The Million Dollar Hotel

rimuginato da franz , giovedì 29 maggio 2008 14:47

Un post per il contraccolpo.
Perché dannazione sto facendo tante nuove esperienze ma ultimamente tutto si condensa in un sospiro sull'orlo di qualcosa, di un abisso, non so. Il vuoto d'aria prima della discesa a picco del Niagara a Mirabilandia.
Tutto va a puttane. Per modo di dire eh, che insomma alla lunga vivere nel mondo dei sogni non giova affatto all'autostima, né ad un eventuale equilibrio mentale. Non si può dare la colpa agli altri per l'assenza di qualcosa... che ne so, l'incapacità di voler bene, di sapersi distaccare per un secondo da sé stessi e dal proprio egocentrico microcosmo e fare un passo indietro per non ferire qualcuno, oppure semplicemente l'assenza di quel brivido che c'è o non c'è, e non ci sono compromessi o vie di mezzo, insomma, 'n ce so' santi. Nel primo caso posso solo che incazzarmi, inorridire una volta in più, con le mani tra i capelli, spiazzata, senza sapere cosa rispondere, senza sapere se rispondere. Sentirmi una voragine di vuoto dentro, per aver amato. Per essermi concessa quasi senza riserve. Nel secondo caso invece me ne resto a braccia conserte. Chiudo gli occhi e annuisco. Deglutisco, con le lacrime in gola. Tanto non c'è nulla che io possa fare, tranne cercare di dimenticare di aver provato qualcosa.
Io non ho bisogno di stare con qualcuno. In passato probabilmente ho preso decisioni opinabili, commesso errori. Senza i quali però ora non sarei in grado di dire che stare con qualcuno non mi interessa. Stare con qualcuno tanto per starci, intendo. Se non ci sono le farfalle nello stomaco, se non c'è quella morsa, quel brivido di terrore totalizzante. Sono piena di distrazioni, persone che adoro, altre con cui trascorro del tempo senza pensieri. Non ho bisogno d'altro, se altro non c'è.
So che una punta d'orgoglio la sento, anche quando deglutisco amaro. Perché ho smesso di essere scelta. Ho iniziato a scegliere. E ho scoperto a mie spese gli inconvenienti dello scegliere qualcuno... perché se non si è scelti in risposta, se non si è ricambiati, la sensazione non è propriamente delle più piacevoli. Anzi, fa abbastanza schifo. E' un misto di crollo dell'autostima, frustrazione, imbarazzo, disperazione. Non mi ero mai esposta così, e consapevolmente. Quella parole che mi sono ascoltata pronunciare, facendo finta di non essere io a parlare, quel momento in cui ho preso la situazione tra le mani, è stato un salto nel vuoto. Un salto consapevole nel vuoto. Non l'avevo mai fatto prima. Insieme a tutto il resto del mio bagaglio esperienziale, anche questo fa volume. E non mi sento la stessa persona che ero ieri, ogni istante che passa mi sento diversa, e sempre più lontana da quello che credevo di essere. Immagino sia questo il bello. Comunque, dato che negli ultimi mesi ho assaggiato solo l'amaro, e assaporandolo con gusto fino in fondo... adesso mi chiedo, quand'è che arriva il dolce?
Anche se a volte mi sento dannatamente sbagliata, intimamente alla fine credo di essere una gran bella persona. Ma me ne dimentico sempre.
In giornate come oggi. Anche se un'amica ti salva con shopping selvaggio per bancarelle, il compito di trovare il regalo di compleanno per un amico, iniziare a concentrarsi su un progetto troppo a lungo rimandato, comprando qualcosa di imbarazzante ma molto utile... da sola, non sarei mai riuscita. Ma poi sola ci sono dovuta rimanere, come devo rimanerci sempre. Sotto la pioggia, zuppissima, per recuperare un motorino lasciato dove col pensiero ora preferisco non indugiare. Zuppissima, più pensieri nella mia testa che pozzanghere per la strada. Acqua sul parabrezza, acqua sugli occhiali, e sì, forse un po' pura con tutta quest'acqua mi ci sento. Pura, ma anche un po' persa. Ascoltando una colonna sonora splendida, ma triste. La musica custode degli stati d'animo perduti. Non indugio, non mi deprimo, non mi crogiolo nell'autocommiserazione. Semplicemente, ho bisogno della forma adatta a quello che provo. Per sentirmi in osmosi con l'ambiente. Quindi una musica triste ora che sto di merda non mi rende più triste, mi fa piuttosto sentire meglio, adeguata alla circostanza e in una circostanza adeguata a me, mi fa sentire giusta. E poi, questo film di Wim Wenders è qualcosa di piccolo e meraviglioso, in sé compiuto, e la soundatrack come se dice qua spigne.

Let me love you true, let me rescue you
let me bring you to where two roads meet

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