Linea 77 al Villaggio Globale

rimuginato da franz , domenica 30 ottobre 2005 19:11

Il concerto è stato mostruosamente deludente. Lasciando da parte il fatto che ieri è stata una giornata molto incasinata per molte persone, e praticamente tutti, chi per un motivo chi per l'altro, ci hanno dato buca all'ultimo (e dico "lasciando da parte" ma un pochino ci sono rimasta male, ovviamente), serata davvero depression. Ero stanchissima, e ok. Avevo mal di schiena e dolori assurdi, quindi non potevo godermi il pogo, e ok. Il concerto come al solito è iniziato a mezzanotte e mezza anziché verso le 10, e ok pure questo, perché tanto lo sapevamo. Ma perché anche musicalmente parlando doveva essere una completa delusione? Acustica pessima, i bassi coprivano tutto, le parole non si capivano, irriconoscibili anche quelle canzoni ascoltate mille volte... alla fine dei conti si son salvate giusto Moka, 66 e Fantasma... ringraziando il cielo.
Me ne stavo in mezzo alla folla pogante, e mi prendeva l'abbiocco. Ma da addormentarsi proprio, lì nel casino completo, col fumo di canne e sigarette altrui nelle narici, il sudore e il fiato di tante persone nell'aria. Ero lì, in piedi, e mi è sembrato che quel mio trovarmi lì così riassumesse alla perfezione il mio stato d'animo: io ferma mentre il resto del mondo si muove, ad ascoltare una musica che non capisco. La parola che meglio riassume il tutto è NOIA. E bravo Asimov che aveva capito tutto... se l'inferno esiste davvero, dev'essere noia.
La mia considerazione più confortante sul concerto di ieri sera è stata: "dato che è iniziato, prima o poi dovrà anche finire", e speravo che fosse più prima che poi. Le luci si sono riaccese poco dopo l'una e mezzo. Ero a casa alle 3. Distrutta e neppure vagamente eccitata come al solito.
Ma se dovessi dire una cosa buona di me in questo periodo è che cambio velocemente umore. E radicalmente. Durante il concerto ero davvero SOTTANTRENO (citando i mitici Arivo), ma poi dopo, quando io e Amore ci siamo seduti barboni-style su un gradino di via Galvani e abbiamo addentato i nostri paninazzi, stando abbracciati per riscaldarci, allora ero felice. Precisamenre per nessuno motivo. E quando, arrivata a casa, mi sono infilata sotto il mio piumone rosso, non ero né felice né triste. Stanca, sì, ma serena.

Stamattina alzataccia alle 13 (ora reale), e giornata casalinga con Amore. Stasera a cena da Vavu, con Amore, Simi, e Carla. Sono ancora piena di dolori. Ma in fondo in fondo, sti cazzi.

Speriamo che questa vacanzina non finisca mai.

1 Response to "Linea 77 al Villaggio Globale"

LapsuS Says:

fra l'altro nessuno ci ha lasciato dei soldi quando eravamo seduti... mi sa che non sono buono neanche per l'elemosina.