sweep

rimuginato da franz , domenica 30 novembre 2008 12:38

In queste ultime due notti calde sotto al piumone ho sognato che mi si scheggiava lo smalto nero sulle unghie. Poi anche le unghie, dell'indice e dell'anulare della mano destra, iniziavano a spezzarsi. E mi sono svegliata convinta che fosse realmente successo, entrambe le volte.

Ieri momento indimenticabile nel cesso di non ricordo quale bar/ristorante sulla piazzetta davanti al Pantheon... un bicchiere di Sauvignon e una ciotolina di noccioline, l'adorazione nei miei occhi e sì, tutto il resto. Che rido a ripensarci. Ci perdiamo in parole dolcissime, un po' scherzosamente imbronciate, e nei vicoli del centro, lasciandoci trasportare dalla fiumana di gente... via del Corso, e mi accorgo con enorme disappunto che si respira già aria natalizia, di nuovo. Ma ciò che si agita intorno a noi mi scivola addosso, è tutto quasi bello, sempre. Non mi stanco mai di te. Qualsiasi cosa, persino la più semplice, la più banale... è così squisitamente sospesa un palmo sopra l'ordinario, un palmo sopra la normalità... e questa è solo l'anticamera dell'estasi, ne sono convinta. Ci aspettiamo grandi cose da lei.

Ieri sera con Vale pasta al tonno e Salò o le 120 giornate di Sodoma.
Stanotte grandine... ghiaccio per le strade, mi dicono. Roba da The day after tomorrow.

Stamattina, mi compiaccio della mia capacità di non banalizzare i problemi altrui ed elargire ottimi ed appropriati consigli.
E ora, indecisa su come ammazzare quest'ennesima domenica, riapro il fidato Macmillan cercando di pensare ad una short story di 50 parole dal titolo A sweet revenge...

Insomma, eccoci alla fine di un finto post, scritto per non abbandonare del tutto questo blog a sé stesso.

Questa, è intensità.

carve your name into my arm

rimuginato da franz , domenica 16 novembre 2008 10:58

Devo capire dov'è che resto bloccata.
Una distesa d'acqua, piccole pietre davanti a me tracciano il percorso in una linea serpeggiante di cui non si vede la fine. Nell'acqua ci si può specchiare, e a volte, quando non sono troppo concentrata su dove mettere i piedi per andare avanti, lo faccio: mi specchio. Ora, guardo il mio riflesso dritto negli occhi. Devo capire perché davanti a questa pietra, proprio questa fra tante, non riesco a saltare... e mi fermo, o finisco con lo scivolare e ritrovarmi con l'acqua alla gola, in mille schizzi e grida, come ieri sera.
Mi guardo riflessa. Vorrei solo che tutto fosse facile. Vorrei pensare di poter essere felice, di non essere una di quelle persone che devono distruggere quanto di meraviglioso e distruggibile hanno intorno, quanto di meraviglioso seppur imperfetto (come se la perfezione potesse esistere... lo ammazzerei Kevin Williamson, per averci imbottiti in un momento critico della crescita con le sue stronzate adolescenziali) capita loro. La base di tutto è che ti amo (o qualsiasi altra parola vogliamo usare al posto di "amore", al posto del verbo amare... io ti quello, quella cosa là che sai), e senza di te posso vivere, sì, ma niente avrebbe senso, tutto sarebbe grigio smorto inutile senz'anima, e se io ogni volta che inizio a pensare ai nostri problemi riesco a porre questo presupposto come base, ogni nodo si scioglierà, per forza. Ma per forza non suona bene, necessariamente, inevitabilmente, suonano anche meno bene... mi basta pensare a Vicky Cristina Barcelona per capirlo. Però, ecco, voglio che il presupposto base sia la motivazione, il mio motore. E spero che anche il tempo faccia il suo dovere... perché è anche questo, io ho bisogno di tempo per fidarmi di te. Ok, non rivanghiamo il passato, ma non dimentichiamoci che è esistito... quel passato mi ha resa me, se ora siamo qui è anche perché tutto quello che ho vissuto mi ha resa nel tempo più compatibile con te ("senza quegli anni, sarei piaciuto a Mido?").
Tempo. Indipendenza. Sapermi riacchiappare, non crollare in ginocchio di fronte alle aspettative deluse. Meglio, nessuna aspettativa. Fuori da ogni schema. Io e te.
Se è possibile, accadrà. Io... del mio meglio. Se è umanamente possibile con queste premesse, accadrà. Sei la cosa più bella che riesco a concepire. Non voglio lasciarti andare.

rabbrividendo

rimuginato da franz , mercoledì 12 novembre 2008 16:10

La mia rabbia è conficcarmi le unghie nella pelle bianca indifesa delle braccia, lasciare piccoli solchi. Il mio dolore è farmi colare la cera bollente delle candele sulle mani.

stelle buone

rimuginato da franz , martedì 4 novembre 2008 10:09

Questo luogo si è trasformato in una distesa deserta e abbandonata... si estende a vista d'occhio sotto un sole ininterrotto e caldissimo. Ho tante cose da fare, ma non è l'essere impegnata che mi impedisce di scrivere. L'impedimento principale, quello determinante, è che sono felice. Le mie ansie di oggi sono poco spesse, poco consistenti, poco tangibili. Ho alcuni problemi, uno di questi richiede anche molta speranza, quasi fede, e non è risolvibile da mani umane, ma solo dalla sorte (quindi non è neanche propriamente un problema, ma insomma). Però ecco ci sei tu, e sei il mio pensiero felice... quello che uso per volare; il motore invisibile che mi fa aprire gli occhi la mattina e (cercare di) portare a termine ogni giornata di doveri e attività, di piccole attenzioni per me e lo spazio che ho intorno.
E poi basta che BLEAH mi nauseo... potrei attaccare con la melassa quella vera, zuccherosa da diabete, e densa e appiccicosa... sono proprio folle folle folle. Di amore per te. E schifosamente, schifosamente felice XD