l'albero della vita

rimuginato da franz , venerdì 9 gennaio 2009 12:23

In metro, in piedi. Sto tornando da una mattiniera lezione di arabo.
Ecco, Ottaviano... io scendo alla prossima. L'i-pod sceglie per me La Lira di Narciso dei Marlene Kuntz.
Poi qualcosa mi sconvolge. Si fa strada attraverso le narici, solleticando i peli del naso mi arriva dritto al cervello: un odore conosciuto. Non riesco a decifrarlo subito. Un punto interrogativo stampato in faccia, finché dopo qualche secondo non capisco. Stupore!
E' l'odore del dopobarba di mio nonno. E' preciso, chiarissimo. Proviene dal tizio grassottello con giacca a vento, occhiali da sole, ombrello in mano. I capelli grigiastri sono pettinati all'indietro, il naso è piatto, un po' schiacciato, le labbra sottili. Avrà tra i 50 e i 60 anni.
Quell'uomo no, non è mio nonno.
E vai con la spremuta d'occhi, direbbe Chuck.
Perché mio nonno è morto. La Vigilia di quest'ultimo, innavvertito, silenzioso, mogio Natale.
Non c'è molto da dire. Insomma, la morte e bla bla bla. Non c'è. Davvero. Un cazzo. Da dire. Quindi tacete anche voi, sì? Bene.
Curioso però l'impatto degli odori su di me, stimolo e nutrimento della mia nostalgia, così spesso... quante volte mi è capitato di sentire all'angolo della strada l'odore di Simone, così chiaramente. E allora aspiravo avidamente, sperando di riuscire ad appropriarmi di ogni minuscola briciola di quel paradiso ad occhi chiusi, per un istante, archiviarlo nel mio cervello con una splendida luccicante etichetta, così da poter riaprire il cassetto secondo i miei desideri, e lambire la nostalgia e il dolore, lenirli nei momenti più disperati.
Ma.
Illusioni, suggestioni, poco altro.

Ieri ho visto The Fountain di Darren Aronofsky. Sì, quel film così meravigliosamente romantico, struggente, visionario. In realtà, ultimamente ho visto tutti i film di Aronofsky, e posso ormai dire con piena cognizione di causa di amarlo alla follia. Mi fanno sentire viva. Pulsante, e viva, rimuginante e viva. Questo è ciò che mi appassiona, perché non c'è fatica, non c'è dovere, ma solo piacere, e godimento, e intensità. Ma non è una passione produttiva. Ritenta Fra, la prossima volta sarai più fortunata!

Sul mio Capodanno 2009 si potrebbe spendere la lunghezza di un trattato, ma mi limiterò a dire che è stato il primo sobrio e felice da quando ho iniziato a trascorrerlo senza la mia famiglia (prima era tutto così semplice: musica, cibo, giochi, brindisi e nanna).
Io e la dolce metà rinchiusi all'Azzurro Scipioni (cinema d'essai) con brindisi vari e rinfresco, a guardare film da mezzanotte alle 8 del mattino. Non sarei stata capace di immaginarlo, un Capodanno più squisitamente nerd e più profondamente piacevole di questo. Ho trovato il pezzetto mancante!

Stanno uscendo tonnellate di film che voglio vedere.
Il 20 gennaio darò il primo di una variabilmente lunga sfilza di esami, che mi terrà impegnata fino alla fine di febbraio.
Il freddo mi è penetrato attraverso i vestiti, depositandosi fin dentro le ossa. Mi ha congelato persino il cervello, un po'. Ma si tiene duro, qui.
Qui si aspetta il tuo ritorno. Perché questa quotidianità è mostruosamente surreale e sospesa e vuota senza di te.