fra i timori e l'inettitudine

rimuginato da franz , lunedì 29 ottobre 2007 19:03

Fai in modo di arrivarci già ubriaca alla festa, nel disperato tentativo di non sentirti a disagio.
E sboccia una riflessione fugace, quasi fulminea ma incisiva, una di quelle da "mattina dopo", sul tuo rapporto con l'alcol negli ultimi tempi.
Intimo, forse troppo, e un po' morboso.
Il mio modo di adesso.

La solitudine umana. L'alienazione.
Forse sei solo nel senso che, se c'è qualcosa in te che non va, nessuna persona al mondo riuscirà a farti stare veramente meglio. Nessuna persona che non sia tu.
Dipende tutto solo ed esclusivamente da te.
Sempre e solo questione di punti di vista.
Relativismo estremo. Onnipotenza.
Da ieri sono quasi digiuna, crampi allo stomaco e nausea... forse ho l'influenza.
Ma mi basta un unico semplice taglientissimo pensiero per aver voglia di vomitare tanto da far sembrare qualsiasi disturbo virale la più irrilevante scemenza.
In quelle significative manciate di secondi quasi mi gira la testa, e mi sento l'essere più infimo sulla faccia della Terra.
Una specie di chiodo fisso.
E la cosa assurda è che non riesco a dargli un nome... cioè, un nome ce l'ha, ma non un sottotitolo, una didascalia chiarificatrice... quindi non riesco a comprenderne la natura, le implicazioni, le modalità.
E' come un'immagine. Un flash. Nient'altro. Ma sconvolgente.
E, dato che assolutamente non sono l'essere più infimo sulla faccia della Terra, ma tale ora mi sento, oggi dico vaffanculo.
Dico così non mi piaccio.
Dico esco con Tori e faccio un giro per palestre, a chiedere se fanno la ginnastica posturale.
Dico papi cazzo dammi i soldi per iscrivermi a nuoto.
Dico voglio essere attiva, ne ho davvero piene le palle.
Sono grassa??!
Sì, sono senz'altro qualche chilo sovrappeso.
Mi faccio schifo così??!!
Senza dubbio!
Otterrò qualcosa rifiutandomi di uscire di casa e continuando ad ingozzarmi convulsamente di cioccolato, abbassando gli occhi nelle situazioni difficili e piagnucolandomi addosso??!!
No, porco cazzo!
Il discorso non fa una piega, manco una grinzetta.
Quindi basta, nient'altro da dire.

E anche oggi il blog psicologo vince su tutti.

4 mesi!

rimuginato da franz , venerdì 26 ottobre 2007 20:04

Mi sono venute le mestruazioni.
In effetti, è successo svariato tempo fa. Diciamo una settimana fa.
Mi sono goduta il flusso (paragonabile senza ombra di dubbio al Nilo straripante) come poche altre volte e ora sono asciutta e candida, pura come un panetto di tofu.

Ascolto l’ultimo album dei Marlene Kuntz. Per il momento non mi entusiasma, un po’ piatto… anche se 111 non è male. Il finale dice così:

ma quale orrore quando mi accorsi
di averla uccisa a martellate
quale orrore quando mi accorsi
di averla punita massacrandola
a martellate
quale orrore
ma quale orrore
che mostro sono
e non so neanche farmi fuori da me!
qualcuno ha voglia di pregare per me!?!

ed è possente, forse vale tutto il cd.
Almeno, per come mi sento adesso. Mi prenderei a martellate.
Non so perché, ma il venerdì mi fa quest’effetto…

Comunque, stamattina alle sette quando mi è suonata la sveglia ho buttato uno sguardo fuori dalla finestra, e il cielo era così scuro di nuvole fitte impenetrabili, così apocalittico, che mi sono rimessa a letto. Dato che ieri tornando ho beccato il diluvio. Dato che ieri, tornando col Mitico Liberty 125, ho tirato i freni - grazie al cielo praticamente da ferma – sull’asfalto intriso di pioggia, per non sfondare la Panda di un deficiente che mi ha inchiodato davanti, e ho fatto un simpatico volo, il motorino crash, per terra. E sono quasi morta per rimetterlo in piedi. E si rifiutava di ripartire.

Mi sa che non è Scienze Politiche la facoltà dei gonzi… è Lingue. Damn!
Mi farò un culo smisurato su tedesco minimo 6 ore a settimana da qui all’eternità per 8 fetentissimi CFU. Per fortuna che ADORO studiare tedesco, almeno questo!

Io e Valeriò oggi siamo ai 4 mesi.
:)

E ora, un bel respiro e poi il week-end.
Un bel respiro.
Carini e coccolosi ragazzi… carini e coccolosi.

mein Wien

rimuginato da franz , martedì 16 ottobre 2007 16:50

Stanotte ho sognato che mi erano venute le mestruazioni.
Sono ai limiti dello stress e della sfattezza.
L'universitas è un disastro.
Al momento è il mio più pressante problema, nonché uno tra i miei più validi motivi per alzarmi la mattina.
Adoro ciò che studio, ma la vita universitaria è impossibile, i corsi si sovrappongono e il piano di studio non è praticabile con così poche sessioni d'esame.
Comunque, magari dovrei solo non pensarci.
Far finta che il problema non esista, finché non si sarà ingigantito abbastanza da ingoiare in un sol boccone tutta Roma Tre, autorisolvendoli così senza bisogno che io alzi un dito.
Oppure domani è la volta buona che mi presento direttamente dal Preside: "O qualcuno mi dà retta o qui spacco tutto".
Sono davvero indecisa.
Nel frattempo seguo tutti i corsi possibili e immaginabili, spesso senza neanche le pause pipì.
Un paio d'ore di lingua tedesca, poi di corsa al test d'inglese, e via subito per seguire la seconda ora di letteratura tedesca, poi via di corsa per gli strascichi di glottologia e linguistica... poi thanks God la facoltà chiudeva per l'inaugurazione dell'anno accademico, altrimenti avrei avuto altre due ore di tedesco.
Questo ieri. Lunedì. Che già li odio i lunedì...
Poi oggi dovevo aver lezione dalle 14 alle 16, arrivo in facoltà dopo la traversata della City (Monte Mario - Marconi) e la lezione non c'è, per problemi organizzativi.
Cioè il prof c'è, noi ci siamo, ma l'aula è chiusa a chiave.
Taaanta voglia di scapocciare.
Ah, e ho sempre fame. Mi sento un bidone della spazzatura. Ho SEMPRE fame. Di una fame nervosa e pungente, e mi ingozzo senza ritegno in modo isterico e convulso.
Devo andare a nuotare, o diventerò una grossa palla di ciccia ambulante...
E' che il cibo è una grande risorsa di amore e calore, disponibile e rassicurante.
Sono esageratamente umorale. Perfino più del solito.
Odio l'inverno.
Mi piace solo quando è sera e posso starmene sotto le coperte, al calduccio, e fuori la pioggia il vento il gelo.
Invece lo odio incommensurabilmente quando devo svegliarmi alle 6 e attraversare la città col motorino.

Bene, tanto qui è tutto attutito. Ovattato. Tutto distante.

Vorrei un capodanno a Vienna, dolce di sacher e coccole sotto le coperte e fuori la neve... lo vorrei adesso.

ich bin franz :D

rimuginato da franz , sabato 13 ottobre 2007 15:30

Mi sono tagliata i capelli.
L'insofferenza per l'arancione scolorito e la ricrescita stamattina ha toccato i massimi storici, così ho preso in mano la situazione e mi sono fiondata da Jean Louis David.
Ora sono cortissimi, ma finalmente castani.
Finalmente nature.
La ragazza che me li ha tagliati ci ha provato a fermarmi, a richiamarmi al senno.
Ma io, sorrisone a trentadue denti, irremovibile: "Debelliamo questa piaga, e soldato Jane sia".

E sono di nuovo me.
Cioè, questa me di ora, di adesso adesso, di questo secondo preciso netto spaccato.

Poi, se sapessi scattare foto decenti non avrei bisogno di ritoccarle con Gimp per renderle vagamente presentabili, ma pazienza.
E poi, così si confondono le acque... e la mia identità resta almeno parzialmente celata (seeeeee).
Però ecco, la condivisione, e bla bla bla.
:)



La prossima volta me li faccio viola, i capelli :P


Ho resistito poco

rimuginato da franz , lunedì 8 ottobre 2007 15:30

Ancora niente sangue.
E non annusate odore di (quel) dramma dove non c'è, perché non sono incinta: ho ritirato oggi i risultati delle analisi.
Chissà dov'è che mi sono bloccata.

L'universitas è un delirio.
Raffreddata, con gli occhi lucidi e rossi, ho affrontato a testa alta la massa pulsante di gente, l'aria soffocante per tante bocche che respirano all'unisono, la tragica inesistenza di un calendario delle lezioni esatto e oggettivo.
Un'esperienza traumatica.
Infatti, oggi sono rimasta a letto.
Domani però di nuovo in trincea.

Rabbia è spettacoloso.
L'ho finito ieri sera, e come sempre mi inchino devota e reverente.

Sono a casa con la tachicardia.
Il mio cuore, che come al solito lavora troppo.
Corre, corre... chissà dov'è che vuole arrivare.

L'adorazione è un sentimento alquanto strano.
Un lampo di idiozia meravigliosa, una scarica di abnegazione mistica, di perdizione estatica.
E mi ritrovo ad agire senza vergogna sull'onda di un respiro di un gemito dello scatto di una mano... è l'urgenza di quella mano, che mi fa impazzire.
Una mano che mi si stringe intorno, il profilo ben delineato un po' ossuto un po' abbronzato.
Ecco, tu mi guardi così e io ti adoro, proprio non posso farne a meno.


Ma voglio

che tu
tu piano piano scivoli
dentro me

[Subsonica]