Una canzone arresa
rimuginato da franz , mercoledì 26 marzo 2008 20:46
A testa bassa, e qui fa un sacco freddo.
Sì, ok. Provo a starci dentro, immersa in quest’acqua gelida, al contatto punture di spillo.
A volte mi sembra di riuscire a riempirlo, il vuoto. Poi mi sembra di non aver fatto altro che riempirlo con altro vuoto.
Il problema è che l’ansia è sempre qui, e ora proprio non riesco ad immaginare cosa potrebbe farmi sentire meglio. Non c’è un senso, non c’è cura. Cosa devo fare, arrendermi all’inevitabile, alla conclusione che nulla ha un senso, e viviamo per niente, e non ho uno scopo? A volte perdo anche i pensieri felici, perché alla fine è tutto dannatamente complicato e basta, e vorrei solo chiudere gli occhi e non solo non esistere, ma non essere mai esistita.
Se penso, è questo che penso.
Per questo fuggo. Anche se mi sto sempre alle calcagna, fuggo lo stesso. Cerco la gente, le persone, che almeno mi stordiscano un po’ con le loro chiacchiere, mi facciano ridere, pensare ad altro, bere, distrarmi, saltellare. Ma alla lunga, anche questo smette di funzionare. Come un logoro pupazzetto di stoffa tutto sommato deboluccia… se lo abbracci troppo stretto e troppo a lungo finisce per sfilacciarsi, e il trucco è svelato, tutto torna visibile, la magia si dissolve.
Cioè, che cazzo.
Non riesco più a trovare il giusto punto di vista.
Forse non mi amo per un cazzo, il mio è solo umano, fisiologico orgoglio.
Fa freddo. Un freddo fottuto inculato dannato.