Sì beh avrei preferito l'Ikea...

rimuginato da franz , giovedì 27 dicembre 2007 13:52

Stamattina dovevamo andare da Ikea, sveglia alle 8 felici e contenti shopping shopping shopping.
Invece. Alle 6 un tonfo fa vibrare tutta casa, apro gli occhi. Un paio di minuti dopo mamma è in bagno che piange: papà si è sentito male, è svenuto in bagno, ha un taglio sulla fronte, che per ricucirlo ci vorranno 7-8 punti, e il naso rotto.
L'abbiamo subito accompagnato al pronto soccorso.
Mentre nel buio armeggiavo per togliere il bloccasterzo, ho pensato che, se quel giorno non mi avessi lasciato guidare la tua Seicentina bordeaux dall'università a casa, non ci sarebbero state freddezza e lucidità che tenessero, probabilmente a quest'ora starei ancora cercando di inserire la retro della nostra Marea Weekend verde lichene, e per portare papà al pronto soccorso avremmo dovuto chiamare un taxi. Asd. Quindi grazie per aver insistito in modo indecente per farmi guidare. Col senno di poi, è stata davvero una buona azione. Gh.
Attese interminabili, al pronto soccorso. Per un codice verde, poi. E i cessi inagibili causa vomito e diarrea accumulati durante la notte. Odore pungente di disinfettante.
Li ho lasciati al Gemelli, mamma e papà, alle 8 me ne sono tornata a casa a piedi.
Tornando ho comprato a Luca un cornetto con la crema per colazione.
Ho pulito i resti del lago di sangue che c'era in bagno e fatto due lavatrici degli asciugamani sporchi. Poi ho guardato Hostel, giusto per rimanere in tema. Figo.
Ho studiato un po' per l'esame di Glottologia e Linguistica. Tori e Luca non mi hanno dato pace.
Ora aspetto che qualcuno (qualcuno a caso -.-') diventi reperibile, per degnarmi, forse, della sua nobile presenza.
Nel frattempo, credo mi sparerò sotto la doccia. Ne ho un fottuto bisogno.

Rettifica: Sono infine rientrati, sani e salvi nei limiti del possibile. I punti non 7-8 come si vociferava bensì 3, ma sarà una brutta cicatrice. Poro cocco.

e se non fosse mai uscito dalla stanza?

rimuginato da franz , domenica 23 dicembre 2007 20:23

Mi sono girata e ho pianto. Le porte si chiudevano, io piccola rannicchiata in un angolo piangevo.
Vorrei poterti privare di una parte, anche se piccola, del peso che porti. Vorrei darti ciò che vuoi, ma non posso. Anzi, non voglio. Non lo voglio per me.
Adesso ho un mal di testa fottuto come non mi succedeva da tanto tempo. La schiena, il collo, la testa, gli occhi... Hermann Hesse ne Il lupo della steppa parlava di gioiose attività degli occhi e delle orecchie tramutate in atroci tormenti dall'emicrania, qualcosa del genere.
Ho visto ancora 1408, per non pensare.
Ma ogni battito del cuore è un'impietosa martellata nel cranio. Come se dall'interno della calotta cranica qualcosa volesse farsi strada a colpi d'ariete. Aghi negli occhi, le orecchie sciolte in punture di spillo.

fiumi di sangue
I miei stessi pensieri creano attrito con la materia cerebrale, fanno rumore, rimbombano con brividi dolorosi.
Sul letto, luci soffuse e i Cure. Vorrei l'oscurità più profonda e impenetrabile. Non ho paura del dolore fisico. Sono altre le cose che mi spaventano.
Stitch è davvero morbidoso e coccoloso, e Tori ne è gelosa alla follia.
E ora gli occhi implorano pietà. Giù il sipario.

*i'd love to touch the sky tonight*

quanto uguale... lo stesso gatto?

rimuginato da franz , sabato 22 dicembre 2007 17:39

Negli ultimi giorni mi sento sospesa da terra. Né felice né triste. O meglio, a volte esaltata altre disperata... ma il mio essere sospesa è completamente neutro, non c'entra col mio umore.
Ieri sera ho iniziato Demian di Hermann Hesse. E' un genio, perdincibacco... me ne ero scordata.
Stamattina sono andata a nuotare.
Lo scatenarsi di numerose potenze naturali, all'unisono. Sento di non poter gestire la situazione. Paura fottuta. Allora cerco di restare dietro il vetro. E' trasparente, perciò vedo perfettamente cosa c'è al di là: delirio, follia, e tanta bellezza, ma anche tanta confusione. Resto dietro il vetro, e non c'è contatto diretto con niente. E mi illudo di riuscire ad essere distante distaccata immune a qualsiasi sconvolgimento, sia in positivo che in negativo. Mi illudo.
Sospesa da terra. E negli ultimi giorni tutto mi sembra un déjà vu. Tutto sognato, o già vissuto, o entrambe le cose... mi muovo e respiro per labili ed incomprensibili associazioni di idee, sovrapposizioni di immagini in trasparenza, emozioni sfilacciate sottili inafferrabili.
Stasera cinema, thanks God... altrimenti dopo un po' vado in astinenza. Il film prescelto dovrebbe essere L'età barbarica, all'Eden.
Ora, dato che mi sorprendo a fissare il vuoto e torturarmi le mani, credo che spegnerò il pc, tanto per cominciare. Poi magari leggerò, o giù di lì. Magari studio.
Sì. Sicuramente studio.


*and all i want is*

bad actors with bad habits

rimuginato da franz , martedì 18 dicembre 2007 15:45

Certo, il tempo non aiuta, signora mia. C'è una luce apocalittica, nuvole nuvole nuvole (i fissati di cloudspotting mi farebbero fuori per questa generica affermazione).
Mi accingo ad attraversare la città coi mezzi. Ancora qualcosina da sistemare per Natale... tutto mio malgrado, dato che odio l'atmosfera pre-natalizia.
Il solito delirio di massa, chili di gente pigiata che suda all'unisono, code interminabili ovunque, autobus stracolmi, traffico paralizzante. Tutti che, proprio come me, si ricordano di comprare i regali all'ultimo. Comunque. Mi sento quasi immune. Sarà che quest'anno il Natale non l'ho affatto sentito arrivare... mi è strisciato alle spalle, con circospezione, senza fare il minimo rumore. Ma meglio così. Meglio. Ho abbastanza stranezze a cui pensare al momento. Mi sento un po' freak. Un po' fuori dal momento... spesso e volentieri nelle situazioni capisco che dovrei provare determinate emozioni, ma il più delle volte non succede. Non sento niente. Non sempre, ma spesso sì.
Mi gira la testa. Quante complicazioni inutili. Sono bravissima a complicare cose semplici.
In tutto questo, ho le mestruazioni, puntualissima dopo 28 giorni (asd, molto cinematografico) come non mi capitava da secoli, e vai coi sospiri di sollievo.
Voglio smettere di fumare. No, sul serio.
Sto valutando la possibilità di migrare alla Sapienza. Studiare giapponese e coreano, ovvero il mio sogno originario. Ormai sono convinta della mia scelta per Lingue... ma sento che ad accantonare del tutto l'Oriente ci soffrirei davvero davvero troppo. Chan-wook... eeeehhhh... Chan-wook. In ogni caso, ormai quest'anno me lo vivo a Roma Tre, sperando che gli esami di base che darò mi siano riconosciuti in caso di trasferimento... e poi come farei senza Frau Cinti, Uwe, Herr Noll?! (GH) E dal punto di vista esistenziale al solo pensiero di poter cambiare mi sento meglio. Quindi, amen. Ci dormo sopra. Un annetto.
Ho iniziato Eclipse di Stephenie Meyer. Sì sì, LO SO... ma io... vampiri... saga... sigh... insomma in meno di due giorni sono più che a metà. Leggere in autobus o metro mi fa venire la nausea. Ma credo che resisterò. Anche perché finché non l'ho finito non posso scollarmene, e devo studiare per gli esami che ci saranno a gennaio. E poi deve uscire Harry Potter!
Ah, e poi, Capodanno... bella parentesi. Ma la novità è che non me ne frega un cazzo. Un cazzo di niente. Non organizzerò niente. Magari non farò niente. Magari mi rinchiudo in casa a guardare film. Tanto gli ultimi quattro sono stati una merda, trascorsi sull'orlo del suicidio. Ormai sono immune anche a questo. Anche se quest'anno è venuto giù il carico da mille. Porco cazzo.
OH. E SI', sono una ragazza sboccata.
Stasera festa organizzata dai colleghi (asd) aspiranti psicologi della Sapienza. WOW.

Mal di schiena fottuto.
E. Bisogno. Sigaretta.
KILL KILL KILL. umpf

ho voglia di sushi

rimuginato da franz , venerdì 14 dicembre 2007 17:20

Stamattina in metro seduta raggomitolata dentro il cappotto Action Man: Missione Antartide le mani in tasca le cuffiette nelle orecchie.
Una canzone.
Ti ho pensato, con una mite nostalgia. Avevo scordato di truccarmi prima di uscire, gli occhi gonfi lacrimosi stanchi. Ho sorriso.

A volte non so che darei per non essere me. Per essere diversa.
E mi sento una merda anche solo a pensarlo, ma ti voglio bene. Tantissimo.

PS ovviamente il titolo è un discutibilmente gradevole nonsense. Eh eh.

trying to keep the words from coming out

rimuginato da franz , giovedì 13 dicembre 2007 15:14

Era alle 9, non alle 10. Sono arrivata alle 10 meno un quarto. E ho svolto un compito interminabile in due ore anziché tre. Ma fa niente. Dopo aver visto le domande la professoressa si riconferma un'idiota. Quindi se non è andato benissimo (e non è andato benissimo) rifiuto, e all'orale le apro il culo.
Voglio trenta. Possibilmente con lode. (risatina isterica)

Per me se trascorri una giornata a pensare ad una doppia compilation (alla scelta delle tracks in base al livello di gradimento e di oggettiva bellezza, ma anche in base alla poeticità e al significato dei testi), anziché studiare per un esame imminente imminentissimo, vuol dire qualcosa.
E anche se ti fai piazzale degli Eroi - Termini a piedi alle 2 di notte, vuol dire qualcosa.

Ho scritto una storia per intero. Cioè, in realtà è solo l'idea per un racconto. Ancora da scrivere. Ma erano ERE GEOLOGICHE che non mi capitava di buttare giù una trama di senso compiuto, di cui conoscessi con certezza l'inizio, gli sviluppi e persino la fine!
Quindi ieri sorrisone ebete stampato in faccia per tutta la giornata, (quasi) solo per questo.

In realtà, se non avessi questo mal di schiena fottuto, direi che le cose non vanno poi così male.

Capelli. Viola? :D

Muse mood ON

rimuginato da franz , lunedì 10 dicembre 2007 18:16

Insofferenza.

Devo studiare per l'esonero parziale di giovedì, letteratura inglese.
Non vorrei essere a Lingue, vorrei essere al DAMS.
Ma poco importa, probabilmente anche questa follia passerà. Questo desiderio allucinato di passione, di brivido, di esaltazione.

Mi assopisco piano piano con esasperante precisione in un singulto di autodistruzione.
Come al solito mi vorrei come non sono, o come non riesco ad essere.

Mi passo una mano tra i capelli, mi accarezzo la testa. A volte non riesco a dissimulare il disprezzo che provo per me stessa, la mia scarsa pazienza. Già, sempre poco paziente con me, e intransigente. Da far schifo.
E poi, ho bisogno di parlare con Francis Ford Coppola, a quattr'occhi. Deve spiegarmi il suo film. Così non posso andare avanti.

Però ieri, in treno. (io sono anche quello, quell'essere squisitamente folle)
Ieri ho scalfito la gabbia, forse addirittura ne sono evasa, anche se solo per qualche istante.
Sono soltanto gabbie mentali. A volte mi ci aggrappo, mi sembra di non riuscire a tenermi in piedi senza reggermi a quelle sbarre. Altre volte invece giro la chiave nella toppa e spicco il volo, non ho più bisogno di illusori punti di riferimento.

E ora vedo di essere produttiva, almeno. Useful. Almeno per un po'.
Tanto il mio stile è alquanto discutibile. Dai, tolgo le tende.

addicted

rimuginato da franz , venerdì 7 dicembre 2007 10:30

Dovrei trovare il modo di frammentare al massimo la mia dipendenza.
Trovare il maggior numero di sostanze/situazioni/persone da cui dipendere, così da poter sopravvivere ad una crisi di astinenza da una o più delle suddette sostanze/situazioni/persone, riempiendo il vuoto lasciato da un oggetto di dipendenza con altri numerosi variegati e altrettanto validi oggetti.
Essere più dipendente per essere più libera.
Splendido paradosso.
Mah.

if only tonight we could sleep

rimuginato da franz , domenica 2 dicembre 2007 10:21

Dopo svariati mesi, stamattina riesumando Casa di foglie di Mark Z. Danielewski.
Tra le pagine, più precisamente tra pagina 76 e pagina 77, un foglio che non ricordavo di aver scritto.
Un mio messaggio a me.
E' piegato male, i bordi non coincidono, ed è scritto a matita, per orizzontale, in una scrittura scomposta e frettolosa. Non c'è data, ma, anche se non ricordo la situazione, il momento preciso, riesco senza troppe difficoltà a ricondurlo all'estate 2006.

E' estate, e se l'amore, questo amore, avesse le ali, volerebbe via lontano.
E invece no. Ora più che in ogni altro momento si avverte il peso delle parole non dette.
Il cuore non è altro che un muscolo, ma certe volte pulsa e si contorce e grida come se davvero in esso fossero racchiusi tutti i sentimenti e le passioni.
Un'anima in pena, appesa ad un albero basso, alto abbastanza da impedirle di sfiorare il terreno con le punte dei piedi. In un limbo tra vita e morte, di sottofondo una musica che mette a disagio per la sua grottesca bruttezza: qui mi dibatto come un pesce preso all'amo, boccheggiando per respirare, in un elemento che non mi è proprio.

Domani metterò la gonna, tanto per sorprendermi.
"Abbandonare il corpo e stare ad aspettare".
Abbandonare questa indifferenza polare e artificiosa, fare qualcosa per me stessa.
Se solo capissi da che parte andare, se verso la vita o verso la morte, sarei già a metà del lavoro.


Settimana strana. Tengo il coltello saldamente dalla parte della lama. (Jesto)