Andare. A male.

rimuginato da franz , domenica 20 gennaio 2008 11:42

Ho una voglia matta di mandare tutto a puttane, chiudere il mondo fuori e scrivere.
Non so, coltivare un'idea. Vederla nascere crescere esaurirsi in un mare di sudore e sorrisi.
Vorrei avere tanto tempo da buttare, da perdere, anche se non sono le parole giuste... diciamo da usare in modo non convenzionalmente riconosciuto come utile e produttivo.
Se tutto non continuasse a girare ci farei un pensierino. Ma immagino che, se tutto si fermasse, utilizzare il tempo in modo non convenzionale perderebbe di senso. Bah. Forse non sono ancora pronta. Per qualcosa. Di decisivo.
Che poi, con tutto questo girare... anche la mia testa gira, e la nausea è forte. Destabilizzante, direi. Questo mio sentirmi fuori anziché dentro. Scoprirmi folle.
Tipo ieri, attacco di panico in via Condotti. Mai di sabato pomeriggio in centro, mai e poi mai. Ma ieri c'ero. E c'era troppa gente, davvero troppa, da sentirsi soffocati, da sentirsi schiacciati. Tutti con la loro cazzo di sigaretta in bocca, io i Queens of the Stone Age a palla nelle orecchie, trattenendo il respiro. Nel panico. Schiacciata. Minuscola. Un fantasma. Le spalle appoggiate al muro, il mondo pulsante vorticante tutto intorno a me. Ho pensato Cosa succederebbe se ora mi buttassi in mezzo a tutta questa gente e iniziassi a gridare, a urlare forte, a lungo, come se mi stessero accoltellando o qualcosa del genere... cosa succederebbe? Tutti si girerebbero a guardarmi, immagino. Sentirei inequivocabilemte di esistere? Tutto si fermerebbe? O magari nessuno ci farebbe caso, e neanche se facessi harakiri in mezzo alla strada qualcuno lo noterebbe, semplicemente tutto continuerebbe a muoversi esattamente come prima? E quest'enorme macchina di distruzione di massa, la folla, non ne sarebbe minimamemente scalfita, turbata, ma resterebbe muta e indifferente, a passeggiare compatta in un sol blocco rumoroso e sudaticcio tra le vetrine, con sguardo assente e vagamente famelico?
Che la gente il più delle volte mi irrita mi innervosisce insomma non la sopporto l'avevo ormai inequivocabilmente appurato. Ma arrivare ad un tale livello di insofferenza, fino alla crisi di panico, sentirmi così completamente dissociata e incapace di percepire il mio corpo, il mio esistere, come parte del resto del mondo, e nel giro di 20 minuti... o. mio. ddio.
Cioè, dopo questo post potrei ricevere una telefonata direttamente dal reparto di neuropsichiatria.

Vabbe'.
Tento di annegarmi nelle fotocopie di letteratura inglese?
Ci provo eh. Mai perdere la speranza.

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