Buonanotte

rimuginato da franz , domenica 28 settembre 2008 23:31

Inizio a scrivere questo post confidando nel fatto che scrivendo mi venga in mente qualcosa di intelligente da dire. Che poi, perché dovrei dire qualcosa di intelligente? Cosa voglio dimostrare? Non potrei, per esempio, limitarmi a tirare fuori dal cilindro un'idiozia dopo l'altra, poi un bel coniglio bianco, qualche colomba, concludendo poi con una sequela finale di futili considerazioni al limite del paradossale, prima di augurare a tutti una buonanotte, e sogni d'oro?
Mi sento pervasa da una disperazione composta, contenuta, stasera. Soprattutto se penso che prima o poi dovrò spegnere tutto, dal pc al cervello, e andare a dormire.
Per questo ora userò le Poesie di Emily Dickinson (tradotte da Margherita Guidacci) a mo' di Oroscopo dell'I-ching, o di Libro delle Risposte, cercando di far confluire tutta me stessa in una tiepida vibrazione formicolante fino ai polpastrelli, e vedrò cosa esce.

As if the Sea should part
And show a further Sea -
And that - a further - and the Three
But a presumption be -

Of periods of Seas -
Unvisited by Shores -
Themselves the Verge of Seas to be -
Eternity - is Those

Come se il mare separandosi
Svelasse un altro mare
Questo un altro, ed i tre
Solo il presagio fossero

D'un infinito di mari
Non visitati da riva -
Il mare stesso al mare fosse riva -
Questo è l'eternità.

Uhm... interessante. Riproviamo.

Suspense - is Hostiler than Death -
Death - tho'soever Broad,
Is just Death, and cannot increase -
Suspense - does not conclude -

But perishes - to live anew -
But just anew to die -
Annihilation - plated fresh
With Immortality -

L'incertezza è più ostile della morte.
La morte, anche se vasta,
E' soltanto la morte e non può crescere.
All'incertezza invece non v'è limite,

Perisce per risorgere
E morire di nuovo,
E' l'unione del Nulla
con l'Immortalità.

Wow. Giuro che ho aperto veramente a caso.

Prenderò le scale

rimuginato da franz , giovedì 25 settembre 2008 10:12

La mezz'ora più lunga della mia vita credo di averla passata in ascensore, ieri sera, tra mezzanotte e l'una. Ero di ritorno da un cinemino al secondo spettacolo sola soletta (Le tre scimmie di Ceylon, premio per la regia a Cannes, lentuccio ma piuttosto interessante).
In realtà non è stata eccessivamente adrenalinica, come esperienza. Potevo restare murata viva tra un piano e l'altro, ma non è successo. Potevo essere del tutto sola in questa disavventura, ma mio padre, rientrato da poco dal lavoro, ha sentito la campanella d'allarme ed è venuto quasi subito a soccorrermi. Ci sarei rimasta secoli, altrimenti, anche perché il cellulare nel nostro ascensore neanche prende. Poteva finire l'aria, ma non è successo (anche se lì dentro cominciava ad esserci un calduccio preoccupante, e l'aria iniziava a farsi viziata). Io, dal canto mio, ho parlato e mi sono mossa il meno possibile, respirando piano, r e l a x , e lo sottolineo perché è stata impresa ardua, con mio padre dall'altra parte a trasmettermi ansia e a rimproverarmi in maniera random, molto poco sensata e attinente al contesto, perché a) ho preso l'ascensore b) sono andata al cinema al secondo spettacolo da sola.
Alla fine è arrivato l'amministratore dall'armatura scintillante sul suo bianco destrier e mi ha salvata.
Morale della favola, non prenderò mai più l'ascensore.
Ah, e alla fine fine mi sono addormentata con qualche filmino mentale di tutt'altro genere. L'adrenalina, per quanto poca fosse, mi ha fatto questo scherzetto.

[ ora e solo ora capisco Valeriò :/ ]

waiting for the worms

rimuginato da franz , sabato 20 settembre 2008 10:23

Sono tornata nel mio limbo, e ascolto i Pink Floyd. Si adattano a questa liquida sospensione dalle tinte mutevoli, a volte inaspettatamente laceranti, altre volte deboli, così rilassanti per gli occhi.
Nella mia stanza si gela, come sempre inizia a succedere in questo periodo dell'anno, in cui il freddo avanza e i termosifoni sono ancora tragicamente ma comprensibilmente spenti. C'è calduccio, però, nel mio limbo. Anche se qui dentro ogni pensiero, ogni ansia viene congelata e riposta con cura in un luogo protetto e lontano da occhi indiscreti (in primo luogo dai miei occhi), perché qui regna la sospensione, che è scopo principale e ragion d'essere di luoghi del genere, e perché qui bisogna studiare, qui non si può pensare. Non ci si può imparanoiare. E mai e poi mai prendere decisioni importanti.
Dentro questa bolla sono sola, ma ogni tanto qualcuno infila la testa, fa capolino per vedere come me la passo. E va bene così, non mi era mai successo di essere così sola e sentirmi così poco sola. Magari è la volta buona che io riesca a smettere di cercare le persone solo per non restare sola con me stessa. Ora che ho avuto così tante ulteriori conferme del fatto che il contatto non mi fa bene, quando si parla di persone a cui non interessa in particolar modo sapere se continuo a dibattermi nella solita quotidianità o magari, che so, mi sono dissolta tra una goccia di pioggia e l'altra, o sotto uno di questi splendidi, freschi raggi di sole che si sono infilati nella mia stanza stamattina. Che, anzi, stare a contatto con queste persone mi fa sentire come se fossi attaccata al tubo di scappamento di una Clio del '93. Scadenza 1 maggio 1994, come quelle 30 scatolette di ananas Del Monte in Hong-Kong Express. Perché, anche se so che, semplicemente, naturalmente, ognuno è preso dai fatti suoi, essendo io stessa il centro del mio piccolo mondo che riguardo l'autostima va a risparmio (eh, ma le cose cambieranno, eccome se cambieranno... eccole che cambiano già, lo sento, di secondo in secondo), a livello profondo ogni idiozia è la prova della mia completa, schiacciante inutilità, e irrilevanza. Quindi, vai dentro me, non fuori. Insomma, franz, lo dici da secoli (perché sono davvero secoli), riuscirai finalmente a farlo una buona volta? Ma le ansie, soprattutto quelle che io stessa mi sono cercata, questo mare di angosce, accidenti, a volte ci annego dentro. Questa bolla deve resistere agli urti, perché voglio restarmene sospesa qualche palmo sopra la tempesta, magari ancora tutta sgocciolante, a guardare dall'alto lo scatenarsi delle forze della natura.
Quando le onde non saranno più così alte.
Dal di fuori. Uno sguardo. Dentro.
Forse manca poco.

[e dannazione l'ennesimo post che non ho la forza di rileggere, perché ha senso solo per me bimbetta egoista]

rimuginato da franz , sabato 13 settembre 2008 15:51

Le parole mi grattano il palato, mi scorticano. Hanno spigoli duri che mi tagliano dentro. Parlare anche solo di cose inutili certe volte è impossibile. Parlare, a volte, è uno sforzo immane.

Il silenzio che viene alla fine, Deborah Gambetta

Eldorado

rimuginato da franz , venerdì 12 settembre 2008 14:03

Tema interessante, l’attesa. Riducendo un po’ ai minimi termini, potrei etichettare ogni momento della mia vita in questo modo, come un’attesa. E anche i momenti non definibili propriamente come attesa di qualcosa di preciso, sarebbero sicuramente attesa di qualcosa di nuovo, di un assaggio del futuro, o al limite attesa della morte.
Anche ora aspetto, facendo finta, come meglio posso, di non aspettare. Un po’ come faccio sempre. Per esempio, aspetto che qualche nodo venga al pettine, questioni che sono solo questione di tempo… un esame da dare, il piano di studio da consegnare in Segreteria. Le scadenze. Aspetto di svegliarmi sapendo cosa voglio.
Dico di non avere interesse nell’amore al momento, di non andare in cerca della giusta unità che in un punto e una linea combaci col mio punto e la mia linea… ma secondo me mi prendo amorevolmente in giro. Non ho interesse a cercare l’amore in questo momento perché, contro ogni razionalità, ogni parte di me grida di averlo trovato. Lo respiro ogni istante di ogni giorno. E sì, l’amore è un terreno compatto, a tratti umido e friabile, ed io ho la testa immersa nella terra scura, non sento nulla, non vedo nulla, non riesco neanche a respirare. Come anche solo concepire di andare in cerca di qualcosa che si sente in cuor proprio di possedere già? Il mio amore è l’unica cosa che posso possedere. Le persone non si possiedono. Non esistono certezze, non esiste controllo. Questo pensiero mi divide nell’eterna insanabile dicotomia terrore/eccitazione. E ora vorrei solo sapere che se mi butto nel vuoto, in fondo troverò una rete. Ma questa rete non sai non vuoi non puoi darmela. Ed io nel vuoto di nuovo così consapevole di un rischio così alto dalle potenzialità talmente distruttive di un semplice salto io questa volta non mi butterò. Mi avvicino pericolosamente al ciglio, che quasi sento il terreno cedere sotto i piedi, e me ne sto qui a guardare sassolini e terriccio precipitare e scomparire nell’oscurità, perché confido nella mia capacità di sottrarmi al momento giusto, di fare quel passo all’indietro prima che sia troppo tardi. Forse la mia è presunzione. O pigrizia. O noncuranza. Però, è così bello sentirsi in movimento, e questo in larga parte lo devo a te. Da quando ti conosco mi muovo sempre. E ci credo davvero che sia il viaggio, non la meta. L’attesa più che l’evento.
Sto qui, e aspetto.
Ascolto musica, guardo film, leggo, studio, scrivo.
Aspetto. Ti aspetto.
Ma magari in fondo aspetto e basta.

if you want me

rimuginato da franz , giovedì 11 settembre 2008 14:22

are you really here or am i dreaming
i can’t tell dreams from truth
for it’s been so long since i have seen you
i can hardly remember your face anymore
when i get really lonely and the distance causes only silence
i think of you smiling with pride in your eyes a lover that sighs

if you want me satisfy me
if you want me satisfy me

are you really sure that you believe me
when others say i lie
i wonder if you could ever despise me
you know i really try
to be a better one to satisfy you for you’re everything to me
and i do what you ask me
if you let me be free

if you want me satisfy me
if you want me satisfy me

if you want me satisfy me
if you want me satisfy me

Ho visto cose...

rimuginato da franz , lunedì 8 settembre 2008 11:22

Lista provvisoria, in ordine cronologico e con giudizi approssimativi (* = cut here e non pensiamoci più, ** = ho resistito all'impulso suicida, *** = ehi baby, quasi quasi mi hai fatto riflettere, **** = davvero davvero niente male... per fortuna che ci sei!, ***** = l'ammore è ammore *_*, N.B. i titoli senza asterischi li ho ritenuti incommentabili) dei film da me visionati nella 65. Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia. Rettificherò con commenti, un giorno.


Do Visìvel ao Invisìvel
di Manoel de Oliveira [corto fuori concorso]
****
Burn after reading
di Joel & Ethan Coen [fuori concorso - film di apertura]
*****

Lønsj (Cold lunch) di Eva Sørhaug [settimana della critica]
**

Girara no gyakushu / Toyako Samitto kiki ippatsu! (Monster X strikes back: attack the G8 summit!) di Minoru Kawasaki [fuori concorso in collaborazione con il far east film festival di udine]
***

Akires to kame (Achilles and the Tortoise)
di Takeshi Kitano [Venezia 65]
****

Ladri di biciclette
di Vittorio De Sica [fuori concorso - eventi]

Inju, la bete dans l'ombre
di Barbet Schroeder [Venezia 65]
*

Jay
di Francis Xavier Pasion [orizzonti]
***

The Burning Plain
di Guillermo Arriaga [Venezia 65]
*****

Romance de Vila do Conde
di Manoel de Oliveira [corto fuori concorso]
*
O Vitral e a Santa Morta
di Manoel de Oliveira [corto fuori concorso]
**
Puccini e la fanciulla
di Paolo Benvenuti/Paola Baroni [fuori concorso]
**

Dangkou (Plastic City)
di Yu Lik-wai [Venezia 65]
*

Z32
di Avi Mograbi [orizzonti]
**

Un giorno perfetto
di Ferzan Ozpetek [Venezia 65]
**

Nowhere man
di Patrice Toye [giornate degli autori]
****

L'autre
di Patrick Mario Bernard/Pierre Trividic [Venezia 65]
*

Gake no ue no Ponyo (Ponyo on the Cliff by the Sea)
di Hayao Miyazaki [Venezia 65] *****

Muukalainen (The Visitor)
di Jukka-Pekka Valkeappää [giornate degli autori]
***

$e11.Ou7! (Sell out!)
di Yeo Joonhan [settimana della critica]
****

Vegas: Based on a true story
di Amir Naderi [Venezia 65]
***

Il papà di Giovanna
di Pupi Avati [Venezia 65]
***

Eve
di Natalie Portman [corto cortissimo]
***
Vi Der Blev Tilbage (We Who Stayed Behind)
di Martin De Thurah [corto cortissimo]
****
Every Breath You Take
di Igor Sterk [corto cortissimo]
**
De onbaatzuchtigen (The Altruists)
di Koen Dejaegher [corto cortissimo]
****
Logner (Lies)
di Jonas Odell [corto cortissimo]
**
The Butcher's Shop
di Philip Haas [corto cortissimo]
***
Wode (Mine)
di Liu Hui [corto cortissimo]
**

Nuit de chien
di Werner Schroeter [Venezia 65]
**

The Sky Crawlers
di Mamoru Oshii [fuori concorso]
****

Teza
di Haile Gerima [Venezia 65]
***

Rachel getting married
di Jonathan Demme [Venezia 65]
****

Pranzo di Ferragosto
di Gianni Di Gregorio [settimana della critica]
****

Un monde nouveau
di Vittorio De Sica [questi fantasmi]

Lunga vita alla Signora!
di Ermanno Olmi [Leone d'oro alla carriera]

Hurt Locker
di Kathryn Bigelow [Venezia 65]
****

Il seme della discordia
di Pappi Corsicato [Venezia 65]
*

The Wrestler
di Darren Aronofsky [Venezia 65]
*****

Ketto Takadanobaba
di Masahiro Makino [fuori concorso - eventi]

Tornata (per finta)

rimuginato da franz 10:32

Col corpo sono tornata. Sono qui, seduta davanti al pc, racimolando il coraggio per aprire questo modesto ma incomprensibile libro di Sintassi delle lingue del mondo. Ma la mia mente vaga, a chilometri e chilometri da qui, correndo in bicicletta su un lembo di terra umida circondata da acqua e infestata dalle zanzare più tenaci mai viste prima. E' rimasta lì, nel buio della sala. Sono più di 48 ore che non vado al cinema, crisi d'astinenza in corso. Devo disintossicarmi. Tornare nel mondo vero. E accidenti, non voglio. Avrei voluto quel limbo, che continuasse ad esistere così, con semplicità e naturalezza, al di fuori di ogni tempo. Eppure non è stato solo paradiso. Questo viaggio è stato intensità. Momenti di inaudita e inafferabile magia, e momenti di completa totalizzante disperazione. Faccio ritorno al mondo vero devastata, persino più in pezzi di prima. Con un irrefrenabile impulso a scrivere, a creare, il bisogno quasi fisico di correre in libreria a comprare un manuale di regia solo per sentire che un passettino in qualche direzione lo sto facendo. E sentimentalmente, una tra le situazioni più tragiche e strazianti che ora potessi immaginare. Ripiombare nel solito gorgo ancora e ancora e ancora, sapendo che non esiste soluzione, ritrovandomi ad amare e odiare la stessa persona così tanto, di nuovo, daccapo, mi lascia prima di tutto sconcertata. Non pensavo di essere così. Devo essere masochista e autolesionista, e non poco, ma tanto. Insomma, cos'ho che non va per esserci ricascata un'altra volta, pur conoscendo fin troppo bene premesse e inevitabili conclusioni? Quali sono i meccanismi malati che scattano nel mio cervellino bacato? Non esiste soluzione, lo so, l'ho sempre saputo, e allora perché non sono riuscita a tirarmi indietro prima del disastro, perché non so tirarmi indietro ora, nonostante tutte le continue conferme?
Non riesco a parlare della Mostra ora. Quasi non riesco a pensarci. La nostalgia mi riempie il respiro, e non so mettere un punto fermo. Ho imparato grandi cose su me stessa, alcune delle quali mi spaventano e riempiono d'entusiasmo, altre mi spaventano e riempiono di sconforto. Per questo parlo di intensità. Volevo vivere, così è stato. Devastante, atroce, terribile, meraviglioso.
Tornerò a parlarne quando sarò veramente tornata
in me.