Me and you

rimuginato da franz , giovedì 31 gennaio 2008 11:24

Intollerante allo zucchero bianco.
In altre parole, niente dolci nei quali non venga usato esclusivamente zucchero di canna. Questo significa, a livello pratico, niente dolci fuori casa.
Niente creppazza crema e noci alle 2 di notte dopo una (qualche) birrozza. Niente caramelle dolciose gelatinose, utilissime se hai smesso di fumare e non sai come riempire le attese. Ma soprattutto, Signori e Signore, arrivando al punto realmente cruciale, niente cioccolata.
Per un mese, tanto per inziare. Un mese all'interno del quale cade il mio compleanno.
Eh.
Eh eh.
Eh.

Ma (c'è sempre un ma). Posso sfruttare questa situazione a vantaggio del mio fisico (anche se rimane pur sempre a tutto svantaggio del mio umore). Insomma, sono sotto dieta, perciò tanto di guadagnato.
Navigo sul depresso? Mi sento indecentemente inadeguata nelle più svariate, innumerevoli situazioni quotidiane?
E sicuramente, oggettivamente, non sono così raccapricciante come mi sento. Anzi, magari sono anche niente male. Solo che devo ricordarmene nei momenti critici. E se mi sento una balenottera incagliata tra gli scogli questo non può accadere. Quindi ora dimagrirò.
Vi dirò, ho iniziato ieri la dieta e mi sento già più magra. Si potrebbe quasi dire che dimagrisco a vista d'occhio. L'unica controindicazione del mio serrato programmino di riconquista della dignità perduta, è che la frustrazione rischia di farmi impazzire.
Voglio dire, ho smesso di fumare.
Non posso bere, sia perché gli alcolici ingrassano sia perché vallo a trovare un cocktail gustoso senza zucchero... manco il succhino di frutta posso prendermi.
Sono sotto esami, ovvero in pieno allarme rosso fame nervosa... che non fa altro che andarsi a sommare al mio attuale stato di fame pressoché perenne. Posso farci intere interessantissime conversazioni col mio stomaco, per quanto brontola.
Inoltre, i dolori schiena-collo-anche-ginocchia sono di recente tornati prepotentemente a farsi vivi dalle mie parti, e da come mi sento debole e spossata sempre, e con gli occhi che mi bruciano, o sono allergica da far schifo oppure anche l'anemia si è rifatta viva in pompa magna. Wow.

Sono notti su notti che sogno ferocemente :P di fumare.
E' che, al di là del mero piacere da nicotina, ho bisogno di sapere, di sentire, che mi sto autodistruggendo.
Sì, lo so -.-'
E la scorsa notte sono passata a farmi di eroina. Che quello magari è stato Radiofreccia, guardato subito prima di far le nanne... però. Cavolo. Faccio progressi eh?
Il proposito a questo punto sarebbe smetterla di pensare continuamente a tutto ciò che potrebbe darmi assuefazione e rendermi dipendente. Ma mi sa che al momento ho troppi buoni propositi, se aggiungo ancora peso al carico finirò per restare schiacciata.

Sto rileggendo Invisible Monsters, e godo immensamente.
Scusa, Mamma. Scusa, Dio.

Comunque in realtà sticazzi di tutto. Non mi sento proprio in nessun modo.

E detto ciò, non ci resta che amarci a vicenda. Me and you (senza coinvolgere everyone we know, magari).
Santo cielo che battuta pietosa.
Vado, che è meglio.

i think you told me this world is not for me

rimuginato da franz , lunedì 28 gennaio 2008 15:08

<- - - - Stamattina salto nel passato. Diario di franz anno scolastico 2005-2006, copertina all'epoca personalmente ideata e modificata dalla sottoscritta, con ritagli di giornale, ideogrammi by franz, penarellone nero indelebile e tanto, tanto scotch. Un bel mix di tutto e niente.

Tyler mi trova un posto da cameriere, dopodiché c'è Tyler che mi caccia una pistola in bocca e mi dice che
il primo passo per la vita eterna è che devi morire.
[Fight Club, Chuck Palahniuk]

1984, George Orwell.

In the mood for love (non ho un font cinese), Wong Kar-Wai.

Che dire. Sono in crisi esistenziale per almeno tre motivi. Ma.

Farò finta di niente.

Tratterrò il respiro almeno fino a domani, a domani dopo l'esame. Poi me ne vado al cinema, se una calamità naturale non si abbatte su Roma, se non mi va a fuoco la casa, se nessuno mi incatena in camera mia. E dopo ancora vado a fare le intolleranze così magari è la volta buona che butto giù questi - minimo - sei chili di troppo che mi ritrovo addosso.
(Ommioddio cos'è quell'essere che ha inghiottito Monica??!! asd... sia benedetto Friends)

Sto ascoltando a loop da tre giorni Reptilia degli Strokes. Penso mi stia mandando in pappa il cervello.

In realtà. Ho bisogno di sentire che esisto.
Ora che ci penso, l'adrenalina da esame potrebbe forse fare al caso mio... mmm vi farò sapere se ha funzionato... e se anche stavolta sarò riuscita a dare il peggio di me.
Eh, sì. Giornataccia.

Sterile apatica improduttiva 100% useless.

E Sono le persone a fare la differenza. Lo so. Sono anni che lo ripeto a me stessa fino alla nausea, mantra style, insieme a Non avere paura dei cambiamenti, Il vuoto crea stabilità, Distruzione costruttiva, e chi più ne ha più ne metta, a seconda dei periodi. Ma

Piovono petali di girasole sulla ferocia dell'assenza,
la solitudine non ha odore
ed il coraggio è un'antica danza.

[Fiorella Mannoia]

Accidenti. Devo farci pace, con me stessa.
Sì. Assolutamente.
:P

Andare. A male.

rimuginato da franz , domenica 20 gennaio 2008 11:42

Ho una voglia matta di mandare tutto a puttane, chiudere il mondo fuori e scrivere.
Non so, coltivare un'idea. Vederla nascere crescere esaurirsi in un mare di sudore e sorrisi.
Vorrei avere tanto tempo da buttare, da perdere, anche se non sono le parole giuste... diciamo da usare in modo non convenzionalmente riconosciuto come utile e produttivo.
Se tutto non continuasse a girare ci farei un pensierino. Ma immagino che, se tutto si fermasse, utilizzare il tempo in modo non convenzionale perderebbe di senso. Bah. Forse non sono ancora pronta. Per qualcosa. Di decisivo.
Che poi, con tutto questo girare... anche la mia testa gira, e la nausea è forte. Destabilizzante, direi. Questo mio sentirmi fuori anziché dentro. Scoprirmi folle.
Tipo ieri, attacco di panico in via Condotti. Mai di sabato pomeriggio in centro, mai e poi mai. Ma ieri c'ero. E c'era troppa gente, davvero troppa, da sentirsi soffocati, da sentirsi schiacciati. Tutti con la loro cazzo di sigaretta in bocca, io i Queens of the Stone Age a palla nelle orecchie, trattenendo il respiro. Nel panico. Schiacciata. Minuscola. Un fantasma. Le spalle appoggiate al muro, il mondo pulsante vorticante tutto intorno a me. Ho pensato Cosa succederebbe se ora mi buttassi in mezzo a tutta questa gente e iniziassi a gridare, a urlare forte, a lungo, come se mi stessero accoltellando o qualcosa del genere... cosa succederebbe? Tutti si girerebbero a guardarmi, immagino. Sentirei inequivocabilemte di esistere? Tutto si fermerebbe? O magari nessuno ci farebbe caso, e neanche se facessi harakiri in mezzo alla strada qualcuno lo noterebbe, semplicemente tutto continuerebbe a muoversi esattamente come prima? E quest'enorme macchina di distruzione di massa, la folla, non ne sarebbe minimamemente scalfita, turbata, ma resterebbe muta e indifferente, a passeggiare compatta in un sol blocco rumoroso e sudaticcio tra le vetrine, con sguardo assente e vagamente famelico?
Che la gente il più delle volte mi irrita mi innervosisce insomma non la sopporto l'avevo ormai inequivocabilmente appurato. Ma arrivare ad un tale livello di insofferenza, fino alla crisi di panico, sentirmi così completamente dissociata e incapace di percepire il mio corpo, il mio esistere, come parte del resto del mondo, e nel giro di 20 minuti... o. mio. ddio.
Cioè, dopo questo post potrei ricevere una telefonata direttamente dal reparto di neuropsichiatria.

Vabbe'.
Tento di annegarmi nelle fotocopie di letteratura inglese?
Ci provo eh. Mai perdere la speranza.

Riflessioni sulla ceretta all'inguine

rimuginato da franz , domenica 13 gennaio 2008 15:52

Ma la cosa in assoluto più terrificante, è quel momento atroce in cui senti la paletta di legno che spande la cera calda nei posti più nascosti, con un tocco implacabile e deciso.
Quel momento in cui ormai senti l'inquietante tepore della cera addosso, sei a metà del procedimento, sai bene che non puoi tornare indietro, puoi solo andare avanti, e non c'è altro da fare che aspettare.
La cera è lì, appiccicata saldamente ai tuoi peli e alla tua pelle, e c'è un solo modo per toglierla.
Quel momento di atroce consapevolezza e totale agghiacciante senso di inevitabilità, beh, quel momento preciso lì, quello che precede di un millesimo di secondo lo strappo, è persino peggiore dello strappo stesso.

Gone crazy

rimuginato da franz , sabato 12 gennaio 2008 18:24

... e il quarto giorno suo malgrado finì Harry Potter.
Veramente molto bello. Molto... denso, molto pieno. Tutti i nodi vengono al pettine, ma quando qualcosa finisce non è mai piacevole.
Comunque.
In questi giorni ho fatto shopping. Mi sono comprata dei vestiti meravigliosi molto my style work in progress. In realtà riguardo me stessa ultimamente brancolo nel buio, sento aria di trasformazioni in atto... quindi cerco di liberare la mente ed optare solo per cose che mi piacciano, senza stare a soffermarmi troppo a lungo sulla loro pertinenza o meno col mio attuale look. Sono talmente attanagliata dal terrore che non riesco neanche a pensare di tagliarmi i capelli, ora. E' molto, molto grave. Ho bisogno di tempo per capire, e la cosa non fa che spazientirmi ancora di più.
Restare chiusa in casa per tutta la settimana non ha giovato affatto al mio stato di salute mentale. Men che meno restare chiusa in casa a studiare e leggere Harry Potter tutto il tempo. Men che meno senza vedere nessuno al di fuori della mia adorabile famiglia, men che meno senza vedere te. Sono ad un livello di alienazione veramente notevole. E naturalmente al momento mi sento la persona più inadatta al contatto umano sulla faccia della Terra. Inoltre, nei miei momenti migliori mi sento schiacciata da una disperazione latente, irritante, da una piattezza generalizzata e senza speranza. Per restare in tema ascolto There is nothing left to lose. Sono così debole ora che un alito di vento basterebbe per gettarmi in costernazione. E l'alfabeto fonetico è una gran palla. E ho una fame fottuta, sono una grossa palla di ciccia rotolante, un bidone dell'immondizia, una balenottera rimasta incagliata tra gli scogli per la sua massiccia grassezza. Mi faccio schifo. I miei capelli fanno schifo. E ho fame. E vorrei veramente moltissimo fumarmi una bella meravigliosa sigaretta. Una soltanto.
Stasera film con amici. Riuscirò a resistere al tabacco? Devo. Cioè, io non so poi così assuefatta, e lo dico sul serio. Posso resistere. E poi, con che coraggio mi guarderei allo specchio domattina, se stasera cedessi? Nah. Proprio proprio no.
Magari posso cercare di essere guardabile, stasera. Vestirmi come se me ne importasse di risultare gradevole al mondo esterno, truccarmi un po'. Ma sì. Piazziamoci un bel finale politically correct, accontentiamo le famiglie felici sedute in poltrona a sgranocchiare pop corn, e sticavoli.

Patatràk

rimuginato da franz , mercoledì 9 gennaio 2008 19:03

Devo confessare che, per quanto quel vecchio trombone di Thomas Mann mi stia sulle scatole, io e il suo Tonio Kröger abbiamo forse anche più di un paio di cosette in comune...
Sono giorni che vivo in una dimensione parallela, dovuta in primo luogo al mio stato di salute altalenante tendente in ogni caso a spossatezza e tachicardia. Mi manca il fiato.
E' da venerdì sera che me ne resto tappata in casa e mi sento esattamente come un leone in gabbia... un leone in grado di sputare fuoco dalla narici.
Mi divido tra il vegeto, la nullafacenza briosa, il cazzeggio spinto, e lo studio. Ah, e qualche sporadico film - ma sporadico davvero, eh, altrimenti rischierei di divertirmi troppo.
Da oggi una new entry: i miei hanno comprato per me e mio fratello l'ultimo capitolo della saga di Harry Potter. Ora, come minimo per fedeltà verso antichi ideali e un pizzico di nostalgia per i bei tempi andati, lo sto leggendo, imponendomi un ritmo di lettura normale. 700 pagine, e questa volta voglio metterci ALMENO 7 giorni, non di meno.
Bene, detto ciò, un eccitantissimo ottavo capitolo sulla Sintassi mi attende, quindi senza ulteriori indugi, prendo congedo.
Potenzialmente io e te potremmo rivederci a marzo, amato blog. Ma qualcosa, non ho ancora ben chiaro cosa esattamente (il mio quinto senso e mezzo, magari? mmm), mi dice che così non sarà.

Trallallà, trallallà.
:O ma che fine ha fatto Paolo Nori??!

Sehnsucht

rimuginato da franz , martedì 8 gennaio 2008 11:48

Oggi se stessi bene e avessi una macchina, oggi andrei al cimitero e ci resterei le ore, a passeggiare, a lasciarmi accarezzare dal sole, a perdermi un po'.
Quando mi manchi così tanto che non riesco a respirare. Mi cullo nel pensiero di te, nel ricordo delle tue mani, della tua voce... non so, in cose così. Mi aggrappo ad ogni idiozia. E ripenso a quant'eravamo stupidi e geniali e inesperti e profondi. A quant'eravamo meravigliosi e felici.
L'estate più colorata e chiassosa, dolcissima.

La colonna sonora di me in questo istante è il Yumeji's Theme di In the mood for love.
Ieri sera ho pensato Quando riesco a sentirti dentro di me, ogni cosa sembra tornare al suo posto. Ma la lontananza rende ogni percezione fumosa vaga indefinita... *paura di mettermi nelle mani di un miraggio*
E poi ora mi sento troppo sottoterra per qualsiasi cosa che non sia fissare il vuoto. Vorrei tanto sapere come stai. Chiama, per favore. Oppure non so, materializzati.
O magari dovrei semplicemente rimettermi a dormire.

Sì. Vado a dormire sui libri. Con Tori addosso.

LA FEBBRA!!!

rimuginato da franz , domenica 6 gennaio 2008 11:31

Infine fu l'influenza anche per me.
Venerdì sera 39 e 8 di febbre. Ieri mattina alle 11 ero già a quota 39. Niente male davvero eh? Erano anni che la mia temperatura corporea non toccava i 38 gradi... più precisamente dal dicembre 2003, quando mi è esplosa la mononucleosi - già, gran bella rogna la mononucleosi.
However, cazzo la febbrA ti fa fare certi viaggi davvero notevoli. Se solo riuscissi a ricordare i miei sogni febbricitanti meravigliosamente deliranti dell'altra sera... beh cazzo li scriverei. Gh.
Ieri sera quando mi sono stesa sul divano insieme alla mia allegra famigliola per vedere Cuori in Atlantide avevo 38 e 9. Tempo che il film finisse, mi sentivo stranamente meglio, torno a letto e mi schiaffo di nuovo il termometro sotto l'ascella. 37 e 8. E godo. Immensamente. Sarà stato l'influsso indiretto del buon vecchio Stephen. O magari la mia fottuta voglia di stare meglio.
Poi stamattina mi sveglio in un bagno di sudore, temperatura corporea di 37 gradi e sprizzo gioia da ogni poro sudaticcio. Mal di gola ridotto all'osso. In compenso mi sento debole da far schifo, tachicardia a mille. E soffoco nel catarro e sono costretta a girare per casa con due pacchetti di fazzoletti per volta ed il secchio per buttare quelli usati. Ogni volta che annego nel muco penso a Meg Ryan, incapace di pronunciare le nasali causa raffreddore, che dice a Tom Hanks, arrivato a sorpresa a trovarla con un mazzo di fiori, che le margherite sono i suoi fiori preferiti... perché sono così sorridenti! Eeeh debolezze di gioventù.
Ma. Indubbiamente ho desiderato di ammalarmi con tutta me stessa. Tipo, il 2 gennaio è stata dall'inizio alla fine una giornata che davvero neanche l'organismo più stoico e a prova di bomba sulla faccia della Terra avrebbe resistito. Ed io volevo ammalarmi, cazzo. Avevo seriamente bisogno di stare male fisicamente. Quindi, suppongo che le mie difese immunitarie abbiano caracollato in pompa magna (io faccio sempre le cose in grande, oppure non mi ci metto neanche). E circondata da germi com'ero - by the way, un ringraziamento particolare va a Pigi: non ci vedevamo da due mesi e proprio mentre eri infebbrato raffreddato moccoloso dovevi passare a trovarmi e dimostrarmi il tuo affetto, cazzo? :PpPp - era praticamente impossibile non cadere preda di uno dei mille virus dell'influenza disponibili nell'aria.
Inoltre il 15 ho il primo vero esame. E devo ancora studiare mooolte cose.
(Ah per i lettori fedeli e curiosi - se mai ce ne fossero davvero gh oggi mi sento ottimista - al famoso esonero parziale di letteratura inglese quello svolto in due ore anziché tre etc etc etc ho preso 28. Sono un fottutissimo genio. Ecco :D)
La dottoressa mi aveva messa in guardia che la febbre alta mi sarebbe durata una settimana, che questo virus prende così... ma anche no, magari. No? timidamente, temendo lo scatenarsi di qualche ignota potenza indignata da tale provocatoria considerazione

Stanotte con la testa sotto le coperte ti ho pensato. Cioè, piuttosto ti ho immaginato.
Notte. Tu arrivi a Pescara, scendi dal pullmann e cammini a passo spedito con la valigia.
Sei tutto nero e tutto è nero, il rumore delle rotelle della valigia sui marciapiedi di Pescara, intorno tutto tace, tutto è silenzio, forse una pioggerella leggera. Tu cammini in fretta, aggrotti le sopracciglia.
Non so perché, mi è sembrato un pensiero meraviglioso.

Ah, comunicazione di servizio: smetto di fumare.
Stavolta è sul serio... colgo al volo l'occasione fornitami dalla malattia, anche perché soffro di bronchite asmatica... e ho avuto ben due volte la broncopolmonite. Sapevate?
E poi voglio cantare, suonare, e bla bla bla tutto il resto.
Quindi vaffanculo. Basta con le sigarette. Per sempre e sempre e sempre.

Emmò vado a studià.
Buona befana.

Liebe oder Tod?

rimuginato da franz , giovedì 3 gennaio 2008 09:55

Per me il capodanno è sempre stato solo una scusa, un espediente per qualcos'altro. Un diversivo. Una serata come le altre.
Che il tempo passa lo penso continuamente, non ho bisogno della fine/inizio di un anno per fare il punto della situazione. Si tratta di una pura e semplice formalità, una questione di forma organizzazione struttura. Un contenitore. Un involucro. Se cliccassi col tasto destro e rinominassi "2008" usando qualunque altro numero o parola sarebbe forse un po' fuori dal comune, un po' illogico, un po' incoerente, ma di fatto non cambierebbe un cazzo. La mia vita non cambia. Non la notte dell'ultimo dell'anno (oppure sì?). Non il giorno di capodanno (oppure sì?). Io mi sento diversa di secondo in secondo.
Com'è facile. Sbagliare, o almeno convincersi di aver sbagliato. In fondo chi sono io per dire di aver sbagliato? Forse non mi è dato saperlo. Volendo guardare la realtà secondo una visione empiristica, il punto di vista non altera solo la percezione della realtà ma la realtà stessa. Non c'è un modo. L'oggettività non esiste. E me ne sto qui a vagare. Pensando in fondo in fondo che alcune emozioni che l'uomo è in grado di provare possono distorcere la realtà.
Mi lascio soverchiare, mi lascio avvolgere anzi travolgere da parole che mi entrano dentro e mi feriscono in profondità, e che solo il pensiero che questo mio subire possa servire a qualcosa mi dà la forza di sopportare in silenzio, fissando il vuoto in un mare di lacrime, in silenzio. Di rinchiudermi nel mio guscio stare ad ascoltare ogni parola e lasciarmi far del male. Perché in fondo penso che ogni volta che faccio del male merito di stare male. Anche se non è completamente colpa mia, perché come le persone anche i sentimenti e le situazioni muoiono, e non posso prendermi tutta la colpa dei cambiamenti. Però faccio del male, e quindi merito del male.
E boccheggio ascoltando le voci della mia mente che riecheggiano rimbombando di una profonda vibrazione che scuote gli organi interni le budella, mi fa tremare.
E' stata la prima cosa che ho pensato, "quanto ci fa male la delicatezza che ci usiamo per non farci male". L'ho pensato ma forse non l'ho detto. Ho pensato molte cose che poi non sono riuscita, non ho trovato le parole per dire.
Evidentemente quando c'è da ferire bisogna infilare la lama senza indecisioni, farla penetrare a fondo, lacerare la carne.
Ma forse a volte semplicemente vorresti che non ce ne fosse bisogno. Non più del necessario, almeno. Sperando che le cose possano andare avanti e risolversi ugualmente, senza dare il peggio, tenendosi dentro il peggio. Sopportandolo tutto da sola, cercando di digerire elaborare risolvere esaurire da sola per entrambi. Solo che io non dico bugie. Non le dico, non voglio dirle mai. Quindi ogni cosa finisce con lo sgorgare fuori in un fiume di sangue.
So che ti ho perso. Ma sapevo anche di dovertelo. Anche se ora mi sputeresti in faccia, avrei anche potuto non dirtelo mai. Se non me ne fosse importato niente. Se non me ne importasse niente.
O magari si tratta solo di un errore di valutazione, di altro tipo. Magari immagino sempre le persone migliori e più nobili di quanto non siano in realtà. Sono una persona creativa e fantasiosa che a volte vive troppo in una realtà parallela.
Ma non ha importanza. Niente di tutto questo ha più importanza, no?
Sono pensieri sconclusionati che volano come palloncini gonfiati ad elio. Un giorno esploderanno, forse. Ma io non so pensare. E' il BLANK, vuoto, assenza, e non so pensare.

I'm running towards nothing, again and again and again
[The Cure]

L'unico pensiero che ora mi salva, mi tiene saldamente per i capelli, quel pensiero sei tu.
Non so chi sono e non so cosa fare del corpo in cui apro gli occhi ogni mattina. Spero solo di riuscire a barcollare da sola, non farmi trascinare nel buio di qualcun altro ma godermi piuttosto il mio personalissimo oscuro avvolgente impenetrabile buio, il mio personalissimo vuoto.
Ho bisogno di un tatuaggio. Di un pensiero superficiale a cui aggrapparmi. Uno che renda la pelle splendida.
:)

Dal registratore, ieri sera:
Ho appena creato un'opera d'arte contemporanea che riassume appieno la mia situazione in questo momento di fatto è costituita da un fazzoletto su cui mi sono soffiata il naso e su cui tra poco scozzerò dove c'è scritto col pennarello blu indelebile puzzoso c'è scritto LIEBE ODER TOD che significa VITA O MORTE poi c'è un punto interrogativo sta lì spiegazzato inerme abbandonato sul tavolo ma è molto presente nella mia mente.

Sono paranoica nevrotica depressa impulsiva compulsiva con forti tendenze al suicidio.
manifestazione della nevrosi d'angoscia

Ah, buon anno.