if only tonight we could sleep
rimuginato da franz , domenica 2 dicembre 2007 10:21
Dopo svariati mesi, stamattina riesumando Casa di foglie di Mark Z. Danielewski.
Tra le pagine, più precisamente tra pagina 76 e pagina 77, un foglio che non ricordavo di aver scritto.
Un mio messaggio a me.
E' piegato male, i bordi non coincidono, ed è scritto a matita, per orizzontale, in una scrittura scomposta e frettolosa. Non c'è data, ma, anche se non ricordo la situazione, il momento preciso, riesco senza troppe difficoltà a ricondurlo all'estate 2006.
E' estate, e se l'amore, questo amore, avesse le ali, volerebbe via lontano.
E invece no. Ora più che in ogni altro momento si avverte il peso delle parole non dette.
Il cuore non è altro che un muscolo, ma certe volte pulsa e si contorce e grida come se davvero in esso fossero racchiusi tutti i sentimenti e le passioni.
Un'anima in pena, appesa ad un albero basso, alto abbastanza da impedirle di sfiorare il terreno con le punte dei piedi. In un limbo tra vita e morte, di sottofondo una musica che mette a disagio per la sua grottesca bruttezza: qui mi dibatto come un pesce preso all'amo, boccheggiando per respirare, in un elemento che non mi è proprio.
Domani metterò la gonna, tanto per sorprendermi.
"Abbandonare il corpo e stare ad aspettare".
Abbandonare questa indifferenza polare e artificiosa, fare qualcosa per me stessa.
Se solo capissi da che parte andare, se verso la vita o verso la morte, sarei già a metà del lavoro.
Settimana strana. Tengo il coltello saldamente dalla parte della lama. (Jesto)
...già il cuore è solo un muscolo.