tutto fatto di niente
rimuginato da franz , mercoledì 18 luglio 2007 10:26
e non cessa di girare la mia testa in mezzo al mare
[marlene kuntz]
Presto avrò le parole che cerco.
Di un fallimento - uno al giorno.
Di giustificazione, stare a dirmi che non è così - ma non c'è niente che possa dimostrarlo.
L'insistenza pesante.
Crogiolarsi senza soluzione di continuità nello scherno, in mezzo agli sputi.
Sempre gli stessi sogni - incubi. E apro gli occhi perché ho supplicato di riuscire a farlo, ci ho messo ogni grammo di energia. Ma non so cosa sia peggio, il mio incubo o la realtà.
Non va tutto male. Sono io che sono fatta male. Sono sbagliata. Ehi ehi date un'occhiatina qui... c'è stato un errore di programmazione.
Adesso farò finta di non esistere. Farò finta di non essere completamente incapace di prendere decisioni, di scegliere. Di ficcarmi bene in testa che la vita è questo, non c'è altro, non c'è un cazzo d'altro da capire.
Tutto intorno si muove ed io me ne resto qui seduta col culo al gelo e la testa fra le mani. Se solo alzassi gli occhi da terra.
Vorrei poter dire che mi basta questo. Che mi basta un fallimento al giorno. Che me lo merito. Che è il karma, che è giusto così. E sicuramente un po' nel mio intimo ci credo sul serio... o altrimenti non.
Però, cazzo. Cazzo.
Voglio sentirmi parte del mondo. Non ce la faccio più a remare contro.
Perché non sono nata più stupida, più superficiale? Magari a quest'ora la più grande preoccupazione che potrebbe attraversarmi il cervello sarebbe quale paio di jeans, diesel o calvin klein? (aggiungo che per dire una cosa del genere oltre ad essere più stupida e superficiale dovrei anche essere impaccata di soldi - cosa che, anche essendo intelligente e profonda... ecco, insomma... sarebbe mica male :P).
Vorrei essere una musica. Anzi, tutta la musica, a seconda dell'umore.
Senza un pensiero che sia uno, senza un fine che sia uno.
Senza scelte. Solo emozione che trabocca.
Solo il trasporto di un istante cristallizzato nell'eternità di un battito d'ali - accidenti basta con la metafisica.
OH.
In realtà, vorrei che gli altri - tutti - mi vedessero come sono davvero. Così la smetterei di sdoppiarmi, di essere quella me che il più delle volte mi fa schifo, solo per tutte le stramaledette gabbie da me personalmente fabbricate in elegante ferro battuto per tenermi rinchiusa e infelice ogni volta che (non) lo voglio.
Sono un'inetta incapace di essere parte della società - Svevo reigns.
Mi rifiuto anche solo di rileggerlo questo post insensato stupido vago che non centra affatto il punto ma ci gira intorno con incredibile maestria, e dissimula perfettamente il disagio profondo inestinguibile radicato dell'esistenza.
Della mia.
Di un fallimento - uno al giorno.
Di giustificazione, stare a dirmi che non è così - ma non c'è niente che possa dimostrarlo.
L'insistenza pesante.
Crogiolarsi senza soluzione di continuità nello scherno, in mezzo agli sputi.
Sempre gli stessi sogni - incubi. E apro gli occhi perché ho supplicato di riuscire a farlo, ci ho messo ogni grammo di energia. Ma non so cosa sia peggio, il mio incubo o la realtà.
Non va tutto male. Sono io che sono fatta male. Sono sbagliata. Ehi ehi date un'occhiatina qui... c'è stato un errore di programmazione.
Adesso farò finta di non esistere. Farò finta di non essere completamente incapace di prendere decisioni, di scegliere. Di ficcarmi bene in testa che la vita è questo, non c'è altro, non c'è un cazzo d'altro da capire.
Tutto intorno si muove ed io me ne resto qui seduta col culo al gelo e la testa fra le mani. Se solo alzassi gli occhi da terra.
Vorrei poter dire che mi basta questo. Che mi basta un fallimento al giorno. Che me lo merito. Che è il karma, che è giusto così. E sicuramente un po' nel mio intimo ci credo sul serio... o altrimenti non.
Però, cazzo. Cazzo.
Voglio sentirmi parte del mondo. Non ce la faccio più a remare contro.
Perché non sono nata più stupida, più superficiale? Magari a quest'ora la più grande preoccupazione che potrebbe attraversarmi il cervello sarebbe quale paio di jeans, diesel o calvin klein? (aggiungo che per dire una cosa del genere oltre ad essere più stupida e superficiale dovrei anche essere impaccata di soldi - cosa che, anche essendo intelligente e profonda... ecco, insomma... sarebbe mica male :P).
Vorrei essere una musica. Anzi, tutta la musica, a seconda dell'umore.
Senza un pensiero che sia uno, senza un fine che sia uno.
Senza scelte. Solo emozione che trabocca.
Solo il trasporto di un istante cristallizzato nell'eternità di un battito d'ali - accidenti basta con la metafisica.
OH.
In realtà, vorrei che gli altri - tutti - mi vedessero come sono davvero. Così la smetterei di sdoppiarmi, di essere quella me che il più delle volte mi fa schifo, solo per tutte le stramaledette gabbie da me personalmente fabbricate in elegante ferro battuto per tenermi rinchiusa e infelice ogni volta che (non) lo voglio.
Sono un'inetta incapace di essere parte della società - Svevo reigns.
Mi rifiuto anche solo di rileggerlo questo post insensato stupido vago che non centra affatto il punto ma ci gira intorno con incredibile maestria, e dissimula perfettamente il disagio profondo inestinguibile radicato dell'esistenza.
Della mia.