Bliss

rimuginato da franz , lunedì 30 giugno 2008 09:26

Mi perseguiti, sei nei miei pensieri, nei miei sogni, nello spazio tra una parola e l'altra. Sei ovunque. Ti amo e ti odio. Ma ieri. Ieri ho provato qualcosa, qualcosa che con te non ha niente a che fare. Ed è stato un istante, un porto sicuro, un rifugio efficace per un attimo, le ansie non sono riuscite a seguirmi lì dove mi trovavo, le porte erano chiuse, il mio scatto fuorviante. I pensieri placati sono rimasti silenti, senza parole per articolarsi. E' stato un attimo, ma in quello sguardo avrei voluto perdermi e non ritrovarmi mai più, perché la pace, quella pace...
Il sole al mare cuoce la pelle. Qui a casa, in mutande e pancia all'aria dal caldo, oggi voglio studiare. Con l'aiuto di Così parlò Zarathustra, i Muse e Cristina Donà, anche lingua e traduzione inglese per la temutissima arpia urlatrice verrà debellato. Preparato a dovere, in modo quasi inattaccabile. Aspettando, forse questa volta qualcosa di diverso.

it ripples our reflections

rimuginato da franz , mercoledì 25 giugno 2008 12:47

Amo le note basse. Quelle che ti vibrano dentro, che ronzano, gorgogliano. Nascono dalle viscere, una voragine. Sono come completamente assorbita da qualcos'altro, sono quella vibrazione che si propaga, con le movenze di un'onda, un respiro profondo. Penso ad un suono gutturale, alla magia dell'origine del linguaggio... penso a Dominic Matei in Youth without youth... cogliere il preciso momento in cui quel verso così potente e primitivo viene articolato per la prima volta, all'alba dei tempi, l'aria immobile, il significato che lacera il silenzio, e la realtà viene plasmata.
Ascolto, mi lascio pervadere, ed è un momento tormentato, ma meraviglioso.
E sì, amo infinitamente essere qui, e avere orecchie per ascoltare. Fino alla nausea, fino all'alienazione. Fino alla morte.
Ognuno si fa di quello che trova. Ora mi faccio di Massive Attack, di Radiohead. Susanne Bier e David Sedaris. Di tutto quello che mi passa tra le mani.

P.s. e sì, vorrei anch'io poterlo dire, di essere venuta sulle note di Idioteque live... :)

Angel

rimuginato da franz , venerdì 20 giugno 2008 10:28

Non ho più le parole. Sono bloccata, congelata in un istante, con la netta impressione che se ci provassi non riuscirei neanche a sbattere le palpebre, e se anche ci riuscissi non farebbe differenza. Così mi dibatto in scosse e convulsioni immaginarie, resto con lo sguardo fisso nel vuoto, l'unico movimento quello di una lacrima ogni tanto, quando mi distraggo, e la sento scivolare giù prima che io riesca ad acchiapparla e ricacciarla indietro.
In trappola. Tra quattro pareti coperte di poster e troppi, troppissimi ricordi. Tutto perché ora lui sembra se non propriamente normale, meno malato di prima. Tutto perché mi sono probabilmente raccontata un mucchio di balle, ho enfatizzato il lato negativo della situazione per staccarmi da lui, rimuovendo il lato positivo anziché elaborandone il lutto a poco a poco come sarebbe stato più giusto, e sano. Perché facevo finta di no, ma aspettavo. In fondo me ne rimanevo lì ad aspettare, con la testa da un'altra parte, mille distrazioni, convincendomi che la tempesta fosse passata. Sono un'idiota. E devo avere qualcosa di serio che non va, se rimango così appesa e tesa verso qualcosa che non fa altro che procurarmi sofferenza e frustrazione, coltivando quella rabbia senza nome che ho dentro da troppo, troppissimo tempo. Da quando Simone è morto, forse. Illudendomi, ma no, non illudendomi. Consapevole che ciò che vorrei non è possibile, ciò che vorrei non esiste, la persona che vorrei non esiste. Continuando a stare male. Tutto anche perché quell'intima convinzione che alla fine un posto per me non ci sia (e quindi neanche la persona giusta per me), quella lontana convinzione nascosta sotto strati e strati di altra roba, a fare da solida base per tutto il resto, è rimasta appunto lì sotto, sepolta, ma immutata. Nel suo piccolo rivoluzionante, distruttiva. Non riesco a convincermi a studiare con impegno cose che non mi interessano. Non so più scendere a compromessi, tapparmi il naso mettendo da parte sogni e desideri. Non ho più sogni, non più desideri, e non riesco neanche ad aggrapparmi al mio odioso dovere. Sola coi miei pensieri. Questo mi rende da un certo punto di vista felice, dall'altro disperata.
Disperata. Non incontrerò mai qualcuno che si incastri con me alla perfezione, i miei difetti e i miei pregi modellati sui suoi e viceversa, in una lunga linea curva, spiraleggiante, morbida. La mia unica forza ora sta nel mio sentirmi sola e disperata. Sola in questo sentimento, sola in questa precisa condizione esistenziale, nel preciso fotogramma della mia disperazione pacata e morente.
Riesco solo a pensare che voglio andare al concerto dei Massive Attack, follemente questione di vita o di morte. Che forse i biglietti saranno finiti. Che non so con chi andarci, e te l'ho chiesto di accompagnarmi, è vero, ma in realtà non voglio andarci con te.

to wish impossible things

rimuginato da franz , mercoledì 18 giugno 2008 12:18


remember how it used to be
when the sun would fill up the sky
remember how we used to feel
those days would never end
those days would never end

remember how it used to be
when the stars would fill the sky
remember how we used to dream
those nights would never end
those nights would never end

it was the sweetness of your skin
it was the hope of all we might have been
that fills me with the hope to wish
impossible things

but now the sun shines cold
and all the sky is grey
the stars are dimmed by clouds and tears
and all i wish
is gone away
all i wish
is gone away

all i wish
is gone away


"...but never stop wishing" -.-'

The Cure

Le conseguenze dell'amore

rimuginato da franz , venerdì 13 giugno 2008 13:11

Questo è il tipico post che infine scrivo solo perché sono successe troppe cose, e se non scrivessi, neanche qualcosina di ambiguo ermetico incomprensibile come mio solito, mi sentirei soffocare. Perché pensieri in testa, troppi, che ci nuoto dentro a pelo d'acqua e per poco non affogo.
La cosa meravigliosa è che mi sento viva. La cosa meno meravigliosa è che probabilmente ho fatto e farò una marea di stronzate. Di quelle che sì, ti fanno crescere e ti fanno scoprire cose su te stessa, ti fanno entrare in contatto con te stessa, con ciò che sei e ciò che vuoi, e bla bla bla. Però, insomma. L'intensità non è sempre positiva. Ma sempre splendida. Quindi sì, ecco, in definitiva mi sento viva.
Vado alla conquista di me stessa. Ho smesso di buttarmi a capofitto nelle cose senza farmi domande. Agisco, spesso d'istinto, sì, ma poi rifletto. E sono razionale ed impietosa nel momento della riflessione, non ho paura di scoprire cose scomode su me stessa, voglio solo la verità. Perché solo conoscendo la verità sono in grado di scegliere, decidere di volta in volta senza andare contro me stessa. Lo scopo è tradirmi il meno possibile. Tutto va bene. Lo squallore, la disperazione, l'apatia. Tutto. Per raggiungere la cima è necessario toccare il fondo, a volte. Tutto. Purché io mi ritrovi soltanto dove voglio essere.
Ora ho terribilmente paura delle mie emozioni. Di non essere in grado di decifrarle correttamente, di sbagliare nell'analisi. Paura dell'ansia, degli attacchi di panico e solitudine che mi stringono lo stomaco. Ho sempre paura del dolore. Dei pensieri scomodi. Ma mi sento forte. Mi sento integra, mi sento pura. Io che sono sempre insicura, sui miei pensieri, sul mio aspetto fisico, sulle mie capacità in senso generale... tiro tutto su e vado avanti a testa alta. Come se non avessi niente da perdere. Come se alla fine ci fossi riuscita a convincermi che se mi comporto altrimenti ho già perso in partenza.
Ascolto la colonna sonora de Le conseguenze dell'amore di Sorrentino. E mi chiedo perché ciò che riesce ad entrarmi dentro e riempire il vuoto debba anche essere inevitabilmente così complicato. Emozioni, e nostaglia. Delle possibilità impossibili.

Settembre

rimuginato da franz , mercoledì 4 giugno 2008 13:01

il sole a settembre mi lascia vestire ancora leggera
il fiume riposa negli argini aperti di questa distesa
tu mi dicevi che la verità e la bellezza non fanno rumore
basta solo lasciarle salire, basta solo lasciarle entrare
è tempo di imparare a guardare
è tempo di ripulire il pensiero
è tempo di dominare il fuoco
è tempo di ascoltare davvero
l'amore a settembre mi ha fatto sentire ancora leggera
il giorno sprofonda nei solchi bruciati di questa distesa
tu lo sapevi che nessuna gioia nasce senza un dolore
basta solo farlo guarire, basta solo lasciarlo entrare
è tempo di imparare a guardare
è tempo di ripulire il pensiero
è tempo di dominare il fuoco
è tempo di ascoltare davvero
è tempo di imparare a cadere
è tempo di rinunciare al veleno
è tempo di dominare il fuoco
è tempo di ascoltare davvero
l'amore a settembre mi ha fatto sentire ancora leggera

[Cristina Donà]

Ok Computer

rimuginato da franz , domenica 1 giugno 2008 10:38

I sogni, non aiutano. Nei sogni accade tutto ciò che più vorrei accadesse, tutto ciò che più temo accada. E il risveglio dal sogno forse uccide, mai tradisce (Afterhours).
Mi sono informata. Proprio come pensavo, coi soggetti ossessivi la miglior strategia è rimanere immobili, come col Tyrannosaurus Rex. Bisogna restare fermi, decisi, inamovibili. Sempre con lo stesso identico atteggiamento, le stesse parole. Non farsi prendere dal panico. Non sciogliersi di fronte a niente. Una gran bella prova per me, che odio negarmi, prendere risoluzioni così nette e decisive quando si tratta di altri esseri umani. Ogni volta che il cellulare squilla, un sussulto. Ogni occasione buona per tornare a rimuginare, e l’ansia. Un momento di prove, questo. Fantastico.
Ad ogni secondo che passa mi accorgo sempre più inequivocabilmente che gli altri devono starmi lontani. Animale sociale un cazzo. Nessuno può aiutarmi davvero, al massimo può fare da contorno, amabile distrazione, buonumore effimero momentaneo indotto. Che se non ci fosse sarei a pezzi. Ma non posso contare su nessuno. Non per colpa degli altri, per colpa mia. I film che mi sparo sulle persone finiscono per uccidere tutto. Partendo da me, attraverso le situazioni, fino a far fuori chiunque mi stia intorno. Non è il momento di amare, provare emozioni forti. Non è il momento di fare affidamento sugli altri, su ciò che penso, mi illudo, gli altri siano. E’ il momento di trattenere il respiro. Sospendere ogni giudizio. Proiettarsi nello spazio vuoto.
Penso troppo, vero. Sempre, troppo. Ma ne uscirò. Prima o poi ne uscirò.
Ascolto Ok Computer dei Radiohead. Si finisce sempre col tornare alle proprie origini. Mi sento strappare il cuore.