Ho smesso di guardarmi sopravvivere

rimuginato da franz , mercoledì 31 gennaio 2007 17:18

Ho preso in mano la situazione.
Non subisco. Sono attiva, e viva.
Lunatica.
Euforica e disperata.
Vivo al secondo, io, altro che alla giornata.
Ho conosciuto una me stessa di cui quasi non sospettavo l'esistenza.
Ci sono momenti in cui rifletto e mi sento raggelare da una paura senza nome. Forse la paura di non essere amata, di amare troppo, di spegnermi, la paura che nulla abbia un senso. Allora mi sento stringere lo stomaco. La sofferenza, la passione... tutte queste emozioni intense al positivo e al negativo... mi uccidono e mi fanno godere fino in fondo, e finalmente posso dire: RESPIRO.
Finalmente posso dire: VIVO. Fino all'ultima boccata.

"and i wonder when will i learn? blue isn't red, everybody knows this"

rimuginato da franz , martedì 23 gennaio 2007 17:20

Sono un tubo di gomma, annodato e ripiegato mille volte su se stesso.
Non mi sento speciale... solo strana. Anomala. Aliena.
Nel petto il peso di respiri petrosi, raschianti.
Ce la metto tutta per avere bisogno di me stessa e di nessun altro. Ma l'angoscia è un voragine che inghiotte ogni cosa con tuoni e lampi.
Se solo io non fossi io. Se solo fossi diversa. Se solo.

"il risveglio dal sogno forse uccide, mai tradisce"

The winner is

rimuginato da franz , mercoledì 17 gennaio 2007 15:21

Una cosa mi rovina: il senso del dovere.
E ho scoperto di avere come tutti una mia particolarissima angolazione da cui vedere la realtà... secondo un mitico e irraggiungibile ideale che neanche mi ero resa conto fosse così vivo e presente in me... quello della giustizia. Se ci penso è vero, le ingiustizie proprio non riesco a digerirle, mi fanno stare male, e mi consumano dall'interno, sia quelle che subisco io in prima persone che quelle subite da altri, oltre ovviamente a quelle subite in senso più ampio da tutto il genere umano.
Quando i fatti rendono evidente che la Sinistra di Sinistra non ha più nulla e tutto il peso ricade come sempre su chi nutriva qualche speranza che le cose cambiassero, su chi di un cambiamento ne aveva davvero bisogno... quando quest'inverno ha tutto dell'inverno tranne che il clima e gli Usa sempre se ne fottono e cor cazzo che lo firmano sto benedetto trattato di Kyoto... quando sento la gente dire che i campi di concentramento non sono mai esistiti, e perché piuttosto non parliamo delle Foibe?per moda... quando incontro per strada donnone impellicciate a cui vorrei sputare in faccia e andarmene dicendo che oltretutto il sintetico alla fine tiene pure più caldo... quando incontro dal veterinario due signori amabilissimi con in braccio un cucciolo abbandonato, che non voleva essere preso dal marciapiede a nessun costo, perché "il mio padrone mi ha lasciato qui ed io qui resto finché non torna a riprendermi"...
Poi tante altre cose. Anche le più sceme: questa divisione giusto/ingiusto il mio cervello la fa di default... anche quando magari non si tratta di aver torto o ragione, ma di essere in un modo piuttosto che in un altro ("non c'è torto o ragione, è un naturale processo di eliminazione"). Questo mio catalogare la realtà, inutile dirlo, mi crea molti problemi. Molte cose non riesco proprio ad accettarle, anche di me stessa, e mi monta dentro una gran rabbia. E un senso di impotenza, e frustrazione: il mondo sarà sempre ingiusto, non riuscirò certo io a cambiarlo.
Per mia sfiga sono anche testarda, le cose devono andare come dico io, dato che ho la presunzione di credere che ciò che io penso sia il meglio per tutti. E non ci sarebbero ingiustizie. Magari è per questo che non riesco a rassegnarmi, e sento su di me tutto il peso delle ingiustizie presenti passate e future, tutto il peso delle colpe del genere umano.
Ogni tanto dovrei respirare. Cazzo sì, dovrei proprio.

rimuginato da franz , giovedì 4 gennaio 2007 11:41

Fa un freddo cane. Tu non hai freddo? mi dicono.
Mah, rispondo. Mica lo sento io, tutto sto freddo.
Sarà che il gelo, quello vero, ce l'ho dentro.

Sola

rimuginato da franz , martedì 2 gennaio 2007 15:23

Sola.
Crampi allo stomaco per l'ansia.
Vorrei smettere di pensare e riuscire a combinare qualcosa di utile, ma non ci riesco.
E' tutto finito, il mondo mi è crollato addosso.
Faccio i conti con tutto il dolore, la rabbia, l'ansia, la nostalgia, la tristezza.
Voglio dormire e non svegliarmi mai più. In realtà non lo voglio davvero, ma ora sì.
Sono bravissima ad elargire ottimi consigli agli altri, ma quando si tratta di me non ho più certezze. Non so cosa fare. Probabilmente non vedo cose che dovrei vedere, e allo stesso tempo forse vedo mille cose di nessuna importanza.
Non lo voglio davvero, ma
vorrei esser morta.