pain addiction: work in progress.

rimuginato da franz , martedì 16 giugno 2009 09:07

Cari telespettatori, infinitamente cari lettori, carissimi ascoltatori,
ebbene questo è un post il cui mero intento è quello di distrarre la sottoscritta dal dolore atroce che si ritrova inevitalmente a provare in seguito all'ESTIRPAZIONE degli ultimi due denti del giudizio che le erano rimasti in bocca. Dopo una ventina (quasi senza esagerazione) di iniezioni di anestesia (a quanto pare ho la stoffa del T-Rex) e qualche miliardo di punti(cini) di sutura, ho detto definitivamente addio al 28 e al 38, il pipistrello e la talpa fino a ieri affittuari del lato sinistro della mia cavità orale. Il pipistrello è stato un gioco da ragazzi... in pratica se n'è volato via. La talpa non voleva saperne, era rintanata sotto la gengiva, per cui è stato necessario squarciare e scavare, e poi adeguatamente ricucire. Ieri nel pomeriggio aspettavo con terrore il dissiparsi dei fumi anestetici, con 8 chili di ghiaccio pigiati sulla guancia. Quando l'anestesia se n'è infine andata, mi è parso di riuscire a sentirli tutti, uno per uno, quei punticini di sutura... una linea scavata pulsante e infuocata. Non ricordavo facesse così male, davvero. A pensarci mi veniva quasi da ridere, mi sarei presa a martellate la testa. Ho guardato/riguardato puntate di Decameron... la provvidenzialità di Luttazzi: innegabile. Ad ogni modo, continuando a far uso del già citato ghiaccio, costretta ad ingoiare litrozzi di sangue a poco a poco ("evitare di sputare, sciacquare, succhiare il giorno dell'intervento" - e con tre semplici parole ti viene proibito di fare mooolte splendide cosette), con estrema fatica e sofferenza ad ogni fatale momento di deglutizione, ho iniziato piuttosto a chiedermi quando sarebbe comparso il tanto atteso effetto Marlon. La risposta è prontamente arrivata stamattina al risveglio, dopo una notte di sonno paragonabile allo stato comatoso, una notte, con mia immensa gioia e sorpresa, rivelatasi inaspettatamente rilassante. E' meraviglioso sapere con certezza che ogni cosa passa, che tutto cambia continuamente, sìsì. Adesso mi ci sparerei, in bocca. Ma insomma, via, cerchiamo di seguire qualche consiglio intrigante e concentriamoci su questo dolore, così pieno e succoso, svisceriamolo, respiriamolo, diamogli affetto e attenzione, diamogli passione. Flash. Io e la mia autorità, ovviamente: plurale maiestatis.
Dopo uno splendido week-end ai limiti del paranormale, ricatapultata nella cruda realtà dalla poltrona del dentista.
Succede.
Ora mi consegno armi e bagagli agli sciacqui di acqua tiepida e sale. Marlon sarebbe orgoglioso di me.

3 Response to "pain addiction: work in progress."

Unknown Says:

Sigh, me ne mancano ancora tre...

franz Says:

Allora in bocca al lupo... io se non altro con questi ho chiuso ^^

Anonimo Says:

Aiuto... sono nella tua stessa situazione...