tag:blogger.com,1999:blog-169704182024-03-07T23:55:19.763+01:00f r a n z"Credo che l'uomo abbia dentro di sé qualche cosa di piccolo, fragile, tremante, che ogni tanto ha bisogno di un po' di cura, di un po' di lacrime"
[Banana Yoshimoto]franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.comBlogger409125tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-22298783843903918322017-12-23T14:26:00.000+01:002017-12-23T14:26:02.714+01:00<h2 style="text-align: left;">
<span style="color: #741b47; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: small;"><b>"But in the end one needs more courage to live </b></span></h2>
<h2 style="text-align: left;">
<span style="color: #741b47; font-family: Courier New, Courier, monospace; font-size: small;"><b>than to kill himself."</b></span></h2>
<div>
<span style="color: #741b47; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b><br /></b></span></div>
<div>
<span style="color: #741b47; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><b><br /></b></span></div>
franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-29988427973549418632017-11-25T18:14:00.001+01:002017-11-25T18:14:45.396+01:00Non ho le palle di uccidermi. Non ho le palle di fare questo alle persone a cui voglio bene. Continuo però a pensare di non poterci vivere, in questo mondo. Mi sembra troppo sbagliato. O forse sono io ad essere troppo sbagliata. Vorrei poter scomparire dalla faccia della Terra e non lasciare nessuna traccia di me... come se non fossi mai esistita. In questo modo nessuno soffrirebbe della mia scomparsa ed io potrei smettere di portare avanti questa lotta. La vita è una cosa grossa. Non tutti la reggono. Io inizio davvero a pensare di appartenere alla categoria. Non riesco a staccarmi da questo dolore senza nome che vive radicato dentro di me e rispunta sempre puntualmente fuori, più tagliente mano a mano che vado avanti e le cose si fanno più serie. Sono una smidollata codarda incapace di affrontare i propri problemi, e per questa vita non sono tagliata e in definitiva probabilmente neanche me la merito.franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-70083741777706160162017-01-16T10:28:00.003+01:002017-01-16T10:28:59.902+01:00In questo momento.<div style="margin-bottom: 0cm;">
In questo momento difficile mi vedo
come quella persona distruttiva che avvelena tutto. La ragazza con
cui si vuole stare in un primo momento, perché l'intensità, e la
bellezza, e bla bla bla. Quella che magari si fa anche tanta fatica a
lasciar andare, a dimenticare... quella che solo quando la si lascia
andare e la si dimentica abbastanza da incontrarne un'altra si riesce
a capire fino in fondo e a vedere per ciò che era davvero... un
legaccio di qualche tipo. Una persona instabile, pesante, difficile
da avere accanto. Una persona incapace di amare chicchessia, inclusa
se stessa. E si capisce che non era amore, quello che si provava per
quella persona. Come poteva esserlo, d'altronde? Come si può amare
una persona così insicura, immatura, codarda, mediocre e meschina?
Tutt'al più si credeva di farlo... niente di più facile, scambiare
l'intensità con l'amore. Poi però si incontra qualcun altro, e
finalmente, per contrasto, si capisce cosa sia l'amore... si capisce
che quell'intensità c'entrava ben poco con l'amore. Non era amore,
era altro. Un'intensità a volte positiva, a volte negativa, che con
l'amare davvero un altro essere umano, con lo stare bene come si
dovrebbe in una coppia, non ha davvero niente a che fare. Erano
emozioni, non erano sentimenti. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ed io sono sicura che ognuno dei miei
ex è arrivato infine a pensare "che salvata!" e mai e poi
mai tornerebbe sui suoi passi. Perché nessuno che mi conosca può
volermi davvero. Nessuno può volere questo schifo. Questo mucchio di
problemi irrisolti, di paure, di meschinità, infiocchettato da una
manciata di belle parole. Le parole stanno a zero, ed io non so fare
altro che parlare. Il mio valore sul mercato è una cifra negativa in
caduta libera.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Una persona matura e coraggiosa
vivrebbe questo dolore senza caricarlo di disfattismo, senza sentirsi
l'essere più infimo sulla faccia della Terra. Riuscirebbe a dormire,
a prendersi cura di sé. Non passerebbe tutto questo tempo a
piangere, disperarsi, autocommiserarsi, vomitarsi le budella, farsi
venire i peggiori mal di stomaco. Riuscirebbe a studiare, a costruire
il proprio futuro. Vivrebbe ogni emozione che c'è da vivere, senza
fare tutte queste storie, senza puntare i piedi, senza sognare di
essere morta, di non esistere. Accetterebbe la situazione,
attraverserebbe la coltre di nebbia delle emozioni per poi finalmente
approdare ai sentimenti. Da una persona che ha trascorso un intero
anno lontana più di 16000 km da casa, cavandosela da sola nelle
situazioni più disparate, ci si aspetterebbe che abbia imparato
qualcosa. E invece viene fuori che non ha imparato proprio niente. Ha
fatto finta. È rimasta in superficie, non ha affrontato niente, come
suo solito. E ora si ritrova di nuovo sola, a farsi venire la
gastrite, a fantasticare sul proprio suicidio che tanto non avrà mai
luogo. E per cosa poi? Crisi esistenziale, quella non manca mai. Ma
più di tutto, come al solito, le pene d'amore. Quando questa persona
dovrebbe solo dimenticare che l'amore esiste, perché non è roba per
lei.
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ho rovinato tutto, di nuovo. So solo
distruggere. Sono stanca di me stessa. Tra meno di un mese compio 29
anni, e non sono cambiata. Infatti, rieccomi qui.
</div>
franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-82444320541514040852014-11-03T15:18:00.002+01:002014-11-03T16:01:16.376+01:00Sono ancora viva, nel caso qualcuno mai se lo stesse chiedendo.Ora come ora sembrava l'ultima cosa al mondo che potesse mai succedere, e invece eccomi qui. Come al solito inizio a scrivere senza sapere dove andrò a parare... vado dove mi porta la follia del momento, mi lascio trascinare dal flusso.<br />
Per tanto tempo questo blog è stato la mia valvola di sfogo, il luogo in cui correvo a rifugiarmi ogni volta che tutto mi sembrava andare in pezzi. Traevo un certo conforto dal solo pensiero di poter venire qui a vomitare tutto lo schifo che avevo dentro.<br />
Negli anni ho celebrato in questo piccolo spazio innumerevoli funerali, ho annunciato propositi più o meno ambiziosi che ho poi più o meno rispettato, ho continuato ad andare avanti, talvolta a testa alta, sulla cresta di un'onda positiva, ma perlopiù arrancando, in ginocchio... spesso ho strisciato, molle e un po' patetica, raccontandomi storie di gloria e grandezza che erano vere solo qui, sullo schermo.<br />
Ho riempito barili di lacrime lamentandomi del mondo che è come è, degli altri che sono come sono, e soprattutto di me, sempre così uguale, così la stessa, sempre a piagnucolare su questo mio eternamente vivo senso di inadeguatezza.<br />
Anche oggi è così. Mi era venuto a noia tutto questo... questo sbrodolio autocelebrativo... tanto che pensavo di esserne finalmente fuori una volta per tutte. Speravo ci fossero altri modi per me, più nobili magari... speravo che sarei passata all'azione prima o poi, speravo di riuscire a trasformare la merda in carburante per qualcosa di buono, senza avere bisogno di blaterare come un'invasata qui dove nessuno può sentirmi. Ma la verità è che non ci sono altri modi per me ora, la verità è che so solo parlare, scrivere... giocare con le parole, gettare fumo negli occhi, descrivere la cacca in tutte le sue sfumature anziché spalarla. Questo schifo è il meglio che riesco a fare ora.<br />
Sono una persona spaventosamente fragile che cerca in ogni modo possibile di mostrarsi forte. Costruire versioni alternative di me non ha fatto che portarmi sempre più lontana da me stessa, sempre più incapace di comunicare veramente con gli altri. Ho vissuto sempre proiettata fuori da me, identificandomi nell'altrui sguardo anziché nel mio, restando sintonizzata sugli altri, tesa a captarne i desideri e agendo poi di conseguenza, e questa mia condotta ha finito col rendermi sempre più incapace di capire chi sono e cosa voglio, dalle piccole cose a quelle grandi... ha scavato giorno dopo giorno questo fossato, diventato nel tempo ampio e profondissimo, invalicabile, che oggi mi divide da me stessa.<br />
Ho voluto piacere a tutti, in ogni momento, nel tentativo vano di sentirmi amata e accettata e finalmente in pace - cosa che ovviamente non è successa, perché non è così che funziona, che scoperta! -, e sono stata "la brava bambina" così a lungo che ormai non so più chi sono. Non l'ho mai scoperto, probabilmente, non me ne sono mai data occasione. Ad oggi non ne ho proprio idea, e non ho neanche idea di come fare a scoprirlo. Mi rifiuto di credere di essere quella bimbetta isterica che ad intervalli più o meno regolari mi possiede, che, spazzando via come un tornado qualsiasi traccia di razionalità, si dispera, batte i piedi a terra e si strappa i capelli, pretendendo tutto, tutto insieme e subito. Quella bimbetta esiste solo per ricordarmi che questa che fingo più o meno consapevolmente di essere (ormai è tutto molto automatico, so che succede ma non me ne accorgo tempestivamente, e la macchina non si ferma, continua a macinare ingranaggi, a produrre aberrazione) non sono veramente io. Nel caso me lo fossi dimenticato o sperassi di passarla liscia.<br />
Ma si sa che il conto da pagare arriva sempre, prima o poi. E in realtà non è ancora arrivato... per il momento sto pregustando la mazzata: vedo il cameriere che lo sventola tra le dita, e mi fissa, a qualche tavolo di distanza da me... ma se ne resta lì fermo, mi guarda senza muovere un muscolo, e anch'io non mi muovo, rimango seduta, immobile, atterrita.<br />
Vorrei stringerla tra le mani, quella che nella mia immaginazione è la grande verità, la soluzione dolorosa... affrontarla, finalmente, nuda e cruda. Ma non sono ancora pronta, evidentemente. Ed è infantile da parte mia immaginarmela come un singolo momento illuminante, una botta e via, quando invece - mi ci gioco le zinne - sarà una lunga serie di piccole epifanie più o meno sofferte che si susseguiranno nel tempo una dopo l'altra, una lotta dopo l'altra, giorno dopo giorno.<br />
E' così che percepisco la mia vita già ora: ogni giorno una lotta. Appena mollo un po', cado. Cerco di restare in piedi, ma continuo a cadere. E nessuno al mondo può aiutarmi. Nessuno. Tranne forse me, ma... sbaglio o suona di già sentito? Esserci per me è qualcosa che devo ancora imparare a fare. L'annullamento è sempre stata la mia modalità. Invertire la tendenza è un lavoro sporco e duro, e non so se ce la farò.<br />
Questo post, per esempio. Mi sento un po' meglio dopo averlo scritto, anche se neanche accenno al fulcro di ciò che mi fa soffrire in questo preciso momento - che cosa ridicola. Ridicola e ricorrente... faccio sempre così, in ogni cosa. Evito accuratamente il necessario e disegno con attenzione maniacale tutto quello che c'è intorno... le belle parole, i massimi sistemi, il suono delle lettere che formano parole che formano frasi. Forse non è quello che dico, ma solo il fatto di dirlo. Muovere le dita, battere i polpastrelli sui tasti del computer. Concentrarsi su qualcosa, una forma. Mi sento un po' più svuotata, ma non sento di aver fatto qualcosa di buono per me. Mi sento sporca, come sempre... la regina della mediocrità.<br />
Questo post, anche alla luce del fatto che il blog è una strada già intrapresa e già rivelatasi senza uscita, lo considero il fallimento di oggi.<br />
Vado a rialzarmi. Appuntamento alla prossima caduta. Stay tuned. franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-73775583530975757962013-07-28T00:11:00.001+02:002013-07-28T00:15:55.985+02:00Untitled #4Ricordo il caldo asfissiante.<br />
Ero in ritardo, in ritardo per la pulizia dei denti. In ritardo anche per dirti addio, ma questo ancora non lo sapevo.<br />
Non s'è ben capito, come funziona il coma, fra l'altro. Quindi inutile crucciarsi, arrivare un'ora prima probabilmente non avrebbe fatto nessuna differenza.<br />
Eri morto, ma il tuo corpo sprigionava ancora il suo calore. Tanto che non l'avevo capito subito, che eri morto. L'ho capito quando mi sono sentita stringere da dietro, quando ho sentito i respiri strozzati, i singhiozzi.<br />
L'orrore, quello profondo, quello definitivo.<br />
Sono morta con te. Qualcosa che avevo dentro è morto, te lo sei portato via per sempre.<br />
Quanta paura fa, dire "per sempre". La paura più grande che esista. <br />
Avevo in testa <i>Pretty good year</i> di Tori Amos, fissa, in loop.<br />
Avrei preferito morire sul serio che vivere senza te, morire vivendo, un giorno dopo l'altro, come ho fatto. E invece sono ancora qua. Senza riuscire a smettere di piangere, ancora, dopo 10 anni. Dopo 3650 giorni, respiro ancora, senza te, e ancora mi sento strappare il cuore, ancora mi manchi da impazzire.<br />
Guardo le foto che tuo fratello ha postato su Facebook di te piccolo, e sei bello come il sole, la luna e le stelle, sei la cosa più bella che io abbia mai visto.<br />
Dall'amore non si guarisce mai. Il tempo passa, e ricominci a respirare, piano piano, ricominci persino a vivere. Ma ormai so che non esiste cura per il dolore di averti perso, lo so da un bel po'. Come so che non esistono parole per esprimere tutto questo, non ne sono mai esistite. Ne vomito tantissime, ci provo a dirlo, ma non si può dire.<br />
Se mi concentro riesco a sentire la tua risata, la tua voce, il contatto delle tue mani. Che darei per poterti riabbracciare. Che avrei dato per poter crescere insieme a te.<br />
Di te mi è rimasta l'assenza. Mi si è solidificata dentro, come un blocco di cemento che non si sgretola, non si consuma, è sempre lì, intatta, definitiva. Un figlio mai concepito, mio e tuo, che non cresce, non nasce, non muore. Semplicemente <i>è</i>, e sarà, dentro di me, per sempre.<br />
<br />
Sono melodrammatica... non riesco proprio ad impedirmelo. Non si possono più dire a nessuno, tutte queste cose. Farlo non avrebbe senso. E allora, come sempre, le dico qui.<br />
A tutti, e a nessuno.franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-50139894861313153952013-05-11T11:49:00.001+02:002013-05-11T11:49:07.682+02:00Pensando a Saffo.Tutta la notte ho pregato di essere morta. Come un mantra, come un ritornello, finché le parole non hanno perso ogni significato, trasformandosi in una sequenza di lettere amorfe. Ho pregato piangendo, disperandomi, trattenendo il respiro, anche se non ho nessuno a cui indirizzarle, le mie stupide preghiere.<br />
La gente si sveglia ogni giorno, chi è stato lasciato, chi licenziato, chi lotta contro una malattia mortale, ognuno con i suoi problemi, alcuni veramente gravi, senza ritorno, altri che semplicemente fanno parte della vita. La gente si sveglia e va avanti. Fa quello che deve fare. Resiste.<br />
Perché tutti ci riescono e io no? Qual è il problema? Le emozioni che provo io sono più intense e travolgenti di quelle degli altri o sono io che non le so gestire, sono io che non so vivere?<br />
Voglio essere morta. Perché a volte semplicemente il gioco non vale la candela. Non so stare al mondo... ci metterò una vita ad imparare, la mia unica vita, tutta intera, probabilmente... e anche quella potrebbe non bastare. Non ce la faccio. Una vita a vomitarmi le budella, non ce la faccio.<br />
Sogno di partire, di decollare verso il luogo più lontano che c'è, a qualche scalo e 30 ore di viaggio da qui. Devo dimostrarmi che ce la posso fare? Ma in cosa spero, se non riesco neanche ad andarmene di casa, ad uscire dalla mia stanza, ad alzarmi dal letto? Sono una chiacchierona incapace di supportare le parole coi fatti. Costruisco mondi con le mie belle parole, mondi interi che non esistono.<br />
Sono schiacciata, da ogni cosa. A volte lo sento nitidamente, che la mia vita non vale la pena di essere vissuta. Mi manca il coraggio di esistere, e la mia vita è finita ancora prima di iniziare.<br />
Vorrei solo essere morta.franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-27896946582750435752013-01-06T15:04:00.000+01:002013-01-06T15:08:56.271+01:00Il mio nome è Vergogna Tossica.<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 150%;">È successo che mi sono imbattuta in quanto segue e ho iniziato, se non altro, a sentirmi meno pazza.</span><br />
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 150%;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><span style="line-height: 150%;">"</span><span style="line-height: 22px;">Ero presente al tuo concepimento</span></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Nell'adrenalina della vergogna di tua madre</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Mi sentivi nel fluido del ventre di tua madre</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Venni a te prima che tu potessi parlare</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Prima che tu potessi sapere</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Venni a te prima che tu potessi capire</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Prima che tu potessi sapere</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Venni a te quando stavi imparando a camminare</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Quando eri senza protezione ed esposto</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Quando eri vulnerabile e bisognoso</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Prima che tu possedessi qualsiasi protezione</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Il mio nome è vergogna tossica.</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Venni a te quando eri magico</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Prima che tu potessi conoscere la mia esistenza</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Ho danneggiato la tua anima</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Sono penetrato nel tuo cuore</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Ho evocato in te la sensazione di essere pieno di difetti</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Ho fatto sorgere in te sensazioni di sfiducia, bruttezza, stupidità, indegnità, inferiorità, inutilità</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Ti ho fatto sentire diverso</b></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Ti ho detto che in te c'era qualcosa di sbagliato</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Ho sporcato la tua somiglianza a Dio</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Il mio nome è vergogna tossica.</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Esistevo prima della coscienza</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Prima della colpa</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Prima della moralità</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Sono l'emozione principale</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Sono la voce interiore che bisbiglia parole di condanna</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Sono il brivido interno che ti attraversa senza alcuna preparazione mentale</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Il mio nome è vergogna tossica.</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Vivo nella segretezza</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Dell'oscurità, della depressione e della disperazione</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Riesco sempre a strisciare su di te, a coglierti di sorpresa, a entrare dalla porta di servizio</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Non invitata, non desiderata</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">La prima ad arrivare</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Ero presente all'inizio del tempo</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Con Padre Adamo, Madre Eva</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Con Fratello Caino</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Ero presente alla Torre di Babele, alla strage degli innocenti</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Il mio nome è vergogna tossica.</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Vengo da tutori "senza vergogna", dall'abbandono, dalle beffe, dall'abuso, dalle negligenze, dai sistemi perfezionisti</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Sono rafforzata dall'intensità scioccante dell'ira di un genitore</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Dalle osservazioni crudeli dei fratelli</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Dall'umiliazione degli altri bambini</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Dal brutto riflesso negli specchi</b></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Dalle carezze sgradevoli e spaventose</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Dallo schiaffo, dal pizzicotto e dallo strattone che distruggono la fiducia</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><span style="line-height: 22px;">Sono identificata <b>da u</b></span><span style="line-height: 22px;"><b>na cultura razzista e sessista</b></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Dall'ipocrita condanna dei bigotti religiosi</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Dalla paura delle pressioni dell'educazione</b></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Dall'ipocrisia dei politici</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Dalla vergogna multi-generazionale di sistemi familiari malati e corrotti</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Il mio nome è vergogna tossica. </span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Posso trasformare una donna, un ebreo, un nero, un omosessuale, un orientale, un bambino prezioso in</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Una puttana, uno sporco ebreo, un negro, un finocchio, un muso giallo e un piccolo bastardo egoista</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Posso provocare un dolore cronico</b></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b><u>Un dolore che non passa</u></b></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Sono il cacciatore che ti segue giorno e notte</b></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Ogni giorno ovunque</b></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Non ho limiti</b></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b><u>Cerchi di nasconderti da me</u></b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b><u>Ma non puoi perché vivo dentro di te</u></b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b><u>Ti faccio sentire senza speranza</u></b></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b><u>Come se non avessi via d'uscita</u></b></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Il mio nome è vergogna tossica.</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Il mio dolore è così insopportabile che devi passarmi ad altri attraverso <b>il controllo, il perfezionismo, il disprezzo, la critica, le beffe, l'invidia, il giudizio, il potere e l'ira</b></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Il mio dolore è così intenso</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Che devi coprirmi di <b>dipendenze, regole rigide, ripetizioni di esperienze vissute e difese inconsce</b></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Il mio dolore è così intenso</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Che <b>devi lasciarti stordire per non sentirmi più</b>.</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Ti ho convinto che me ne sono andata, che non esisto, hai sperimentato la mia assenza e il mio vuoto</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Il mio nome è vergogna tossica</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Sono l'anima della co-dipendenza</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Sono la bancarotta spirituale</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">La logica dell'assurdo</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">La coazione a ripetere</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Sono il crimine, la violenza, l'incesto e lo stupro</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b><u>Sono il vuoto vorace che alimenta tutte le dipendenze</u></b></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Sono l'insaziabilità e la lussuria</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Sono Ahasverus l'Ebreo Errante, l'olandese volante di Wagner, l'uomo del sottosuolo di Dostoevskij, il seduttore di Kierkegaard, il Faust di Goethe</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b><u>Trasformo l'“essere” nel fare e nell'avere</u></b></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><b>Uccido la tua anima</b> e tu mi trasmetti per generazioni</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;">Il mio nome è vergogna tossica."</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small; line-height: 22px;"><i>John Bradshaw</i></span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Dove "vergogna tossica" = "stato schiacciante di auto-svalutazione e inibizione" (nel caso non si fosse capito).</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Ah, e i grassetti e le sottolineature sono miei.</span></div>
franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-61157609103952696172012-11-19T16:11:00.001+01:002012-11-19T16:24:00.472+01:00Mr. Gaunt Pt 1000<br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">franz e puntini puntini, possiamo dire.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">franz e le dipendenze, per dirne una. Oppure franz e i falsi bisogni. Ecco, diciamo qualcosina su questo. So che sono falsi perché io credo di avere bisogno di determinate cose, ma in realtà se mi fermo a riflettere mi accorgo che non è così. Mi pongo la domanda rivelatrice, mi chiedo: <i>Ma quindi se quelle cose le avessi, starei bene?</i> e la risposta che mi do è che no, non starei bene per un cazzo. I falsi bisogni sono appunto quelli che <b>credi</b> ti cambieranno radicalmente la vita una volta soddisfatti, ma che in realtà sono per natura impossibili da soddisfare. Puoi anche ottenere tutto quello che credevi di volere, eppure la storia non finirà mai con te che ti siedi serena e in pace a guardare il paesaggio. Perché una volta ottenuta la cosa che volevi ne vorrai di più, di volta in volta, poi la vorrai un po’ diversa da come è, all’infinito, finché non si sarà perso ogni possibile senso, finché i contorni di quella cosa non saranno diventati sfocati, irriconoscibili, e la sua stessa essenza non risulterà completamente snaturata. Non è altro che una spirale, un vortice, un serpente che si morde la coda. Un gioco di forme anziché di contenuti. Un valzer di spasmi e nonsense che, per sua conformazione strutturale, non ha - né mai avrà - soluzione. Perché la cosa che credi di volere non è altro che un fantoccio di ciò che veramente vuoi, che è immateriale, indefinibile, intangibile e nessuno mai potrà dartelo (se non, forse, tu stesso). </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Per questo voglio sottrarmi. Anche perché sono perfettamente convinta del fatto che ognuno veda incontro a ciò che più gli serve, in ogni momento. Un po’ come le donne che amano troppo di Robin Norwood, che si vanno a cercare i tossici e gli alcolizzati per mettersi di fronte all’ostacolo supremo, procurandosi, così facendo, ripetute occasioni di superare il proprio trauma, di emanciparsene, di guarire. Io voglio essere una persona libera dai falsi bisogni. Mi quadra molto averti incontrato proprio ora. Sei un’occasione dal valore inestimabile per me. Quello che devo fare è rimboccarmi le maniche… anziché afflosciarmi nel mio angoletto buio, fuggendo il momento, come mi viene più spontaneo fare ogni volta che c’è in ballo qualcosa che conta. In pratica, provarci anziché ritirarmi sconfitta ancora prima del fischio d’inizio.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"> </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Stamattina sono rimasta a casa perché non riuscivo a muovermi. Dovevo ritrovare una specie di equilibrio, o qualcosa del genere… non so. Sentivo che non sarei riuscita a muovere nessun passo in nessuna direzione. Ultimamente mio fratello non mi rivolge la parola e le rare volte in cui interagisce con me mi tratta male, a botte e parolacce. Quando si sente particolarmente ispirato, poi, mi concede terribili perle di saggezza. Qualche giorno fa, per esempio, mi ha detto: <i>Che vuoi saperne tu, che non hai niente e non sai fare niente?</i> </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Mi dice così, ed io vorrei arrabbiarmi, dirgliene quattro, dirgli che NO, cazzo. Ma riesco soltanto a sentirmi ferita… sento che ha ragione. Mi sento colpita e affondata, e insieme a qualche lacrima ingoio ancora una volta il mio rospo preferito. Stamattina non riuscivo a muovermi, allora ho ascoltato musica procedendo per associazione di idee. Cercavo emozioni, ho provato a sentirmi viva negli echi degli altri. Perché sì, so fare solo questo: aspettare che gli altri diano vita a qualcosa che mi faccia stare bene. Non riesco a creare da sola niente di ciò che amo, so solo fruire. E non mi basta. Questo scontro tra volontà e realtà mi getta nella disperazione più completa. Sono bloccata. Non solo sono donna a metà, sono anche persona a metà. </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Poi pensavo ad una tra tante ovvie verità: che le persone più importanti sono quelle che hanno il potere di ferirti più in profondità. Ma che senso ha continuare ad affondarsi lame nello stomaco a casaccio prima che lo facciano gli altri, soltanto per paura che possano farlo gli altri? Insomma, potrebbero farlo da un momento all’altro, ma <i>potrebbero anche semplicemente non farlo mai</i>, quindi che senso ha impazzire così? Si tratta evidentemente soltanto di una delle tante atrocità che infliggo a me stessa, per avere la certezza di non essere mai e poi mai felice. Non sia mai detto che io sia felice! E infatti mi vedo come una persona profondamente infelice senza il coraggio di reagire e di conquistarsi anche solo un pezzetto di dignità personale. Una persona capace soltanto di avvelenare momenti e distruggere tutto ciò che ha intorno. A quanto pare non sono in grado di lasciare agli altri quello che spetta agli altri e di occuparmi da me di quel che sarebbe mia esclusiva competenza. Insomma, non so prendermi cura di me stessa. Come posso vivere se non so neanche badare a me stessa? Infatti, per esempio ora, mi lascerei morire. Ho fame e non mangio, ho freddo e resto scoperta, immobile. Sono una persona mediocre e ripiegata nel suo dolore senza senso. Non mi è rimasto niente di mio, niente che abbia un senso. Ho sempre – <i>sempre</i> - sognato di lasciare un segno di me da qualche parte, “qualcosa che la gente possa amare o disprezzare, ma che sia lì, dove tutti possano vederla”, ma il massimo che riuscirò a fare sarà imprimerlo sulla mia pelle e lasciarlo morire con me. Ho solo il mio stupido dolore, e anche quello non ha senso. Sono soltanto una ragazzina viziata che non riesce a rassegnarsi alla propria inettitudine. Nel frattempo, il tempo scorre. E, citando qualcuno, quando è tardi, è tardi. </span><br />
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franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-53141036489596465432012-07-06T17:49:00.002+02:002012-07-06T17:49:49.690+02:00Everything in its right place.<div>
"Tutti sanno che se cospargi un essere umano di vernice, riuscirà a vivere se non gli dipingi le piante dei piedi. Basta un piccolo particolare come questo per uccidere una persona."</div>
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Miranda July, in uno dei racconti di "Tu più di chiunque altro" (il titolo originale era "No one belongs here more than you"... gran bel titolo. Anche la traduzione tutto sommato ha un suo perché... una delle rare volte in cui succede). </div>
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Nello specifico il racconto in questione si chiama "Qualcosa che non ha bisogno di niente". Proprio quello che vorrei essere io: qualcosa che non ha bisogno di niente. "(...) Come la vernice. Ma anche la vernice ha bisogno di essere ridipinta", ergo non è possibile non avere bisogno di niente. Senza bisogni e desideri saremmo immobili, senza movimento non ci sarebbe vita. Ed io ho bisogno di tutto. O di qualcosa, almeno... nel migliore dei casi. Proprio come tutti, insomma. Eppure ci provo lo stesso, a non avere bisogno di niente. Perché non ce la faccio più a chiedere, non sopporto più di mettermi in quella posizione rispetto alle persone che ho intorno, di essere quella che ha bisogno. Non voglio quello che non volete darmi. Tenetevelo. E' il momento di rispolverare un po' di sano orgoglio, nella sua accezione positiva di "dignità umana". </div>
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Poi in realtà questa solitudine la patisco, ma è una scelta. La distanza che ora mi separa più o meno da chiunque mi sembra incolmabile. O vi ho fatto soffrire, oppure siete troppo, troppo felici per me. </div>
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Di momenti incredibili come questo non ne avevo vissuti così tanti, fino ad ora. La mia natura vigliacca mi aveva sempre portata ad evitarli ad ogni costo, scendendo a compromessi, auto-convincendomi di volere le cose proprio così com'erano, accontentandomi. E ora mi ci ritrovo dentro, immersa fino al collo, in ciò che più mi terrorizza. Ogni giornata è una monetina lanciata in aria, e nessuno verrà a raccogliermi se inciampo. Posso restare a casa ogni sera a piangere in camera mia con un libro a caso aperto davanti e nessuno verrà a disturbarmi, a chiedermi come sto. Nessuno mi salverà. Proprio come nessuno ha mai potuto farlo, d'altronde. La differenza ora (oltre al fatto che non posso più lamentarmene a voce alta di fronte ad un pubblico compiacente come prima) è che tutto è nudo e crudo sul tavolo, sotto una luce impietosa. Le cose sono esattamente così come stanno. Niente giri di parole, niente appigli, niente filtri che addolciscano o mitighino in alcun modo questa spaventosa visione: è tutto incredibilmente limpido. Lucido, ineluttabile. E confortante, in un certo senso (la solita solfa: ritrovarsi col culo per terra sembra la cosa più orribile, ma non lo è... ormai sei caduto, la botta l'hai presa, e, ok, sei a terra, non è un idillio, ma di certo più giù di così non puoi andare). Sono qui, sola, incastrata in questo corpo che disprezzo, ma che è mio, che io lo voglia o no. Prima o poi dovrò imparare a farmi una ragione di me stessa, perché sono tutto ciò che ho, e la vita è una, ed è mia. E il momento è questo, non esiste momento migliore. </div>
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Non lascio entrare nessuno. Perché ci sarebbero troppe cose da spiegare ed io sono stanca di parlare.</div>
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I'm not here</div>
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This isn't happening</div>
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I'm not here</div>
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<a href="http://www.youtube.com/watch?v=lAF8D0ugyVk&feature=share" target="_blank">I'm not here</a>.</div>franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-89717452028970177172012-05-23T23:10:00.003+02:002012-05-23T23:13:44.845+02:00How it ends (or how it starts)<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Barcamenarsi al calar di ogni sera tra uno spiccato impulso suicida e una nostalgia cosmica.</span><br />
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<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Intraprendere ogni mattina una nuova missione e portarla avanti oscillando pericolosamente tra la disperazione e l'esaltazione. </span></div>
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<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Sentirsi liberi e (a tratti) insostenibilmente leggeri. </span></div>
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<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Domanda: Come stai?</span></div>
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<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Risposta: Stobenestomalesto. </span></div>
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<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">A quanto pare è così che ci si sente quando non si ha accanto nessuno che ti adori, nessuno che ti ritenga speciale. Nessuno che costruisca su misura per te un ruolo intorno alla forma che mostri e che controlli poi se lo stai indossando o no. </span></div>
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<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Posso essere chiunque io voglia, fare qualsiasi cosa io voglia. Il brivido. E fare finta di non avere paura.</span></div>
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<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Ah, comunque, credo che Alessandro Mannarino sia un poeta e che Trent Reznor sia Dio. Così, tanto per parlare. </span></div>franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-80802447312462959372012-04-26T15:20:00.001+02:002012-04-26T15:34:05.801+02:00One man's floor is another man's feelings<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 14px; text-align: left;">Ieri ho avuto quest'impulso, uscire. Ho pensato: Proverò a stanarmi. Mi sono detta: Starò a vedere che succede, male non mi farà. Ho preparato lo zaino col mio kit di sopravvivenza a prova di qualsiasi compulsione (acqua, fazzoletti, burro di cacao, più le solite cose) e la macchinetta fotografica (l'idea era quella, scattare foto). Come meta ho scelto Villa Borghese, a caccia dell'abbraccio della primavera e di soggetti vegetali per la mia arte da quattro soldi. La mia Liberazione fatta in casa, alla conquista di un talento che non esiste, con l'idea di aprire qualche rubinetto creativo-costruttivo e stare a vedere di che colore è l'acqua che esce. Ma la Liberazione ieri era tutt'altro che mia soltanto... una variabile di vitale importanza che non avevo considerato. </span><br />
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 14px; text-align: left;">C'era troppa gente, troppa davvero... e gli esseri umani, oltre a non essere i miei soggetti preferiti (probabilmente più per mie paure che altro), sono in certi momenti spettatori involontari in grado di gettarmi in una spirale di paranoia... il fatto che a nessuno importi niente di me, che nessuno faccia caso a me, che nessuno mi stia effettivamente guardando, non fa la benché minima differenza: tutti quegli sguardi potenziali, carichi del loro potenziale giudizio, mi fanno impazzire. Essere lì, visibile, alla portata dello sguardo di tutti, mi fa letteralmente uscire di testa. Troppa gente, sì, e tutti in compagnia, tutti che si tenevano per mano, tutti in gruppo che ridevano e scherzavano, tutti a fare i turisti, tutti a vivere, e ad un certo punto la mia presa a male, salita inesorabilmente nel frattempo, si è trasformata in panico. </span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 14px; text-align: left;">Non ho scattato neanche una foto. Ho camminato fino a sfinirmi nella direzione di casa, poi (molto, molto dopo) sono saltata su un autobus. Alla fine, stremata, logorata e sconfitta, mi sono rifugiata nel mio angoletto di coperte e penombra, tornando a rintanarmi con un lungo sospiro di sollievo/sconforto. </span><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 14px; text-align: left;">Mi sento pazza. Non so come uscire da questo loop di depressione, disfattismo, senso di fallimento, inadeguatezza e alienazione. </span></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 14px; text-align: left;">Non so cos'ho, e non so perché domani non va meglio... sono giorni giorni e giorni che domani non va meglio. Forse non mi ero mai sentita così, in questo modo preciso, in tutta la mia vita, e questo mi spaventa. Ok, </span><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 14px; text-align: left;"><i>tutto finisce, tutto passa, l'acqua scorre e il cuore dimentica</i></span><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 14px; text-align: left;">, ma se invece questa cosa precisa qui non passasse? </span></span><br />
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;"><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 14px; text-align: left;">Continuo a cercare gli altri, quei pochi, ma ognuno ha la sua vita, come è normale che sia... c'è chi sorride e mi dà quel che può, insieme ad una pacca d'incoraggiamento; chi è ad un passo da me, ma non capisce, e, pur senza volerlo, mi respinge; c'è chi c'è, ma da lontano, e infine c'è persino chi neanche mi risponde più. Ed io, contro ogni logica, avrei solo bisogno di qualcuno che <a href="http://www.youtube.com/watch?v=_GaJeJ79_xs" target="_blank">mi protegga dalle notti insonni, dalla sociopatia di questi giorni</a>... qualcuno che mi salvi, mi abbracci, mi tenga stretta forte e mi faccia dimenticare tutto ciò che mi atterrisce e mi frustra. Vorrei il contatto [e (anche solo l'illusione di) una comprensione], lo vorrei da lacrime. </span><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 14px; text-align: left;"> </span>
</span><br />
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; line-height: 14px; text-align: left;">E SO - lo GIURO - che è tutto nella mia mente, e che deve esserci un cazzo di interruttore da qualche parte... ma non sono ancora riuscita a trovarlo. Non lo trovo. </span>franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-41442259930818447612012-04-18T19:15:00.005+02:002012-04-18T19:24:28.148+02:00i am still right here<div><span style="font-size: 100%; ">A volte penso che in fondo la nostra intera esistenza di esseri umani dipenda fondamentalmente dai nostri livelli di qualcosa nell'organismo... troppo alti, o troppo bassi. Endorfine, adrenalina, serotonina e tutti quegli altri ormoni vari dai nomi altrettanto affascinanti e misteriosi che al momento ignoro. </span><span style="font-size: 100%; ">Siamo animali, in fin dei conti.</span></div><span><div style="text-align: left; ">Complessi, raffinati, ma pur sempre animali. Impegnatissimi a mantenerci in movimento, come se ne andasse della nostra stessa vita (e in un certo senso è davvero così). Corriamo di qua e di là ossessivamente per arrivare da nessuna parte: di solito è questo che facciamo, occupando così la nostra intera esistenza. E se ci comportiamo in questo modo, un po' ridicolo e un po' pietoso, è semplicemente perché non sappiamo che altro cazzo potremmo fare. Ci distraiamo, insomma, ognuno con il suo personale livello di consapevolezza. Inganniamo il tempo, pensiamo ad altro. A tratti ci convinciamo che ci sia un senso da qualche parte, nonostante la logica e l'osservazione fin troppe volte suggeriscano il contrario, e il resto del tempo lo passiamo a cercare di convincercene (duello casualità e causalità VS finalismo... chissà chi vince!).</div></span><div style="text-align: left;"><span>Il problema nasce quando tutto crolla, anche quella parvenza di ordine che ci tiene in vita giorno dopo giorno. </span></div><div style="text-align: left;"><span>Questo post, per esempio, potrebbe sembrare il frutto di uno sfogo tragico da animale morente, ma in realtà l'animale in questione (io) non sta provando nulla. </span></div><div style="text-align: left;"><span>Vi dirò... stavo andando avanti per la mia strada, bella bella col mio breviario, quando ad un certo punto, semplicemente, mi sono fermata. Poi deve essere successo qualcosa, qualcosa che non capisco, perché adesso non riesco più a muovermi. Non me ne frega un cazzo di niente, in questo momento. Di niente di niente. Il mondo intero va avanti, ed io rimango immobile. </span></div><div style="text-align: left;"><span>Insomma, per tornare all'incipit, sicuramente c'è troppo poco di qualcosa in me, in questo momento. Una qualche deficienza di qualche tipo... che ne so, della polverina magica grazie alla quale le altre persone continuano a vivere nonostante la vita sia quella che è. O magari (cosa alquanto probabile e alquanto triste) la mia tiroide ha definitivamente sbroccato, tutto qua. </span></div><div style="text-align: left;"><span>E in tutto questo fissare il vuoto, miei gentili lettori, non mi sento sensibile, o speciale, o checcazzoneso.</span></div><div style="text-align: left;"><span>Mi sento minorata.</span></div>franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-61009386240723539692012-04-10T18:50:00.002+02:002012-04-10T19:07:11.022+02:00Every living creature on Earth dies alone, punto.<div style="font-family: Georgia, serif; font-size: 100%; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal; "><span style="background-color: rgb(255, 255, 255); color: rgb(51, 51, 51); font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: -webkit-auto; ">Quando mi sento così come mi sento ora (sola in maniera quasi surreale, tanto da aver voglia, </span><span style="background-color: rgb(255, 255, 255); color: rgb(51, 51, 51); font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: -webkit-auto; ">pur essendo incapace di esprimere esaurientemente ciò che provo,</span><span style="background-color: rgb(255, 255, 255); color: rgb(51, 51, 51); font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: -webkit-auto; "> di lasciare una traccia di questa mia solitudine cosmica e assoluta) mi viene sempre in mente </span><a href="http://www.youtube.com/watch?v=8j1IMBM-QyE" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: -webkit-auto; ">Donnie</a><span style="background-color: rgb(255, 255, 255); color: rgb(51, 51, 51); font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: -webkit-auto; ">. </span></div><div style="font-family: Georgia, serif; font-size: 100%; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal; "><span style="background-color: rgb(255, 255, 255); color: rgb(51, 51, 51); font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: -webkit-auto; "><br /></span></div><div style="font-family: Georgia, serif; font-size: 100%; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal; "><span style="background-color: rgb(255, 255, 255); color: rgb(51, 51, 51); font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: -webkit-auto; ">(I mean I'd like to believe I'm not but I just... I've just never seen any proof so I... I just don't debate it anymore, you know? It's like I could spend my whole life debating it over and over again, weighing the pros and cons and in the end I still wouldn't have any proof so I just... I just don't debate it anymore.)</span></div><div style="font-family: Georgia, serif; font-size: 100%; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal; "><span style="background-color: rgb(255, 255, 255); color: rgb(51, 51, 51); font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: -webkit-auto; "><br /></span></div><div style="font-family: Georgia, serif; font-size: 100%; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal; "><span style="background-color: rgb(255, 255, 255); color: rgb(51, 51, 51); font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: -webkit-auto; ">Si vive e si muore soli, fine del discorso. Ne sono perfettamente convinta. A questo punto, però, vorrei riuscire a farmene una ragione... per poter almeno passare ad altro. E invece no. Sono sempre qua. A fare ciao ciao con la manina al nulla. Ciao. </span></div><div style="font-family: Georgia, serif; font-size: 100%; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal; "><span style="background-color: rgb(255, 255, 255); color: rgb(51, 51, 51); font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; text-align: -webkit-auto; ">Ciao ciao. </span></div>franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-40272755485678178752011-12-12T19:16:00.005+01:002011-12-12T19:47:11.333+01:00At the end of the day<div><span class="Apple-style-span"><br /></span></div><span class="Apple-style-span" >Per paura si fanno un sacco di cazzate. Allora stavolta ci finisco (più o meno) dritta in bocca, alle mie paure, cercando di evitare cazzate che possano nuocere ulteriormente a me e a chi mi sta intorno. <a href="http://www.youtube.com/watch?v=1jaRA6nGyUg&feature=related">Resto <i>sola</i>.</a></span><div><div><span class="Apple-style-span"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span">E fa male. Fa male che l'assenza è un abisso incolmabile, male che nelle ultime 24 ore mi sono pianta tutti gli organi interni, uno dopo l'altro, appassionatamente.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Anche se so SAPEVO di aver fatto la cosa giusta.</span></div><div><span class="Apple-style-span">No, non sapevo... LO SO.</span></div><div><span class="Apple-style-span">E' che il dolore è sordo e cieco, non ammette "ma" e "se", è totalizzante, per cui è inutile anche solo provare a ragionarci, ora.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Non so più niente, ora.</span></div><div><span class="Apple-style-span">C'è solo questo dolore da tenere chiuso dentro al buio finché non avrà iniziato a sciogliersi. Arriverà il momento di tornare a respirare.</span></div><div><span class="Apple-style-span"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span">Resto<i> sola</i>, dicevo.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Stringo i denti e me ne resto chiusa stretta abbracciata dentro me stessa.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Cerco di starmene seduta composta come fanno i grandi.</span></div><div><span class="Apple-style-span">E intanto penso che ti voglio bene.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Che mi manchi.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Che ci sono vuoti davvero difficili da colmare.</span></div><div><span class="Apple-style-span"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span"><i>You gave me more to live for, more than you'll ever know</i>.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Shukran, ya habiby.</span></div></div>franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-21907275100373185062011-07-23T11:06:00.006+02:002011-07-23T13:20:13.867+02:00Filosofia da strada<span class="Apple-style-span">Ieri mentre ero al volante sono stata investita da un'epifania in piena regola: <i>il motivo primario per cui odio le persone è che riescono a farmi soffrire</i>. Ovvero riescono ad influenzare il mio umore in maniera determinante, a rovinarmi la giornata, a farmi persino scoppiare a piangere. E quando dico "persone" intendo tutti, sì, ANCHE e anzi talvolta SOPRATTUTTO gli sconosciuti. Trovo la cosa veramente assurda. Cioè, è mai possibile essere così fuori di testa da mettersi a piangere perché un paio di soggetti alla guida dei loro motorini hanno ben pensato di apostrofarti con urla e gesti offensivi perché ti decidessi a levarti di torno? Che, per inciso, si trattava di un incrocio topico (in cui avresti effettivamente fatto meglio ad accelerare perché erano loro ad avere lo stop, e sembrava che, poverini, se ne stessero fermi lì da un bel po', ma) che non conoscevi, e se hai rallentato leggermente era solo per capire dove dovevi andare o chi avesse la precedenza. Magari (anzi, sicuramente) hai fatto una cazzata, o comunque non hai agito nel migliore del modi possibili che ci si potesse aspettare da te in quella precisa circostanza. Ed il primo problema affonda le radici qui, perché DETESTO che si additi la mia imperfezione, la mia inappropriatezza in un qualsivoglia contesto specifico, in quanto anch'io, proprio come tutti gli altri, sono umana e fallibile, ma DETESTO in maniera particolare ricordarlo, e DETESTO che siano gli altri a farmelo presente, SOPRATTUTTO se non ho chiesto loro un parere. E' d'altronde vero che in molti contesti è stata mantenuta in questo Paese la libertà di parola e d'espressione, per cui persino dei maledetti sconosciuti sono perfettamente liberi di giudicarmi ogni volta che lo desiderano.<br />E qui subentra un altro lato della questione: IO mi immedesimo il più delle volte, quindi anche quando mi imbatto in idioti/menefreghisti/teste di cazzo al volante, concedo sempre loro il beneficio del dubbio... insomma sì, sono umani e fallibili, capita a tutti di distrarsi, ed è profondamente ingiusto accanirsi sugli altri nel secondo in cui abbassano la guardia per un attimo, quindi smadonno tra me e me, dico le peggio cose ma in modo che non siano udibili, non mi metto a strombazzare come un'invasata/urlare loro insulti/fare gestacci. Quindi perché perché PERCHE' loro non valutano neanche per mezzo istante la possibilità di fare altrettanto? PERCHE' non si immedesimano neanche un po'? (dato che ormai sono deviata dalla stesura della tesi, qui ci starebbe da dio una bella nota: "Esistono d'altra parte esemplari in grado di immedesimarsi e volenterosi al punto da trattenersi. Quelle persone sono meravigliose, hanno avuto l'occasione di gettarmi in costernazione e rovinarmi la giornata, e NON L'HANNO COLTA, ma il loro contenersi mi ha precluso la possibilità di accorgermi del loro disappunto nel momento in cui facevo qualche cazzata, per cui non saprò mai che faccia abbiano, e per questo resteranno per sempre nel mio cuore come un'entità unica e sfavillante: "gli altruisti della miglior specie"... quelli silenziosi, il cui valore raddoppia in quanto non pubblicamente riconosciuto da testimoni - molto poco cattolica come cosa - quelli che in quell'occasione non si sono vantati dell'indiscutibile nobiltà d'animo dimostrata. Cfr. franz, (2007) <i>Vivere ai margini della società: il dramma di essere borderline</i>. Roma: Edizioni Sfigate, p. 22"). Questa discrepanza abissale tra il trattamento che io riservo agli sconosciuti e quello che gli sconosciuti riservano a me, mi procura degli scompensi emotivi di non poco conto, andando a tirare in ballo tra tutta la robaccia possibile che ho in testa, il pacchetto con sopra l'etichetta: "ingiustizie", smuovendo così una serie di emozioni (in me cieche e primitive) poco gradevoli, quali rabbia e frustrazione, che talvolta rischiano di sfociare in semi-incontrollabile istinto omicida (che in situazioni che rappresentino una irresistibile tentazione, come - uno su tutti - nel parcheggio dell'Ippodromo di Capannelle, Rock in Roma, all'uscita dal concerto di Caparezza - più di 10 mila persone, pare - con tutti che camminano lentissimi, o persino decidono di sedersi IN MEZZO alla strada e non si levano dalle palle manco se sei ad un centimetro dal tirarli sotto con la macchina, potrebbe costituire un test di auto-controllo dagli esiti nefasti).<br />Il punto è che nei miei sogni più sfrenati, le persone farebbero tipo me, ovvero eviterebbero nella maggior parte dei casi di imporsi su chi incontrano vomitandogli addosso le loro frustrazioni e i loro scazzi giornalieri, di invadere così prepotentemente lo spazio vitale del prossimo, rinunciando alla loro possibilità di nuocere pur avendone l'occasione e contribuendo così, con un comportamento tendenzialmente affabile, o comunque più o meno neutro, a mantenere accettabile il livello di negatività nell'atmosfera, così, giusto per poter continuare a respirare e lasciar respirare anche gli altri in vaga armonia. In questo bel quadretto, quindi, la capacità di immedesimazione sarebbe la chiave.<br />Il problema però è che il mondo non è popolato da tante franz, ma da persone che se passando le urti leggerissimamente con la spalla facendo cadere loro di mano la posta, alle tue scuse sincere (che potevano starci o non starci, dato che la persona ferma a buffo su un marciapiede largo mezzo metro concepito appositamente per camminare e non per starsene impalati ostruendo il passaggio non sei tu, ma tu le hai offerte lo stesso, perché ti dispiace davvero che la posta sia finita per terra, a prescindere da chi ne abbia realmente la colpa) rispondono urlando in maniera molto offensiva. Le franz restano senza parole, rimpiangendo per la miliardesima volta l'inesistenza del suggeritore di <i>Amélie</i>, cercano di rispondere a tono ma dalla loro bocca non esce nulla di sensato e men che mai incisivo, quindi sostanzialmente abbozzano e continuano a camminare, salvo poi scoppiare a piangere un centinaio di metri dopo, in un infantile mix di rabbia, umiliazione e frustrazione, alimentati dalla forte sensazione di stare subendo un'atroce ingiustizia e di essere irrimediabilmente inadatti alla vita.<br />Sicuramente sono le franz ad essere un po' fuori luogo, perché, suvvia, è un po' da schizzati reagire così. Ma non smettono di pensare (credo di parlare per tutte loro, dicendo questo) che siano loro ad avere ragione, e gli altri torto. Perché se anche solo la gente fosse leggermente più sensibile e indossasse più spesso le emozioni degli altri come fa con le proprie, il mondo sarebbe un posto migliore in cui trascinarsi giorno dopo giorno. Anzi, credo che (e lo dico sulla base della meravigliosa e calda sensazione che provo nell'intercettare il sorriso inaspettato di una persona sconosciuta incontrata per strada) rischierebbe quasi di essere piacevole, a volte.</span>franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-12992001493623829092011-03-30T15:33:00.003+02:002011-03-30T16:07:26.263+02:00my morning elegance<span style="font-style: italic;">La poesia nasce quando tremi</span>, citando Elia Suleiman, fulcro ispiratore della mia tesi di triennale ufficialmente in fase di concepimento. Ed io mi trovo lì, tremolando come la fiamma che si lascia attraversare da uno spiffero, nel luogo magico della poesia... tremo, tremo, ma non mi spengo mai.<br />Questo blog è in stato comatoso da un bel po', ma non ho il coraggio di staccargli la spina... il suo continuare a sopravvivere in stato pseudo-vegetativo in fondo non comporta dolore per lui, né dispendio di energie o soldi per me. Mi conforta pensare che ancora esiste, e che ogni tanto posso passare a trovarlo, con un sorridente mazzo di margherite e una scatola di cioccolatini al liquore che tanto non mangerà mai (e finirò col divorare io).<br />Mi sento così, un po' sempre sull'orlo di qualcosa... ogni volta qualcosa di diverso. Potete immaginarmi come sempre a impilare con precisione mattoncini rossi, magari con un paio di guanti da lavoro ed uno di quei cappelloni bianchi a tesa larga per proteggermi gli occhi dal sole. Non si finisce mai di costruire... disfare e rifare meglio, o almeno in maniera diversa, continuamente. Vorrei poter dire di aver trovato un senso in questo... in questo continuo, incessante e rassicurante movimento che ci tiene vivi e ci porta dritti dritti verso la morte. Perché a volte mi sembra di esserci riuscita, altre volte al contrario mi sento persa e sotto a tutto il resto c'è la schiacciante certezza che il senso che cerco non lo troverò mai. <br />Non ho risposte, e comincio a pensare che dovrei pormi domande diverse. Che dire, la normalità. Mi stringo nelle spalle e faccio qualche smorfia alla primavera, così, tanto per sdrammatizzare.<br /><br />Andandomene (fino alla prossima visita) lascio qui una <a href="http://www.youtube.com/watch?v=2_HXUhShhmY">piccola immagine</a> di fiori che si schiudono accarezzati dal sole, di orme caute sulla neve, di strumenti silenziosi abbandonati per un po'. E soprattutto di tutti quei sorrisi tristi e felici allo stesso tempo che mi si allargano piano sulla faccia tra una cosa e l'altra.<br />:)franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-69803056437672177912011-02-26T17:44:00.002+01:002011-02-26T17:45:37.045+01:00NinaQuesta disperazione<br />che mi rosicchia piano dentro<br />la nascondo<br />silenziosa e viva<br />sotto abiti pesanti.franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-25132135853344874712010-12-09T09:36:00.001+01:002010-12-09T09:37:08.867+01:00Almost<iframe src="http://www.youtube.com/embed/z30ZqX04Ogs?fs=1" width="425" frameborder="0" height="344"></iframe><br /><br /><div style="text-align: right;">Almost got what I want<br />Almost found what I lost<br />Almost saved you and myself<br />Almost won but it doesn't count<br />And never does<br />Never does<br /><br />One green light<br />One more ring of the telephone<br />One more step<br />One more second<br />And I almost<br />Almost<br /><br />Almost got what I want<br />Almost found what I lost<br />Almost saved you and myself<br />Almost won but it doesn't count<br />And never does<br />Never does<br /><br />One hello<br />Just one kiss before the tears come<br />One yes<br />One chance<br />And I almost<br />Almost almost almost<br /><br />Almost got what I want<br />Almost found what I lost<br />Almost saved you and myself<br />Almost won but it doesn't count<br />And never does<br />Never does<br /><br />One day one year<br />5,000 weeks<br />A life of good works and good deeds<br />Let me be let me be closer<br />Or let me be<br />Let me be<br />Let me be<br /><br />When I've almost got what I want<br />Almost found what I lost<br />Almost saved you and myself<br />Almost won but it doesn't count<br />And never does<br />Never does<br /><br />One good guess<br />A question with an answer that I know<br />One idea<br />One grand notion<br />And I almost<br />Almost almost almost<br /><br />Almost got what I want<br />Almost found what I lost<br />Almost saved you and myself<br />Almost won but it doesn't count<br />And never does<br />Never does<br />Never does<br />Never does</div>franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-71509468763519689132010-09-09T16:48:00.003+02:002010-09-09T17:07:09.435+02:00cause and solutionTutto inizia e finisce con<br /><br />io che soffio bolle di sapone e le faccio esplodere un secondo prima che tocchino il pavimento.<br />io che.<br />mi sento bambina.<br />piccola e persa, un po' vuota e allo stesso tempo così piena di me da sentirmi forte, e indistruttibile.<br /><br />io che mi appunto da qualche parte che ogni viaggio è vita vera, inutile prendersi in giro, e che la vita vera è un viaggio.<br />e che sì sì sì ci credo, ci credo con tutta me stessa che l'unico modo possibile per non perdere mai mai mai una persona è lasciarla libera, e questo pensiero luminoso e dolce è una piccola rivoluzione accesa dentro di me.<br /><br />Tutto inizia e finisce con<br /><br />io che no, non so cosa voglio, non ancora, ma<br />fluttuo verso l'infinito e oltre, mi do qualche piccola spinta decisa in piedi sulle punte,<br />chiusa in me stessa, raccolta, al caldo e al buio, al riparo, in segreto.<br /><br />la verità: da quando ho ricominciato a vivere amo la vita anche quando detesto la sola idea di essere viva, e sono felice anche quando non sono felice.<br /><br />mi sento pericolosamente e meravigliosamente in ballo. e non sto qui nel mio angolo immersa a dimenarmi perché non mi resta che ballare, no.<br />oggi ballo perché voglio.franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-47441334411500713822010-07-22T22:42:00.003+02:002010-07-22T23:18:11.459+02:00"Sull'orlo della sera", sull'orlo di...<span style="font-size:130%;"><span style="font-family: georgia;">Raccolta in quell'abbraccio</span><br /><span style="font-family: georgia;">sull'orlo della sera,</span><br /><span style="font-family: georgia;">la vita punto e linea</span><br /><span style="font-family: georgia;">ridivenne cerchio.</span><br /><span style="font-family: georgia;">Fu di nuovo intera.</span><br /><br /></span><div style="text-align: right;"><span style="font-size:100%;">franco marcoaldi.</span><br /></div>franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-31100882677359609072010-07-02T10:33:00.004+02:002010-07-02T11:01:58.870+02:00des visages des figuresPensa: ti odio ti odio ti odio ti odio ti odio ti odio. Ti. Odio.<br />Se ti avessi davanti ti prenderei a schiaffi, ti salterei alla gola.<br />Gola, gola, un groppo in gola, lacrime in gola.<br /><br />Un sorriso amaro, perché se qualcuno gliel'avesse chiesto lei avrebbe saputo rispondere anche in tempi non sospetti, avrebbe risposto: Non può essere così facile, non è così che vanno le cose. Fin troppo scontato che liberarsi di te non potesse essere così facile. Ma non li guardi i film??! Prima il sollievo, superficiale, ma ora la consapevolezza, piena, perché la vita prosegue, il mondo non la smette di girare, e c'è sempre chi resta fermo, chi rimane indietro.<br />Sei scaduta. Sei irrimediabilmente out of date<span style="font-style: italic;"></span>.<br />Allora, vaffanculo. Allora, ti odio. Perché per te invece è stato facile.<br />Perché comincio a pensare che vaffanculo vaffanculo vaffanculo non te ne sia mai fregato un cazzo. Un caso, tutto è successo per puro caso, magari. Gli eventi. Una bambola inanimata, con occhi orecchie e parole dolci. Una vagina aperta, a volte.<br />Pensa: Sono ripugnante.<br />Pensa: Tu non mi hai mai fatto sentire davvero diversa da così. Non sono mai stata attraente.<br />Pensa: Ormai pensare non ha senso, è inevitabile ma insensato, e crea confusione, perché lo so lo so lo so di non essere lucida.<br />Farneticazioni.<br />Saprai che non è vero, lo saprai, ma l'unica cosa lucida senza logica senza discorsi senza ragionamenti, l'unica cosa solida nel mio stomaco è che <span style="font-weight: bold;">ti odio</span>. E vorrei dirtelo ma non lo farò.<br /><br />E forse è questa la prima cosa che fai perché mi vuoi bene, questa, questa qui che stai facendo ora. Ma forse la fai per te stesso, proprio come tutto il resto.<br />Creazione e distruzione personale, solitaria, individualissima. Tutta mia.<br /><br />Ripeto, in caso non si fosse capito, in caso non fosse chiaro, in caso tu fossi lontano lontano, a chilometri e chilometri, il corpo e la mente, completamente innegabilmente lontano mille miglia dal suono dei miei pensieri, ripeto: TI ODIO.<br /><br />Lo sa. Se glielo chiedessero ora risponderebbe: Questo è il primo dolorosissimo vero passo. Per allontanarmi veramente,<br />testa e cuore,<br />veramente,<br />da te.franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-22236554249319164962010-06-24T11:29:00.003+02:002010-06-24T11:34:32.417+02:00there's nothing here, but what here's mine.Le piante che tengo sul balcone fanno fiori arancioni e rosa, quando stanno bene. Colori accesi, quasi la versione shocking di colori <span style="font-style: italic;">normali</span>. Solo che a volte mi dimentico di annaffiarle, e, col caldo che fa in questi giorni, la mia sbadataggine si traduce per loro in tortura crudele. Nego l'acqua a chi è assetato. Nego considerazione e cure. Mi dimentico completamente della loro esistenza. Tenere piante in terrazzo è la versione semplificata dell'allevare animali in casa: metafore.<br />Stamattina ho scostato la tendina bianca, ho guardato a lungo il vaso pieno di terra secca, le foglie avvizzite. Tutti i petali erano caduti. Nessun colore.<br />Ho pensato che sì, al secondo tutto quadra. Sono momenti, non è niente di grave. Si tratta di assorbire, succhiare, tenere dentro al sicuro, al buio per un po', e poi espellere, irradiare. Un ciclo naturale. Non sono preoccupata, mi godo il momento presente.<br />Non si può sempre dare, non si può essere in fiore per tutta la vita. Anzi, il senso sta nell'appassire e rifiorire continuamente. Ci credo davvero.<br />Qui, dentro, nella mia testa. Tutto succede qui.franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-81086310500603363772010-06-13T21:56:00.002+02:002010-06-13T22:00:33.797+02:00This is your lifeAnd you open the door and you step inside<br />We’re inside our hearts<br />Now imagine your pain as a white ball of healing light<br />That’s right, your pain<br />The pain itself is a white ball of healing light<br />I don’t think so<br /><br /><a href="http://www.youtube.com/watch?v=GHWRo5gzxl0&feature=player_embedded">This is your life</a>, good to the last drop<br />Doesn’t get any better than this<br />This is your life and it’s ending one minute at a time<br /><br />This isn’t a seminar, this isn’t a weekend retreat<br />Where you are now you can’t even imagine what the bottom will be like<br />Only after disaster can we be resurrected<br />It’s only after you’ve lost everything that you’re free to do anything<br />Nothing is static, everything is evolving, everything is falling apart<br /><br />This is your life, this is your life, this is your life, this is your life<br />Doesn’t get any better than this<br />This is your life, this is your life, this is your life, this is your life<br />And it and it’s ending one minute at a time<br /><br />You are not a beautiful and unique snowflake<br />You are the same decaying organic matter as everything else<br />We are all part of the same compost heap<br />We are the all singing, all dancing, crap of the world<br /><br />You are not your bank account<br />You are not the clothes you wear<br />You are not the contents of your wallet<br />You are not your bowel cancer<br />You are not your grande latte<br />You are not the car you drive<br />You are not your fucking khaki’s<br /><br />You have to give up, you have to give up<br />You have to realize that someday you will die<br />Until you know that, you are useless<br /><br />I say let me never be complete<br />I say may I never be content<br />I say deliver me from Swedish furniture<br />I say deliver me from clever arts<br />I say deliver me from clear skin and perfect teeth<br />I say you have to give up<br />I say evolve, and let the chips fall where they may<br /><br />This is your life, this is your life, this is your life, this is your life<br />Doesn’t get any better than this<br />This is your life, this is your life, this is your life, this is your life<br />And it and it’s ending one-minute at a time<br /><br />You have to give up, you have to give up<br />I want you to hit me as hard as you can<br />I want you to hit me as hard as you can<br /><br />Welcome to Fight Club<br />If this is your first night, you have to fight<br /><br /><br /><div style="text-align: right;"><b>°The Dust Brothers & Tyler Durden°</b><br /></div>franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-15539136364796777052010-05-25T11:38:00.007+02:002010-05-25T12:36:22.156+02:00needlesIl rumore dell'accendino, e la fiamma si solleva. Verde mela, l'accendino. Verde rana.<br />Un colore vivace, di buonumore, d'estate. E' estate, quasi. Ma il buonumore non c'è, è annegato nella pioggia. No. L'hai strangolato nella stretta violenta delle tue mani livide di delusione e rabbia. Finisce sempre così. Che ti incazzi con te stessa. Che resti zitta, perché se provassi a parlare uscirebbero grida strozzate, disarticolate. Ed è imbarazzante. Continuare ad avere 15 anni, intendo.<br />Hai fumato tante sigarette nella vita. Molte non avevano senso, te le sei ritrovate accese tra le dita senza farci caso.<br />Quando smetti è diverso. Ogni sigaretta ha un preciso significato, un preciso scopo. C'è quella dell'attesa, che alla fine ti decidi ad accendere perché non sai proprio più dove posare gli occhi, con quale pensiero giocherellare distrattamente, e hai già stuzzicato a morte le pellicine di ogni dito, che quasi ti esce il sangue.<br />C'è quella alcolica, per inciso la mia preferita. L'alcol chiama il tabacco in una relazione di sublime complementarità, i due elementi si tengono per mano stretti in un valzer di piacevolissima distruzione - la tua. Fra le risate pazze e la lucidità tagliente che solo l'annebbiamento etilico, disinnescando le molle dei processi inibitori, sa darti. Una splendida sensazione. Ma no.<br />La sigaretta che hai acceso ieri pomeriggio con l'accendino verde felice era diversa, era di un terzo tipo. Un incontro ravvicinato con la consapevolezza, diresti. Si tratta di una semplice linearissima catena di causa/effetto: non sei all'altezza della situazione, non riesci a controllarti, ti deludi profondamente, ti incazzi a morte con te stessa, non sai trovare comprensione o perdono da spendere con te, per cui, per superare il momento, per sopravvivenza, ti punisci. E non credere... è proprio così come sembra: te la canti e te la suoni, tutto da sola... carnefice, vittima e giudice riuniti chiassosamente e schizofrenicamente nello stesso corpo. Giudice spietato con te stessa, almeno quanto comprensivo e paziente con chiunque altro. Un triste, lacerantemente triste destino. Lo sai bene, ma ti guardi agire, sfinita da emozioni invasate, sperando di migliorare, un giorno. Di trovare i pezzi di ricambio precisi per quel filamento del meccanismo che continua a bloccarsi, per qualche motivo non ancora chiaro fino in fondo.<br />Nel frattempo salti il pranzo, e ti accendi questa sigaretta, la consacri alla tua ennesima piccola - per te colossale - caduta. La fumi per puro e semplice autolesionismo, e sfoggi un po' di presunzione, pensando che almeno tu lo sai bene che fumi per masochismo, per assecondare la naturalissima tendenza dell'essere umano verso l'autodistruzione. Gli altri credono di sapere perché, ma non lo sanno, o magari neanche arrivano a chiederselo. Molti agiscono senza conoscersi, senza neanche provarci, di volta in volta, di fronte ad ogni bivio, a capirsi. Tu no. Almeno questo. Ogni cosa che fai ha un senso. Sì, anche quando non ce l'ha.<br />In questi momenti mi fai tenerezza da lacrime agli occhi. Davvero.franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-16970418.post-16616951669736609642010-05-09T22:08:00.003+02:002010-05-09T22:28:36.362+02:00Sally's songLa porta è chiusa. Finalmente, verrebbe da dire. Finalmente siamo soli.<br />Cerco la conferma di qualcosa nei suoi occhi, ma non trovo niente. Non ci sono regole, nell'aria sfrigolano scariche elettriche.<br />Mi guarda, lo guardo.<br />So che questo annegare nei reciproci sguardi mi porterà lontano, molto lontano. C'è qualcosa di beffardo nei suoi occhi che non promette nulla di buono. Prevedo disperazione. Prevedo qualche ennesima stupida ferita sanguinante. Il confine tra l'amore e l'odio non è mai stato tanto labile, tanto sfilacciato.<br />Mi viene da ridere, la risata dell'impiccato.<br />L'adrenalina fa scorrere frenetico il sangue nelle vene, i pensieri nello stomaco, e mi fa restare immobile che quasi non respiro.<br /><span style="font-style: italic;">Sei luce</span>.<br />Penso che i difetti finiscono spesso col rendere un viso più affascinante. Penso che i difetti, sono quelli a fregarti più di tutto il resto. Te ne innamori perdutamente, non riesci più a farne a meno. <br />La pressione dolce e decisa delle sue dita sulla mia spalla, i suoi polpastrelli che mi scavano dentro, attraverso la pelle, i muscoli, le ossa.<br /><span style="font-style: italic;">Quello che tocchi si trasforma in fuoco</span>.<br />La mente si accartoccia su se stessa, neutralizzata.<br />Rimane così per qualche interminabile momento, col viso vicino al mio collo, respirandomi addosso.<br />Inspira, espira. Lentissimamente. Inspira.<br />Il mio cuore cerca di farsi vomitare fuori battendomi in gola forte da fare male.<br />Avvicina le labbra socchiuse al lobo del mio orecchio pieno di brividi, sfiora la lanugine invisibile con quelle labbra, mentre posa l'altra mano sulla mia guancia, a tenermi ferma la testa.<br />Sono prigioniera, in adorazione.<br />Morirei ora.<br />Appena distinguo confusa tra le labbra la sua lingua sulla pelle, muoio.<br />Muoio, e mi sveglio.<br /><br />Non è successo, e non succederà mai.<br /><br />Sto sviluppando una solida fissazione per Fiona Apple. E questa <a href="http://www.youtube.com/watch?v=4JtnI_tvXmA">qui</a>, ora è perfetta.franzhttp://www.blogger.com/profile/08725800827906814614noreply@blogger.com0