagliata, intimamente alla fine credo di essere una gran bella persona. Ma me ne dimentico sempre.
In giornate come oggi. Anche se un'amica ti salva con shopping selvaggio per bancarelle, il compito di trovare il regalo di compleanno per un amico, iniziare a concentrarsi su un progetto troppo a lungo rimandato, comprando qualcosa di imbarazzante ma molto utile... da sola, non sarei mai riuscita. Ma poi sola ci sono dovuta rimanere, come devo rimanerci sempre. Sotto la pioggia, zuppissima, per recuperare un motorino lasciato dove col pensiero ora preferisco non indugiare. Zuppissima, più pensieri nella mia testa che pozzanghere per la strada. Acqua sul parabrezza, acqua sugli occhiali, e sì, forse un po' pura con tutta quest'acqua mi ci sento. Pura, ma anche un po' persa. Ascoltando una colonna sonora splendida, ma triste. La musica custode degli stati d'animo perduti. Non indugio, non mi deprimo, non mi crogiolo nell'autocommiserazione. Semplicemente, ho bisogno della forma adatta a quello che provo. Per sentirmi in osmosi con l'ambiente. Quindi una musica triste ora che sto di merda non mi rende più triste, mi fa piuttosto sentire meglio, adeguata alla circostanza e in una circostanza adeguata a me, mi fa sentire giusta. E poi, questo film di Wim Wenders è qualcosa di piccolo e meraviglioso, in sé compiuto, e la soundatrack come se dice qua spigne.

Let me love you true, let me rescue you
let me bring you to where two roads meet

Ciao pc

rimuginato da franz , lunedì 26 maggio 2008 10:54

Cannes 2008: Grand Prix a Gomorra di Matteo Garrone e Premio della Giuria a Il Divo di Paolo Sorrentino.
:D

Stanotte ho dormito molto poco. Mal di gola, caldo. Incubi.
Amo poche cose quanto ascoltare la musica di notte, nelle cuffie... tutto intorno tace, e buio. Ok computer dei Radiohead in dormiveglia tre, quattro volte di fila.
Poi stamattina mi sono addormentata, sogni di ospedale, malati terminali, addii.
Ah, Chicco, che tanto non leggerai mai: Stanotte stavi per morire. Per fortuna mi sono svegliata prima. Forse alla fine dei conti sei ancora vivo.

Sto lavorando intensamente su me stessa per:
1) pensare meno e agire di più ( N.B. farsi pippe mentali non viene considerato come azione)
2) isolare la gola ed ignorare il fatto preoccupante che stia andando a fuoco, e ormai da 4 giorni
3) impegnare il tempo in modo utile e produttivo, tipo studiando, da qui alla lezione di oggi (per cominciare)
4) come mi ha giustamente fatto notare Vavu poco fa al telefono, oggi è terribilmente lunedì, quindi
Franzina mettiti l'anima in pace e stattene buona buona a braccia conserte a pensare ad altro

Non c'è un tubo da fare. Se non il mio maledettissimo dovere.
Ciao pc.

15 steps

rimuginato da franz , venerdì 23 maggio 2008 19:35

Ehm. Ha quasi dell'assurdo, ma credo di sapere cosa voglio.
Nell'immediato, e in piccolo. Ma è già qualcosa.
E comunque, sempre un lungo e profondissimo respiro prima di venire a prenderti, che col vento che tira non si sa mai.
Sono una porta spalancata. Ed è mostruosamente eccitante.
Mi sento viva.

:D

Anice stellato

rimuginato da franz , giovedì 15 maggio 2008 18:06

Mi sto quasi assuefacendo alla sensazione di avere lo stomaco vuoto, vuoto che un po' gorgoglia, un po' tenta di autodigerirsi.
Comunque, ho pensato molto a quella sensazione, quella che mi scaturisce dalla visione di Hotel Chevalier. Allo stupore, alla meraviglia. Beh ecco, è la bellezza. La compiutezza, la precisione... l'esatta compenetrazione di forma e contenuto. Qualcosa di folgorante. Non riesco a smettere di pensarci. Vorrei che ogni istante della mia vita, che alla fine è un po' grigia, un po' insulsa, costellata di ostacoli e problemi che alla fin fine non sanno di molto, se paragonati al magma gorgogliante delle strazianti pene vissute dall'umanità tutta, giorno dopo giorno. Sì, le solite cose. In fondo, la banalità. Ecco, vorrei che niente fosse banale. Neanche il gesto di togliere il cappuccio all'evidenziatore, in biblioteca. Magari qualcuno sta guardando, sempre. Assurdo. E' una cosa che sin da piccola ho sempre pensato. E se qualcuno, in questo preciso istante, mi stesse guardando, non visto? E non si tratta di modificare i gesti per gli occhi che li guardano, ma solo di dare al contenuto la forma più esatta in quel momento. Come se la mia vita fosse un film. Forse è questo il mio problema, la voglio troppo come un film. Il controllo, la poesia. Spero troppo che sia un film. Che alla fine, anche se labile sottile quasi impossibile da cogliere, che alla fine ci sia un senso. Almeno, che ci sia la bellezza. Il sublime (asd, per Laura: non esattamente quel sublime).
Ah, e pensavo anche che ci sono delle priorità. E che dovrei proprio rivederle, le mie priorità.

Annuso l'odore dolcissimo dell'anice stellato. Chiudo gli occhi.
Via, che alla fine ce posso sta'. Ora vado a studiare.
:)

La miglior vista di Parigi

rimuginato da franz , mercoledì 14 maggio 2008 20:28

Animale sociale, eh? Uhm.
Ho l'impressione che tutto mi scorra tra le dita, senza lasciare traccia. Che il tempo corra troppo, troppo svelto.
Immersa in Hotel Chevalier, il corto di Wes Anderson da vedersi prima di The Darjeeling Limited.
I dettagli. Uno dei tanti mondi paralleli, e mi sbocciano dentro uno stupore, una meraviglia che non capisco bene fino in fondo. Per un istante mi sento piena, anche se con un po' di malinconia. Come se si trattasse di qualcun altro. Non sono emozioni veramente mie, sono mie solo per riflesso. Ma stanno lì, ed è bellezza. Emblema delle infinite possibilità. Che sono anche mie possibilità.
From now on, selettività. Uffa. Basta lasciarsi vivere.
:*

Samskeyti

rimuginato da franz , martedì 13 maggio 2008 08:23

Sospesa. Euforica in modo sospetto. Molto confusa.
Qual'è la strada che comporterà per me meno dolore, e quale la più giusta? Penso che non voglio riaprire le ferite. Poi penso che forse non si sono mai chiuse. Ahimé, la cicatrizzazione è una realtà remota.
Mio fratello e mio padre sono partiti oggi per Verona, stasera c'è il concerto dei KISS (dove la parola Kiss va enfatizzata, quasi gridata, come fanno per tutto il film in Detroit Rock City, asd).
Io qui in casa, voglia disperata di contatto umano, resto ferma immobile, quasi non respiro, in questa patina di solitudine che non oso spezzare, che vorrei anzi coltivare, amare. Mi mancano poco meno di mille domande per il concorso. Sbatto al testa su matematica, e scopro che questa matematica un po' scemetta alla fine mi diverte. Musica: All the trees of the field will clap their hands - Sufjan Stevens, Lonely day - System of a Down, House of the rising sun - The Animals.
Tornerai veramente? Non faccio che pensarci. E come potrà essere? Fino a svanire e ridere, morire oppur rivivere? Ma, riempiendosi la bocca di Afterhours, per qualsiasi questione legata all'amore, in questo momento e sempre, rimando a Pochi istanti nella lavatrice. C'è tutto quello che si possa desiderare di sapere al riguardo, lì dentro. Con estrema saggezza.
Detto ciò, mi rimetto ai miei doveri. Mi ci aggrappo con tutte le mie forze.
E aspetto, facendo finta di non aspettare.

And I am throwing all my thoughts away...

rimuginato da franz , lunedì 12 maggio 2008 09:07

Da uno dei 237 diari:

11.05.08

Ho sognato che mi cadevano tutti i denti. Per tutto il tempo devo fingere di essere qualcun'altra, irretire il boss. Ne va della mia vita. Mi cadono tutti i denti, ed io devo riconficcarli nelle gengive, cercando di rimetterli al posto giusto, o verrò scoperta. C'è un complotto.
Vengo scoperta. Qualcuno prova ad aiutarmi, qualcun altro tenta di uccidermi. In un cesso pubblico, un cristone pelato con un pizzo lunghissimo mi lancia contro cd rotanti, frecce, una grossa lancia (ASD). Ne esco ferita, ma alla fine sono io ad ucciderlo.
A questo punto mi sveglio.

Ieri ho fatto shopping. Contenuto, niente di che, ma erano secoli. E sì, è una droga meravigliosa. Guardandomi da fuori, quasi invasata. E' un lusso che non posso permettermi quasi mai, ma quando posso mi svolta la giornata.
Superficiale. Oppure solo alla ricerca della mia immagine pubblica, e di qualcosa di bello da guardare.

Ho mal di gola. Grazie Vavu! Ma c'era da aspettarselo, dopo necessari inevitabili scambi di saliva attraverso liquidi quali vino e acqua per la pura sussistenza al concerto degli Afterhours...
Ecco, il concerto degli After.

[Resoconto telegrafico. Apro con ADORO MANUEL AGNELLI. Atmosfera meravigliosa. La nostra smodata adorazione e il loro riconoscimento e successivo fomento per tale adorazione, questo equo scambio di emozioni, facevano vibrare l'aria. Quello stare compressi in mezzo alla folla, io e Vavu sempre più basse del resto del mondo di qualche buon palmo, annegate nell'aria calda e immobile quasi priva di componenti respirabili, sudore. E il pogo feroce, io lì in mezzo ancora col tutore, saltellando su un piede solo nel vano tentativo di proteggere la caviglia lesa dai piedoni di tizi e tizie (tu davanti a me, cristona del peso di almeno 180 chili: sappi che il mio piedino ti ha lanciato contro le peggiori maledizioni!) giganteschi, Vavu con un mal di gola delamadonna. Asd e il tizio che mi caracolla addosso con tutto il suo peso, quello con la maglietta rossa - sì, sto parlando proprio con te, chiunque tu accidenti sia! - facendomi cadere lunga distesa in mezzo al marasma pogante (poi bloccando tutti e aiutandomi ad rialzarmi, che almeno questo bisogna riconoscerglielo)?! Dal vivo il nuovo cd SPIGNE eccome :P e credo l'unica vera pecca del concerto per me (insieme al numero decisamente troppo elevato di coppiette intorno a noi impegnate in sbaciucchiamenti ed effusioni a 3 millimetri dalla nostra faccia - non che io rosichi, però dannazione! Tutta l'attesa in baci? Avrete pur qualcosa da dirvi! ... oppure sì, rosico, vedetela un po' come vi pare. umpf) sia stata l'assenza di troppi vecchi meravigliosi classici che non mi stancherei mai di ascoltare. Ma solo perché ogni concerto lo prendo molto come un'esperienza mistica, e ci sono canzoni che avrei proprio avuto bisogno di ascoltare... ma insomma, probably esagero.
Una nota di merito a Voglio una pelle splendida, attaccata a sorpresa per il primo bis in mezzo al pubblico seduto in fondo. Bellissima L'estate, una delle mie preferite, che non avevo mai ascoltato dal vivo. Male di miele sarebbe stata memorabile, ne sono certa, se avessi avuto un briciolo di fiato per godermela, ma vallo a dire a quell'entità fuori controllo che è la folla pogante... Pochi istanti nella lavatrice STUPENDA live. Riprendere Berlino dolcissima confortosa... All'uscita letteralmente zuppe di sudore, incapaci di pronunciare discorsi sensati che non includessero la seguente frase: Ioooo sono senza voceeee LOL. E concludo dicendo ADORO MANUEL AGNELLI. Mattata per la data di Milano?! Quasi quasi... eh eh.]

Venerdì sera, mi sono sentita davvero una quattordicenne. A guardare per terra, col cuore a mille. So che se anche capitasse l'occasione, non riuscirei a spiccicare una sola parola sensata. Torno a chiedermi cosa diavolo sia l'amore. Quasi del tutto certa che resterà un sogno, questa piccola avventura mentale, che probabilmente nel reale si trasformerebbe in una scoppiettante serie di (mie) esilaranti gaffes. Questa piccola avventura mentale che forse non vorrei vivere mai solo perché le cose che nascono muoiono anche, e l'emozione di qualcosa di mai vissuto invece resta viva per sempre. O forse solo perché ho una paura assurda, da mal di pancia andante mosso, al solo pensiero di fare qualcosa, e non faccio che raccontarmi rassicuranti balle, giustificazioni, volendo anche troppo tendenti al melenso, per legittimare la mia atterrita immobilità :)

Ieri sera sono andata con mio fratello a vedere The Darjeeling Limited.
Nostalgia da togliere il fiato (perché perché PERCHE'?! -.-'), e amore folle per Jason Schwartzman.

Propositi: più cazzuta e meno autocommiserazione. OH.

Ora, c'è questa canzone.

Lonely Day
Such a lonely day
And it's mine
The most loneliest day of my life

Such a lonely day
Should be banned
It's a day that I can't stand

The most loneliest day of my life
The most loneliest day of my life

Such a lonely day
Shouldn't exist
It's a day that I'll never miss
Such a lonely day
And it's mine
The most loneliest day of my life

And if you go, I wanna go with you
And if you die, I wanna die with you

Take your hand and walk away

The most loneliest day of my life
The most loneliest day of my life
The most loneliest day of my life
Life

Such a lonely day
And it's mine
It's a day that I'm glad I survived
[System of a Down]