At the end of the day

rimuginato da franz , lunedì 12 dicembre 2011 19:16


Per paura si fanno un sacco di cazzate. Allora stavolta ci finisco (più o meno) dritta in bocca, alle mie paure, cercando di evitare cazzate che possano nuocere ulteriormente a me e a chi mi sta intorno. Resto sola.

E fa male. Fa male che l'assenza è un abisso incolmabile, male che nelle ultime 24 ore mi sono pianta tutti gli organi interni, uno dopo l'altro, appassionatamente.
Anche se so SAPEVO di aver fatto la cosa giusta.
No, non sapevo... LO SO.
E' che il dolore è sordo e cieco, non ammette "ma" e "se", è totalizzante, per cui è inutile anche solo provare a ragionarci, ora.
Non so più niente, ora.
C'è solo questo dolore da tenere chiuso dentro al buio finché non avrà iniziato a sciogliersi. Arriverà il momento di tornare a respirare.

Resto sola, dicevo.
Stringo i denti e me ne resto chiusa stretta abbracciata dentro me stessa.
Cerco di starmene seduta composta come fanno i grandi.
E intanto penso che ti voglio bene.
Che mi manchi.
Che ci sono vuoti davvero difficili da colmare.

You gave me more to live for, more than you'll ever know.
Shukran, ya habiby.