Incredibile ma vero...
rimuginato da franz , giovedì 2 agosto 2007 18:10
... anche stavolta sono sopravvissuta all'annuale vacanzina in famiglia. Direi che tutto sommato non è andata male... se si eccettuano la carenza cronica di nicotina e le ossessive attenzioni del mostro - mio simpatico fratello di 11 anni :| - che ha decisamente dato il peggio di sé, regredendo per l'occasione fino all'età di 5 anni, è stato dispettoso e geloso all'inverosimile (uh uh chi mi ricorda?? ...ci sto ancora lavorando... datemi tempo :P).
Ho scritto un diario interminabile... che un giorno, se mai mi ritroverò a corto di modi pratici per consumare indegnamente il mio tempo libero, potrei postare qui sul blog... per il momento ce l'ha Valeriò. Già già, alla fine ci siamo davvero presi quel caffeuccio al volissimo... solo che il caffeuccio - dato che di caffé ancora grazie a dio non mi faccio - si è tramutato in una squisita pasteis de nata (tortina di pasta sfoglia e crema, tipica della cucina portoghese - SUBLIME) e al volissimo è equivalso ad un paio d'ore circa... ovvero tutto il tempo necessario per scambiarsi regaluzzi vari e squagliarsi di nostalgia sotto il sole cocente e impietoso di Lisbona...
Bella città, Lisboa. L'aggettivo che mi è ronzato in testa per tutto il viaggio è stato AZZURRA... perché è ventosa, il sole è caldo come quando in cielo non c'è traccia di nuvole, e poi l'azzurro del cielo, e l'azzurro dell'Atlantico... una splendida città, gradevolissima architettonicamente, con quel retrogusto un po' decadente, come se fosse cresciuta e sbocciata un po' fuori dal tempo, ai margini del mondo... provincialissima, e - udite udite! - i prezzi sono rimasti come prima dell'euro.
Di portoghese non ci ho capito davvero un accidente. L'inglese ormai posso affermare con certezza che sarei in grado di cavarmela in qualunque situazione... il francese lungi da me parlarlo, ma alla fine dei conti lo stretto necessario lo capisco e due tre parole ce la faccio a ricordarmele... il portoghese è INCOMPRENSIBILE. Per puro principio ho studiato tutta la vacanza sul vocabolarietto, con risultati apprezzabili... ma mi sembra muito difìcil... cioè, bom dia e obrigada ok... ma la pronuncia è impossibile. Ascoltando molto l'ho recepita come un misto tra spagnolo e francese, con, nel complesso, una sonorità un po' più dura, grezza... non so. Boh... non sono una linguista (ancora, ASD).
I primi tre giorni siamo stati a Lisboa, il resto del tempo invece in un appartamento all'ultimo piano di una villetta deliziosa, dotata di piscina e immersa nel verde di una pineta immensa (molto Blair Witch Project, soprattutto col buio...), tra Fanhais e Calhau, due paesini-sputo attaccati a Nazarè, località di mare che si affaccia sull'Atlantico con una spiaggia sterminata e battuta ferocemente dal vento, a poco meno di un centinaio di chilometri a nord di Lisboa. Da lì ci siamo mossi ogni giorno con una macchina presa a nolo per visitare i ditorni... mille piccoli e graziosi paesini dell'Estremadura, quasi tutti dotati di castello (alcuni, come Obidos, persino di mura medievali) e chiese in stile gotico-manuelino e romanico... spettacolari i chiostri.
Insomma una bella vacanza, come piace a me: turismo interessato (non assatanato) senza orologio e senza obblighi di nessun tipo... in spiaggia molto poco. Ho fatto il bagno nell'oceano però!!! Indimenticabile, credo il più bel bagno della mia vita. Acqua GE LLA TTA che a tenerci dentro i piedi dopo un po' non te li senti più... un tuffo e ogni centimetro del tuo corpo viene trafitto da infinite punte di spillo... il freddo ti toglie il fiato. Niente più di un tuffo e qualche minuto nell'acqua, eppure ne esci e ti senti POSSENTE. Lo so, sò scema :P
In vacanza ho letto New Moon, che è il seguito di Twilight (lo so, LO SO... però mi ha presa!! E poi quando si parla di vampiri... proprio non so resistere, è una fissa), Sarah di J. T. Leroy (che mi è piaciuto un sacco... mi è piaciuto lo stile... deciso e dolce, concreto e visionario... mo vado a comprarmi Ingannevole è il cuore più di ogni cosa così me lo leggo nel viaggio numero due :P) e poi ho iniziato Il volo delle cicogne di Jean-Christophe Grangé (l'autore de I fiumi di porpora... non proprio il mio genere, me l'ha prestato Valeriò, ma fin qui - pg 95 - è abbastanza interessante...).
Questa settimana devo fare mille cose pratiche per la partenza... controllare le prenotazioni dei voli e degli ostelli, stilare un preventivo realistico (che preveda digiuno e shopping feroce :P) per il viaggio e andare a fare la poste pay...
Poi devo anche - e questa è proprio una postilla irrilevante - decidere cosa fare del mio futuro.
Il problema - finalmente l'ho capito - è che è arrivato il momento di scegliere davvero cosa fare nella vita.
Scegliere comporta rinunciare a qualcosa. Ed io mi sento potenzialmente tante cose diverse nello stesso secondo e quasi con la stessa intensità (sono eclettica e geniale :P), quindi scegliere per me è particolarmente doloroso.
Mi sento con l'acqua alla gola.
Ci penso anche quando non ci penso.
Prima di partire devo avere le idee chiare, almeno sui test da provare... è qualcosa che devo a me stessa... soprattutto dopo il mio ultimo atto supremo di autodistruzione - il mio esame di maturità (sì sì lo so... non ne ho ancora parlato. Quando avrò elaborato e superato completamente il trauma - probabilmente mai - mi scucirò la bocca... vi basti sapere - ASD come se avessi un chissà quanto nutrito pubblico a cui rivolgermi gh gh - che sono uscita con 87. E ho rosicato abbbbestia. Perché ho sostenuto un esame da 87, ma non era assolutamente il voto che mi meritavo - a mio giudizio, naturalmente. Come sempre, insomma).
Detto questo basta, ho parlato pure troppo.
Però. Che bello essere a casa. Dormire nel mio letto.