Perché?

rimuginato da franz , mercoledì 18 aprile 2007 17:06

Credevo di avercela qualche risposta, e invece no. Che ci faccio con questa stupida vita che mi ritrovo tra le mani? A volte vorrei buttarla al cesso e tirare lo sciacquone... altre volte però ne vado orgogliosa, la coccolo con amorevolezza, e le faccio tante carezzine.
Sono più lunatica e isterica che mai in questi giorni.
L'unico pensiero che riesce a darmi forza è che non ho più paura di vedermi finire frantumata in mille irricomponibili pezzettini. Perché tanto è già successo.
A questo proposito, oserei dire che anche quando la vita ti mette in ginocchio può esserci qualcosa di positivo... per esempio, a stare con il naso a pochi centimetri da terra le cose appaiono diverse. E sei già caduta, coi lacrimoni agli occhi e le ginocchia sbucciate: prima o poi ti rialzerai, ma per il momento sei per terra. E, cazzo, HAI la certezza di stare per terra.
Questa certezza ce l'ho. Tutto il resto è in forse. Ma proprio tutto. Non riesco a pensare a domani. Non riesco a studiare. Non riesco a non stare come sto. Sto e basta. Gh, magari lo dirò anche all'esame: 60 e sto. Grazie e tanti saluti, scuola di merda.
Mi salgono alle labbra mille perché. Ma tanto so che nessuno sarebbe in grado di rispondermi. Eppure mi struggo: adesso un senso non c'è.
Voglio ritrovarlo, e presto. Ma adesso non c'è.

1 Response to "Perché?"

Anonimo Says:

Tutti quanti lì a domandarvi PERCHE’.
E poi sono io a farmi le pippe mentali, eh?
Ma andate a lavorare nei campi, che c’è bisogno di mano d’opera.
E’ comodo stare in ginocchio o magari distesi, quando un po’ più in alto infuria la tempesta, vero?
E non è che dico di alzarsi in piedi ed affrontare gli elementi naturali, ma almeno si provi ad avanzare carponi.
A volte stare fermi vuol dire tornare indietro.
A volte farsi troppe domande vuol dire non fare un cazzo.
E non fare un cazzo è un po’ come non vivere.
Cioè morire.
E la morte fa veramente schifo, più di qualsiasi altra cosa.

Come ha scritto/disegnato Vauro: Su, rimbocchiamoci le maniche; e sotto con le pere di eroina
(un po’ di ironia per chiudere con un po’ di sano ottimismo)