la passione d'amore

rimuginato da franz , domenica 8 ottobre 2006 21:07

[...] E infatti persino nell'attimo del possesso oscilla l'ardore degli amanti in un vagare indeterminato, né sono certi di che prima godere con gli occhi e le mani. Ciò che inseguivano, lo schiacciano stretto, fanno male al corpo, figgono a volte i denti dentro le labbra, s'incollano le labbra, perché non è puro piacere: ed esistono impulsi nascosti che li spingono ad aggredire proprio l'oggetto, qualunque, da cui sorgono i germi di quella furia. Ma nell'atto d'amore leggermente spezza Venere i suoi tormenti, e il piacere gradevole che è ivi frammisto frena i morsi del male. Perché in questo è speranza: donde viene il principio d'ardore dal medesimo corpo possa anche esser spenta la fiamma; ma risponde Natura che accade il contrario, e che questa è la sola cosa, di cui più noi ne abbiamo, tanto più prende fuoco, per brama mostruosa, il cuore. Cibo e acqua s'assumono infatti dentro le membra; e poiché possono conquistare parti determinate , facilmente si sazia il desiderio di cibi e bevande. Ma del volto d'una persona, d'un bel sembiante, nulla è lecito portarsi dentro il corpo, se non esili simulacri: e li spinge nel vento, spesso, misera attesa. Come dentro i sogni l'assetato cerca di bere, e acqua non gli vien data, che possa spegnere l'ardore delle membra, ma si slancia a fantasmi di acque, e invano fatica, e nel mezzo di fiume impetuoso ha sete mentre beve, così dentro l'amore Venere illude gli amanti, e non riescono a saziare il corpo guardando quel corpo da presso, né con le mani possono raschiar via cosa alcuna dalle tenere membra, mentre vagano indeterminati per tutto il corpo. E quando congiunte le membra usano infine del fiore d'eta, quando già sente il corpo arrivare il godimento, ed è giunta Venere al punto d'irrorare un femmineo campo, bramosamente schiacciano il corpo, mischiano le salive della bocca, respirano premendo coi denti le bocche - inutilmente, perché nulla da lì potranno raschiare, né penetrare e sparire, tutto il corpo nel corpo; perché questo a volte sembrano volere, e lottare. [...]


vv. 1076-1112 dal "De Rerum Natura", Lucrezio

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