One man's floor is another man's feelings

rimuginato da franz , giovedì 26 aprile 2012 15:20

Ieri ho avuto quest'impulso, uscire. Ho pensato: Proverò a stanarmi. Mi sono detta: Starò a vedere che succede, male non mi farà. Ho preparato lo zaino col mio kit di sopravvivenza a prova di qualsiasi compulsione (acqua, fazzoletti, burro di cacao, più le solite cose) e la macchinetta fotografica (l'idea era quella, scattare foto). Come meta ho scelto Villa Borghese, a caccia dell'abbraccio della primavera e di soggetti vegetali per la mia arte da quattro soldi. La mia Liberazione fatta in casa, alla conquista di un talento che non esiste, con l'idea di aprire qualche rubinetto creativo-costruttivo e stare a vedere di che colore è l'acqua che esce. Ma la Liberazione ieri era tutt'altro che mia soltanto... una variabile di vitale importanza che non avevo considerato. 
C'era troppa gente, troppa davvero... e gli esseri umani, oltre a non essere i miei soggetti preferiti (probabilmente più per mie paure che altro), sono in certi momenti spettatori involontari in grado di gettarmi in una spirale di paranoia... il fatto che a nessuno importi niente di me, che nessuno faccia caso a me, che nessuno mi stia effettivamente guardando, non fa la benché minima differenza: tutti quegli sguardi potenziali, carichi del loro potenziale giudizio, mi fanno impazzire. Essere lì, visibile, alla portata dello sguardo di tutti, mi fa letteralmente uscire di testa. Troppa gente, sì, e tutti in compagnia, tutti che si tenevano per mano, tutti in gruppo che ridevano e scherzavano, tutti a fare i turisti, tutti a vivere, e ad un certo punto la mia presa a male, salita inesorabilmente nel frattempo, si è trasformata in panico. 
Non ho scattato neanche una foto. Ho camminato fino a sfinirmi nella direzione di casa, poi (molto, molto dopo) sono saltata su un autobus. Alla fine, stremata, logorata e sconfitta, mi sono rifugiata nel mio angoletto di coperte e penombra, tornando a rintanarmi con un lungo sospiro di sollievo/sconforto.  Mi sento pazza. Non so come uscire da questo loop di depressione, disfattismo, senso di fallimento, inadeguatezza e alienazione. 
Non so cos'ho, e non so perché domani non va meglio... sono giorni giorni e giorni che domani non va meglio. Forse non mi ero mai sentita così, in questo modo preciso, in tutta la mia vita, e questo mi spaventa. Ok, tutto finisce, tutto passa, l'acqua scorre e il cuore dimentica, ma se invece questa cosa precisa qui non passasse? 
Continuo a cercare gli altri, quei pochi, ma ognuno ha la sua vita, come è normale che sia... c'è chi sorride e mi dà quel che può, insieme ad una pacca d'incoraggiamento; chi è ad un passo da me, ma non capisce, e, pur senza volerlo, mi respinge; c'è chi c'è, ma da lontano, e infine c'è persino chi neanche mi risponde più. Ed io, contro ogni logica, avrei solo bisogno di qualcuno che mi protegga dalle notti insonni, dalla sociopatia di questi giorni... qualcuno che mi salvi, mi abbracci, mi tenga stretta forte e mi faccia dimenticare tutto ciò che mi atterrisce e mi frustra. Vorrei il contatto [e (anche solo l'illusione di) una comprensione], lo vorrei da lacrime.    
E SO - lo GIURO - che è tutto nella mia mente, e che deve esserci un cazzo di interruttore da qualche parte... ma non sono ancora riuscita a trovarlo. Non lo trovo.  

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