Guancia all'aria

rimuginato da franz , venerdì 28 settembre 2007 11:35

Nonostante ostinati e disgustosi sciacqui di acqua tiepida e cristalli di sale del Mar Morto, con questa guancia sono sempre più uguale identica spiccicata a Marlon Brando ne Il Padrino.
L'unica nota nettamente positiva di tutta questa situazione è che così in panciolle da mane a sera posso godermi appieno l'ultimo splendido libro di Chuck.

E comunque mi sono rotta di questo blog.
Devo canalizzare le energie, e concentrarle tutte sulla realizzazione di un nuovo racconto. O la frustrazione finirà per travolgermi.
Non sto scherzando, eh.

(moh vedremo quanto resisto senza postare)
GH

3 mesi :)

rimuginato da franz , mercoledì 26 settembre 2007 11:45

In realtà, non sono molto in vena di scrivere.
Però ho un disperato bisogno di passare il tempo.
Quindi inizierò con questo post, e proseguirò con la traduzione del racconto The Harvest di Amy Hempel, passando per l'attenta lettura (con redazione di scrupoloso e impietoso commento) dell'ultima fatica letteraria dell'amato fratellone... poi credo mi piazzerò davanti alla tv con una nutrita pila di dvd, interrompendo la faticosa attività di guardare film a rotella solo per munirmi di tinozza di gelato (una tra le poche cose che al momento posso ingurgitare) e sintonizzarmi dalle 14,30 alle 15 su Italia 1 per i Simpsons.
Questa sì che è vita.
Escludendo la guancia destra inverosimilmente gonfia e dolorante, e il costante sapore di sangue in bocca.
E i punti che tirano ogni volta che parlo. O che sbadiglio (e se non hai dormito granché la notte qualche buono sbadiglio ci sta tutto).
Insomma, fantastico.
Vi starete chiedendo a cosa devo tutto ciò.
Se siete lettori assidui e attenti, saprete che il mio meraviglioso fantabuloso (e nebuloso :P) soggiorno ad Amsterdam post-maturità è stato funestato dalla perseveranza con cui uno dei miei quattro denti del giudizio (in particolare il disgraziato in basso a destra) ha spinto per fare capolino dalla mia gengiva, causandomi atroci dolori e trip orrorifici da space cake per tutta la mia permanenza nella splendida e bagnata città della fattanza...
Una volta a Roma, visita dal dentista e Rivelazione: i miei denti del giudizio vanno tolti tutti e quattro. Anzi, andavano tolti tutti e quattro... ormai ne restano solo due.
Il disgraziato in basso a destra è stato sfrattato, e il coinquilino di sopra l'ha seguito qualche minuto dopo, giusto il tempo che anche sopra facesse effetto l'anestesia.
Ieri sera, cena con gelato sul finale di Litigi d'amore con Joan Allen e Kevin Costner.
Poi facendo zapping ho beccato Arancia meccanica su La 7... dove sono rimasta, le gambe allungate sul divano con tanto di plaid e Tori addosso a fare la guardia, finché papà non è tornato dal lavoro, iniziando uno dei suoi pipponi standard sul fatto di andare a letto presto.
Erano le 23. Manco avessi 11 anni.
Comunque, per un po' sono rimasta davanti allo schermo senza audio, che tanto Arancia meccanica lo so a memoria. Poi, dato che mi sentivo particolarmente accondiscendente, ho spento tutto senza proferir parola e mi sono infilata sotto le coperte, rifiutando (ora e per sempre) l'Aulin, sia perché sono masochista e ormai assuefatta al dolore, sia per le recenti e poco rassicuranti scoperte in fatto di Nimesulide.
Nottatta tranquilla. Non fosse per il mio infaticabile attorcigliarmi nelle coperte, con Tori che, sentendomi muovere di continuo e credendomi pronta ad affrontare il giorno alle 2, alle 3, alle 4 di notte e molte, molte altre volte tra le 7 e le 9 (ora in cui, provata dalla nottata sportiva ho alzato le chiappe dal letto e sputato nel lavandino un par di litri di bava e sangue, per la gioia di grandi e piccini), si è presentata sempre più ostinata ai bordi del mio letto, con quelle unghiette da Freddy Krueger, pronta ad affettarmi il braccio pur di essere tenuta in cosiderazione.
Stamattina, abbrutimento. Completo.
Ed è quanto si prevede per il resto della giornata.

Avviso per amori e amici: chiunque tra voi si senta in vena di confortare una malatina dotata di super-guancia e impossibilitata - a differenza del solito, e ancora per poco: cogliete al volo l'occasione! - a sparare cazzate e canticchiare tutto il tempo, è bene accetto in questa casa.
Purché rechi con sé almeno un dono, un po' tipo i Re Magi.
Oro e incenso da subito, birra :P non prima di domani, che ancora non posso assumere alcolici.

Che poi, tra l'altro, in tutto questo ambaradàn... oggi io e Valerio facciamo tre mesi.
:P

La Città dei Morti

rimuginato da franz , sabato 22 settembre 2007 14:43

Insofferente.
A tutti e a tutto.

Sono andata al cimitero, alla lapide di Simone.
Ho messo nel vaso le due solite gerbere rosse e ho lasciato questo biglietto:

22 settembre 2007
Stamattina ho aperto gli occhi e mi mancavi come l'aria.
Sciocco pensare di trovarti qui. Illudermi.
Ma a volte ho bisogno di farlo, di dare un nome ad ogni mia lacrima.
Il tempo passa e mi accorgo che le lacrime non saranno mai abbastanza.
Oggi ho pensato che non mi conosci. Non sai che persona sono diventata.
E' un pensiero che mi fa impazzire.
Mi manchi, sempre.
Ti voglio bene, sempre.

Poi ho accompagnato Valerio alla tomba di suo zio (secoli per trovarla... ho temuto seriamente che insieme saremmo invecchiati prima di rivedere l'uscita).
Abbiamo cambiato i fiori ormai secchi, e tolto le ragnatele dal lumino e dai quadretti.
Pulivo tutto con una pezzetta bagnata, pensando che è fin troppo facile lasciarsi trascinare in un simile gorgo... prendersi cura di una tomba, annegare l'assenza in gesti meccanici, sudare per tenere tutto pulito lindo curato, che non dia un senso di trascuratezza e abbandono... illudersi di riportare in vita chi è morto.
In momenti come quello penso che potrei passare la vita ad occuparmi delle tombe degli altri.

I cimiteri sembrano mondi paralleli.
Il silenzio, i cipressi, le croci (a braccetto con tutti gli altri luoghi comuni).
Spazi immensi, intere città.
Le mura con le entrate e le uscite. Gli uffici. Il crematorio.
A tutto si deve dare un nome, a tutti la propria etichetta. Tutto in ordine, catalogato, così è possibile trovare un ghetto ebraico anche a Prima Porta.
Strade asfaltate, costruzioni moderne e piccole cappelle disseminate ovunque, nel verde dei prati cosparsi di croci, nel marrone intenso della terra viva impietosa che inghiotte tutto.
Riesci a immaginare i mucchietti di vermi, la putrefazione in atto.
Strati su strati di gente morta.
Piani su piani di gente morta.
In balia dei vivi. Per i vivi.
Solo per noi.
L'ennesima espressione dello sconfinato egoismo umano.
O forse solo un ultimo gesto di pietà.

Ma al cimitero non ti trovo mai. Sicuramente non sei lì.

Cioè, per dire, se io fossi morta... cor cazzo che ci andrei al cimitero. 'Na tristezza.
Preferirei i compleanni. Il Natale, il Capodanno. Il giorno più scialbo dei giorni qualunque... mi raggomitolerei sotto le coperte di chi ho amato con tutta me stessa, perché nessuno che mai sia stato importante per me sia lasciato del tutto solo in un momento di malinconia.
Chissà. Chissà.
Lo so, lo so. Le domande senza risposta.
Umpf.

Attraversarla a 200 km all'ora la Città dei Morti... con i Corr's a palla e gli occhi chiusi.

Preghiera

rimuginato da franz , martedì 18 settembre 2007 11:33

Esci da me, sangue malefico!
Ogni istante spero di sentirlo colare via, sciogliersi e dissolversi, insieme alle mie paure.
Ma non succede.

...

Azz... ho scordato le candele!

rimuginato da franz , lunedì 17 settembre 2007 19:14

dal quadernuzzo, 17/09/2007, ore 18.03

The Wanderer
nelle orecchie. Quella cantata da Johnny Cash.
Indosso il kimono corto, e sotto niente.
Sono rimasta a metà del bagno, era finita l'acqua calda.
Ho la testa bagnata, sono stesa a pancia sotto sul letto dei miei, mi guardo allo specchio.
Col kimono e i capelli arancioni sparati verso il cielo, dritti come spinaci, mi sento l'eroina di un manga.
Il cuore mi batte nello stomaco.
E' impossibile, ma sento ancora il calore dell'acqua calda che mi formicola per tutto il corpo.

Adoro adoro ADORO
:)
Questa gioia spontanea ma un po' artificiale, un po' costruita, un po' indotta.

Tori mi artiglia le gambe e mi lecca dietro le ginocchia.
E' un cane, ma fa le fusa. E parla.
Solo con me :)

Quando una canzone è un momento, in tutte le sue sfumature.
Quando ogni respiro è faticoso ma cazzo sai che ce la farai.

Ho avuto in pugno la complessità infinita di un istante.

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Insomma bagno poco soddisfacente dopo qualcosa come 8 mesi di sole docce, inevitabile conseguenza di una quotidianità frenetica e opprimente.
Perché poco soddisfacente? Immaginate la scena.
Nella vasca, la casa vuota e silenziosa, tanto che quasi si riesce a sentirla respirare.
Il citofono strilla: Luca ha scordato le chiavi.
DOH
Oppure.
Immaginatemi insaponata dalla testa ai piedi, che canticchio felice e inconsapevole.
Faccio per sciacquarmi e - credo abbiano sentito gli urli in tutto il palazzo - SORPRESA! non esce acqua, esce ghiaccio sciolto!
...
DOH

Ma a volte basta così poco.
:)

Caffé

rimuginato da franz , domenica 9 settembre 2007 17:12

N.B. Pensieri dal passato


Vorrei dimenticare il sapore di questo caffè che sa di addio.
Anche se non tutti gli addii sono per sempre, anche se il suo gusto insistente si amalgama alla perfezione con quello dei miei pensieri.
Sono passate ore, ho lavato più volte i denti da stamattina, ma quel sapore è ancora lì.
Magari è il retrogusto della mia nostalgia, per questo non se ne va.
Magari è una mia fissazione, in realtà l’ho già sputato via col dentifricio, e continuo a percepirlo solo per un triste scherzo della mia immaginazione.
Te ne sei andato. E tornerai.
Ma ora come ora la vita è del presente, e la tua assenza è qui, mi sta alle costole.


particolare di "Laurette with a coffee cup", Matisse (Centre Pompidou)


Grigiore della mente

rimuginato da franz , sabato 8 settembre 2007 19:01

Oggi a via Sannio ho comprato una salopette (o come diamine si scrive). Mi sta meravigliosamente. Molto proletaria.

Continuo a rigirarmi tra le mani Ninna nanna e a rileggerne momenti a caso... è autografato da Chuck (per gentile concessione di Vitto)... c'è scritto "Ciao Francesca! Chuck Palahniuk" ... dovevo esserci. Dovevo proprio.
E vaffancullo che Rabbia costa 16 euro. Cor cazzo che me lo compro.

E un TI ODIO gigantesco e riecheggiante a me stessa... fuori da me... perché quando non ci sono per me stessa va tutto a puttane.
Non sono dentro, sono fuori.
Veleggio
nulla mi tocca
niente è per davvero
niente ha senso
ECONOMIA DEL RESPIRO.
L e n t a m e n t e .
Temperatura sotto zero.

Non so che fare stasera.
Mille cose e nessuna cosa. As usual.
Se solo tornassi dentro me stessa scometto che mi andrebbe bene fare qualunque cosa.
E tutto sarebbe luce. Tutto quello che ora è grigiore.

voglio scrivere
voglio scrivere
voglio scrivere
voglio scrivere
voglio scrivere
voglio scrivere
voglio scrivere

ma non ho le parole
la concentrazione

Rosicando

rimuginato da franz , martedì 4 settembre 2007 11:25

Ho una mezza idea per un racconto.

Sì, alla carica.
Alla grande.
Come se non fossi io, quasi.

Chuck Palanhiuk il 6/09 a Mantova per il Festival della letteratura.
Darei una gamba per andarci. Anzi, le darei via tutte e due (che tanto son due prosciutti San Daniele, nessuno ne sentirebbe la mancanza).
Eppure non ci andrò.
Resterò a Roma, a svolgere ben due test di ammissione, per l'accesso a due facoltà di Roma Tre che - già lo so - non sceglierò di frequentare.
Non so ancora bene perché, ma questa è la mia scelta.
Non posso sempre vivere come se ogni giorno fosse l'ultimo (o l'unico, a seconda delle scuole, più o meno pessimiste/ermetiche/esistenzialiste).
Perderei troppo, la bellezza dei processi a lungo termine, l'evoluzione, la maturazione.

Non sono mai stata così in contatto con me stessa. Tanto che ogni decisione, magari anche stupida, diventa un Caso, perché sempre mi ostino a voler capire cosa voglio davvero.
Sempre, la scelta.
Ogni fottuto secondo.
Non sono mai stata così meravigliosamente adulta e infantile allo stesso tempo.

Fame e sete, sempre.
Anche di nulla, ma sempre la smania.

in data 3/09/2007 ore 00:17

Le possibilità.
Negazione innocua del sistema.
Ti amo.
Perché mi dai tanto senza muovere un dito, con quello che scrivi.
Senza volerlo.
Forse spinge me stessa a dare a me stessa.
Ti penso.
Da solo in una stanza d'albergo.
Domani è un giorno importante.
Sono con te.
La scelta.
Ti ho scelto come amico e fratello.
Non ho ancora deciso fino a che punto arrivare nell'autodistruzione.
Ho bisogno di farmi del male.
Di distruggermi.
Pezzo dopo pezzo.
Sempre.
A volte.
Con grande intensità.

Non sempre.